INSETTICIDI (XIX, p. 357)
L'eliminazione degl'insetti è giustificata dalla gravità dei danni che essi arrecano, soprattutto, essendo in prevalenza fitofagi, all'agricoltura. Ma molti insetti vivono anche nelle abitazioni, dove attaccano i legni, i tessvti, i libri, i pellami e tutte le derrate alimentari; parecchi infine insidiano la salute stessa dell'uomo e degli animali domestici, sia come parassiti talvolta portatori di gravi o fastidiose malattie, sia come trasmettitori occasionali o necessarî di pericolosi germi patogeni.
La lotta contro gl'insetti e contro gli Artropodi a essi affini (Aracnidi e Miriapodi) è però resa spesso molto difficile da varie condizioni inerenti alla natura stessa del nemico da combattere. Oltre a una resistenza fisiologica talvolta sorprendente, hanno infatti notevole influenza: la protezione esercitata dalla cuticola chitinosa che talora è per giunta rafforzata da rivestimenti varî (seta, lacca, cera, cheratina); le dimensioni spesso minime di talune specie; la loro fecondità prodigiosa; infine, una straordinaria varietà di costumi. spesso mimetici o protettivi.
Al pericolo di un'eccessiva moltiplicazione degl'insetti si oppone la stessa natura con mezzi (condizioni meteorologiche avverse e, soprattutto, i numerosi nemici naturali, animali e vegetali, microrganismi patogeni, parassiti fungini e, specialmente, altri insetti parassiti o predatori degl'insetti stessi) che generalmente sono di gran lunga più efficaci di qualunque metodo artificiale. D'altra parte però molte opere umane, quali la costruzione di locali chiusi, la coltivazione delle piante e l'allevamento del bestiame, hanno spesso creato condizioni d'ambiente particolarmente favorevoli allo sviluppo di quegli stessi nemici che devono essere combattuti, e contro i quali è quindi indispensabile un intervento artificiale.
Tale azione può essere esplicata in vario modo, e cioè, oltre che con i mezzi biologici (che consistono nella diffusione artificiale dei nemici naturali degl'insetti ora ricordati e per cui v. parassitismo, XXVI, p. 305), anche con mezzi meccanici atti a facilitare la cattura, o mezzi fisici quali l'acqua e il fuoco, ma specialmente con mezzi chimici. Questi costituiscono infatti i veri e proprî insetticidi e sono di gran lunga i più efficaci e diffusi. Il loro impiego ognora più esteso deriva dalla sempre più esatta conoscenza dell'azione tossica di numerose sostanze chimiche, e dai costanti perfezionamenti che l'industria ha raggiunto e persegue anche in questo campo.
La distinzione tra insettifughi (sostanze capaci di tenere lontano gl'insetti dannosi, esercitando così una pura azione preservativa, che è di solito esplicata da esalazioni odorose) e insetticidi (sostanze che esercitano una vera e propria azione venefica) non è sempre ben netta, sia perché alcune sostanze sono letali per certi insetti mentre per altri sono solo insettifughe, sia perché fra queste due categorie esistono termini di passaggio, rappresentati da quelle sostanze che, senza uccidere l'insetto, ne determinano soltanto un passeggero intorpidimento, oppure hanno un effetto mortale solo se ad alta concentrazione o dopo un'azione prolungata.
È bene d'altra parte osservare che la scelta dell'insetticida e della sua dose e le modalità della somministrazione devono variare non solo a seconda dell'insetto da colpire, ma anche a seconda dei danni eventuali che la sostanza adoperata può produrre sugli esseri e sulle cose stesse che si vogliono difendere. Qui ci occuperemo particolarmente delle sostanze usate in agraria.
Fra le sostanze insettifughe o di tipo intemedio, oltre ai fiori di piretro e di crisantemo adoperati in polvere (razzia) ma anche macinati e compressi (coni Zampironi, da bruciare), possiamo ricordare la formaldeide, che, pur avendo una notevole azione fungicida e battericida, ha invece scarsa efficacia contro gl'insetti; la naftalina, la canfora, varie essenze aromatiche (trementina, lavanda, valeriana, artemisia, ecc.), il creosoto, l'essenza di mirbano (nitrobenzolo), ecc.; tutte sostanze adoperate assai di frequente o da sole o mescolate fra loro o con altri ingredienti per preservare pellami, tessuti, collezioni zoologiche, botaniche, ecc.
