IDRASTE (lat. scientifico Hydrastis; canadensis L.; fr. hydraste, sceau d'or; ted. Blutwurzel; ingl. golden seal)
Piccola erba perenne della famiglia Berberidacee, di cui costituisce una sottofamiglia distinta, intermedia fra quella e le Ranunculacee. Dal rizoma ogni anno si sviluppano parecchi germogli, ciascuno con 2-3 foglie alterne palminervie e palmatolobate con 5-7 lobi dentati. I fiori sono solitarî e terminali, con 3 sepali petaloidi e caduchi, numerosi stami e carpelli; ogni carpello è biovulato. L'infruttescenza è un complesso di piccole bacche, nere a maturità.
Questa pianta vive nei boschi umidi ombrosi dell'America Settentrionale dalla zona canadese subartica, fino agli stati del Kentucky, Indiana, Virginia, Ohio. Data la grande richiesta, la droga viene anche coltivata; in Italia i primi tentativi di coltivazione sono stati fatti da P. R. Pirotta e F. Cortesi nel 1917 nel R. Orto Botanico di Roma e sono stati continuati da altri, specialmente nelle vallate prealpine.
La posizione sistematica del gen. Hydrastis è controversa: il Pirotta e il Cortesi, seguendo A. Engler, lo hanno incluso nelle Berberidacee, invece H. Baillon, A. Tschirsch e altri lo considerano come appartenente alle Ranunculacee-Peoniee. A questo genere appartengono anche l'H. Jezoensis Sieb. del Giappone settentrionale e forse anche l'H. bonadensis dell'Africa occidentale, ma l'esistenza di quest'ultima specie è controversa ed è registrata solo da C. Wehmer (Die Pflanzenstoffe, Jena 1911).
Farmacologia. - Dal rizoma dell'idraste s'estraggono tre alcaloidi (v.): berberina (C20H19O3N), idrastina (C21H21O6N) e canadina (C20H27O4N), dei quali l'idrastina (2-5%), che ha una composizione analoga a quella di alcuni alcaloidi dell'oppio (narcotina, papaverina, laudanina), è farmacologicamente il più importante. L'idrastina ossidata con acido nitrico a caldo si decompone in idrastinina (C11H13NO3) e acido opianico: C21H21NO6 + O + H2O = C11H13NO3 + C10N10O5. L'ossimetilidrastinina è la cotarnina (C12H15NO4) che si può ottenere dalla narcotina dell'oppio analogamente all'idrastinina derivata dall'idrastina: C22H23NO7 (narcotina) + O + H2O = C12H15NO4 + C10H10O5. La stitticina e lo stiptolo sono i nomi commerciali rispettivamente del cloridrato e dello ftalato di cotarnina.
L'estratto fluido d'idraste (20-30 gocce per dose, 3-4 volte al giorno), associato spesso a quello di hamamelide e di viburno, è largamente usato per la sua efficacia come emostatico nelle metrorragie, efficacia messa in luce nel 1883, mentre già fin dal 1798 B. Smith Barton aveva introdotto in terapia la droga come tonico nei disturbi digestivi. L'associazione dell'idraste col viburno e con la piscidia costituisce un ottimo sedativo in tutte le forme dolorose, negli spasmi e in certi stati d'eretismo nervoso (priapismo, erezioni e polluzioni dolorose dell'uretrite gonococcica, ecc.).
È dimostrato da varie ricerche che l'idraste, l'idrastina, l'idrastinina e la cotarnina aumentano il tono del miometrio, anche nell'organo isolato, inducendo l'utero a contrarsi ritmicamente. A dosi non troppo elevate questi alcaloidi producono restringimento dei vasi e aumento della pressione sanguigna (P. Marfori). L'idrastinina ha proprietà vasocostrittrici più spiccate dell'idrastina della quale è anche meglio tollerata dall'organismo