Passando ora ai veri e proprî insetticidi, osserveremo anzitutto che oggi si è sempre più propensi a impiegare gl'insetticidi interni anziché quelli esterni, i quali si adattano particolarmente agl'insetti succiatori provocandone la morte per semplice contatto. I veleni interni invece agiscono soprattutto per ingestione e riescono perciò più efficaci contro gl'insetti masticatori, ma possono agire anche per contatto.
Per ottenere un risultato con gl'insetticidi esterni bisogna che l'insetto sia investito. Ora, se questo risultato è facile a ottenersi con prodotti che agiscono allo stato gassoso, ciò avviene molto più difficilmente con i prodotti polverulenti e liquidi contro parassiti che si rifugiano tra le foglie, nei grappoli o altro. Si è provato, per risolvere tali difficoltà, a impiegare, oltre che per le sementi in luoghi chiusi, anche per il trattamento delle coltivazioni erbacee e legnose all'aperto, sostanze allo stato gassoso. Le fumigazioni con acido cianidrico hanno nei tempi recenti acquistato un'importanza assai notevole per la difesa contro particolari parassiti, e soprattutto contro le cocciniglie.
In complesso però, siccome l'impiego degl'insetticidi esterni presenta spesso nella pratica notevoli difficoltà, gli sperimentatori hanno orientato i loro studî in modo speciale verso la ricerca di sostanze tossiche da distribuire sopra gli alimenti preferiti dai diversi insetti dannosi. Peraltro la maggior parte di questi insetticidi interni o "di stomaco", che, come si è detto, possono agire anche per contatto e come insettifughi, e specialmente i più attivi fra essi, riescono tossici anche per l'uomo e per gli animali domestici.
Così può dirsi dei fosfuri e specialmente dei sali di arsenico, l'impiego dei quali richiede particolari cautele e avvertenze sia durante lo spargimento, per evitare danni agli operatori, sia dopo, per non provocare casi di avvelenamento negli animali e nell'uomo.
Fra gl'insetticidi oggi più usati, oltre a quelli già menzionati, sono da ricordare la nicotina, i polisolfuri e la miscela solfocalcica, il solfuro di carbonio, le soluzioni a base di petrolio e catrame, il paradiclorobenzolo, i derivati fluoridrici, e ancora alcune sostanze particolari adoperate contro certi parassiti.
Composti arsenicali. - Sono ritenuti i più importanti mezzi per la lotta contro gl'insetti fitofagi, i quali formano una delle principali cause che decimano il prodotto delle coltivazioni agrarie: tali sono gli Afidi e le larve di numerose specie di Coleotteri, Lepidotteri e Ditteri. I composti d'arsenico sono anche largamente adoperati nella lotta contro le mosche, sia per la fabbricazione di carte moschicide, sia sotto forma d'irrorazioni.
I sali di arsenico, sebbene privi di odore e poco volatili, esercitano su certi parassiti un'azione insettifuga assai più energica della nicotina e assai più duratura. Il loro impiego comporta peraltro due ordini di inconvenienti: l'uno è il pericolo di avvelenamento già ricordato; l'altro consiste nell'azione caustica che essi, se dati allo stato solubile, esercitano sulle piante, potendo causare la morte delle cellule e conseguentemente l'ingiallimento e la caduta delle foglie.
I composti solubili di arsenico usati per scopi agricoli possono essere limitati all'anidride arseniosa, all'arseniato e all'arsenito di sodio. Essi vengono adoperati specialmente per avvelenare le pappe per combattere insetti nocivi, sia masticatori sia succhiatori, e per l'immersione di animali, specie ovini, contro la rogna e contro le zecche. L'arsenito tende a sostituire completamente per questi scopi gli altri due composti, perché veleno più attivo ed efficace; esso dà ottimi risultati per lavori su vasta scala nella lotta contro cavallette di varie specie; per le quali le dosi riconosciute efficaci, nei varî stadî di sviluppo delle larve, vanno dal 0,25 al o,50%, con una mortalità del 100% entro le 24 ore. In Italia, in Grecia e nella Spagna i composti solubili di arsenico e specialmente l'arsenito sodico servono ad avvelenare la melassa zuccherina impiegata per combattere la mosca dell'ulivo (Dacus oleae), la quale causa ogni anno danni enormi, che si fanno ascendere in media nella sola Italia a circa 200 milioni di lire. Le irrorazioni con la miscela di Berlese o con altre a base di arsenito sodico o potassico hanno apportato notevoli benefici non solo nella lotta contro il Dacus oleae, ma anche contro tutte le mosche in genere.
Fra i composti insolubili di arsenico, usati prevalentemente per scopi agricoli, sono da ricordare in prima linea l'arseniato di piombo, l'acetoarsenito di rame e la porpora di Londra, e poi ancora l'arsenito di rame, gli arseniti e gli arseniati di calcio, di bario e di zinco, l'arseniato ferroso, l'arsenito di piombo, il trisolfuro di arsenno. Si adoperano in generale sotto forma di miscela liquida, alla concentrazione del 0,5-1‰; talvolta si scende però al 0,3‰ e si sale fino al 4‰. Solo molto di rado e in caso di penuria d'acqua si riduce l'insetticida allo stato di polvere secca, per spargerlo da solo o meglio mescolato con altri ingredienti, come gesso, cenere, farina, ecc. L'arseniato di piombo è il composto arsenicale di cui si fa uso più esteso; data la sua quasi completa insolubilità, esso non arreca danni al fogliame, e può quindi essere adoperato in quantità sufficiente per uccidere gl'insetti più resistenti all'arsenico. La sua grande efficacia si deve in molta parte alla forte adesività sui vegetali, proprietà comune alla maggior parte dei sali di piombo, e grazie alla quale esso viene molto difficilmente dilavato dalle piogge: perciò non può essere usato in quei casi in cui le piante erbacee o i frutti trattati debbono servire, dopo un tempo non molto lungo dall'applicazione, come alimenti per l'uomo e per gli animali.
I composti arsenicali di rame, ferro, bario, ecc., sono meno adesivi e hanno minore importanza, essendo il loro uso meno esteso.
Fosfuro di zinco. - E adoperato in agricoltura per la lotta contro le arvicole, le cavallette e le grillotalpe. Contro le arvicole vengono preparate esche con granoturco, o anche grano, biada, ecc., frantumati grossolanamente, rammolliti con acqua e mescolati con 1-5% di fosfuro. Per le cavallette vengono consigliati impasti di crusca di frumento, contenenti 5-8% di fosfuro, o anche polverizzazioni con fosfuro ventilato, o irrorazioni con poltiglie contenenti 1% di fosfuro sui vegetali infestati. Contro le grillotalpe infine si adoperano esche costituite da risina bagnata, addizionata del 5% di fosfuro. Le esche al fosfuro di zinco presentano però il grave inconveniente di essere velenose anche agli altri animali e all'uomo stesso. Recentemente perciò il fosfuro è stato sostituito dal fluosilicato di bario (v. sotto).
Nicotina (tabacco, estratti di tabacco). - Ha grandissima importanza per la lotta contro gl'insetti dannosi alle foglie o ai fiori delle piante coltivate; s'impiega pura, disciolta in mezzo acquoso, o allo stato di estratto liquido di tabacco, o di polvere di tabacco. Essa fu adoperata dapprima specialmente come veleno di contatto, ma poi è stata presa in considerazione anche come veleno interno; è adoperata con vantaggio in viticoltura per combattere gl'insetti ampelofagi perché, mentre riesce abbastanza efficace evaporando facilmente, non passa invece nel vino, come avviene per gl'insetticidi minerali.
Trattamenti a base di tabacco vengono fatti contro gli Afidi dei fruttiferi, dei legumi, delle barbabietole da zucchero e contro quasi tutti gli altri Afidi. Alcune specialità a base di nicotina, come, per es., il Nicol, hanno oggi quasi interamente sostituito i preparati ottenuti secondo varie formule comuni.
Le soluzioni nicotiniche al 0,5-1% usate a scopo insetticida non hanno azione caustica di sorta sulla vegetazione.
Pofisolfuri e miscela solfocalcica. - Contro parecchi insetti e anche contro taluni funghi, l'azione dello zolfo viene di molto sorpassata da quella del polisolfuro di potassio, noto in commercio col nome di fegato di zolfo, il quale però va impiegato a concentrazioni minori del 5%, se non si vogliono causare danni alle foglie, e riesce più efficace se viene addizionato del 2-3% di sapone.
Di gran lunga più importante del fegato di zolfo è la poltiglia solfocalcica detta anche californica, che si prepara secondo la formula Savastano, riscaldando all'ebollizione per circa un'ora, e non più, in recipiente di ferro, calce viva (parti 1) e zolfo in polvere (parti 2), in presenza di una conveniente quantità di acqua (parti 10); nel riscaldamento si formano polisolfuri di calcio, specialmente tetra- e pentasolfuro.
La miscela solfocalcica può combattere nello stesso tempo parassiti animali e vegetali, così il crisonfalo e la fumaggine, spesso anche la lebbra lichenosa, malattie si può dire normali agli agrumi invecchiati; il suo impiego è perciò molto vasto, avendo essa anche azione efficace su gran numero di Afidi oltre che sulle cocciniglie in genere; i polisolfuri e le soluzioni catramose sono infatti i migliori rimedî contro queste ultime, che a causa dei loro rivestimenti di cera o di lacca presentano una particolare resistenza all'azione degli altri insetticidi.
Altre miscele a base di polisolfuri si preparano addizionando lo zolfo a calce e potassa o a calce e soda insieme.
Acido cianidrico. - Nel prepararlo, oltre a tutte le precauzioni necessarie, è bene tener presente che occorre calcolare le giuste dosi di cianuro di potassio e di acido solforico, in base non solo alla cubatura dell'ambiente ma anche alla temperatura. Le fumigazioni con questo acido vengono usate sempre più largamente, specialmente contro le cocciniglie degli agrumi; ma anche per la disinfezione dei semi, frutta e derrate entro ambienti chiusi e per uccidere numerosi parassiti di piante fruttifere e ornamentali. A tale scopo, con speciali tendoni, a seconda dei casi impermeabili o semipermeabili, si coprono una o più piante e nell'interno si fa sviluppare l'acido cianidrico, il quale, per la sua straordinaria tossicità, esercita una spiccata azione insetticida in modo del tutto generale: si può dire che nessuna specie animale vi possa resistere. Esso ha perciò diffusa applicazione per la disinfezione delle piantine dei vivai al momento della loro spedizione agli acquirenti.
La costante tossica o mortale dell'acido cianidrico - ossia il prodotto: tempo in minuti necessario a raggiungere l'effetto mortale, moltiplicato per la concentrazione in mgr. per mc. del gas venefico nell'aria ambiente - per gl'insetti risulta, secondo Walker e Mills, intomo al valore di 6.600. Il che significa, che se, ad esempio, la morte degl'insetti contro cui la lotta è diretta deve avvenire in due ore, l'acido cianidrico deve raggiungere almeno una concentrazione di 50 mgr. per mc.
In pratica, si suole eccedere notevolmente nelle dosi minime sopra indicate; così in locali chiusi si applicano comunemente dosi di gr. 0,i e di gr. o,3 di acido cianidrico per mc., rispettivamente nella lotta contro gli Afidi e le cocciniglie. Nelle fumigazioni sotto tenda impermeabile tali quantità sono ancora notevolmente superate e si giunge di regola a gr. 2,5 di acido cianidrico per mc., mentre nelle fumigazioni sotto tendaggi semipermeabili (sistema Sansone-Capogrosso) contro il Chrysomphalus degli agrumi occorre anche arrivare all'altissima dose di 10 e più grammi di acido cianidrico per mc.
Idrocarburi e loro derivati. - Il petrolio, la benzina, le soluzioni catramose e quelle di fenolo sono buoni insetticidi, largamente adoperati non solo in agricoltura, ma anche per distruggere gli insetti contenuti in ambienti chiusi (case, magazzini, stalle, ecc.). ll petrolio viene distribuito sulle acque stagnanti insieme con prodotti arsenicali (verde di Parigi) nella lotta contro l'anofele. Esso inoltre, emulsionato con sapone secondo varie formule, è adoperato nelle irrorazioni contro numerosi insetti (emitteri, afidi, cocciniglie, formiche, cimici) e costituisce inoltre la base di parecchi insetticidi brevettati, adoperati per polverizzazioni nelle case (per es., il Flit). La benzina sostituisce spesso il petrolio in parecchi preparati; lo stesso può dirsi del carbonileum e delle emulsioni contenenti olî di catrame con soda o colla di pesce od olio di trementina, che sono efficacemente adoperate nella lotta contro i pidocchi delle piante, le cavallette e molti insetti delle abitazioni. Le emulsioni saponose di acido fenico sono infine consigliate contro certe cocciniglie. In questa stessa categoria si possono fare rientrare, con la canfora, la naftalina e le varie essenze aromatiche, anche altri prodotti del commercio, più insettifughi che insetticidi, largamente usati nelle abitazioni (Blatticidium, Eulan, Zanzolina, ecc.).
Solfuro di carbonio. - È un buon insetticida, specialmente usato per la disinfezione di sementi e altri prodotti in ambienti chiusi. Per la disinfestazione del terreno, che è eseguita con gli appositi pali iniettori, va usato con molto accorgimento, poiché il solfuro di carbonio esercita un'azione nociva anche sui vegetali, oltreché sull'uomo.
Invece del solfuro viene talora adoperato il tetracloruro di carbonio, meno velenoso e quindi meno efficace, ma non infiammabile e pertanto meno pericoloso nella manipolazione.
Altri insetticidi che in agricoltura vengono acquistando un impiego sempre più esteso sono i derivati fluoridrici, i quali sono impiegati con successo come insetticidi per ingestione, e l'analisi dei quali va eseguita con i metodi ordinarî della chimica analitica. Ricorderemo i fluoruri di bario e di piombo, la criolite (fluoruro doppio di sodio e di alluminio), e i fluosilicati di calcio e di bario, che hanno oggi in gran parte sostituito il solfuro di carbonio e il fosfuro di zinco nella lotta contro insetti terricoli (grillotalpa, larve di maggiolino, di Bibio hortulanus, di Tipula oleracea, ecc.).
Vanno menzionati ancora l'infuso di legno quassio (Quassia amara e Picrasma excelsa), che agisce come veleno di contatto, specialmente contro gli Afidi, in modo analogo all'estratto di tabacco sebbene meno efficace di questo, e viene generalmente adoperato in soluzione saponosa; il paradiclorobenzolo, molto attivo non solo contro gl'insetti del terreno, ma anche contro le tarme, e che è in commercio anche sotto forma di prodotti brevettati il cui uso va sempre più diffondendosi: l'anidride solforosa, che ha un certo impiego per preservare grani e frutta; il sapone, che viene quasi sempre accompagnato agl'insetticidi per contatto; e infine alcune sostanze e miscele particolari adoperate contro determinati parassiti dell'uomo e degli animali domestici, come le pomate mercuriali o le polveri a base di calomelano per distruggere i pediculidi, la pomata Helmerich a base di zolfo contro l'acaro della scabbia, ecc.
Del resto esistono oggi sul mercato numerosissimi insetticidi brevettati che non sarebbe possibile ricordare qui. Essi però fanno tutti ricorso ai principî attivi menzionati in questo articolo, mescolati tra loro e con altre sostanze secondo svariate formule.
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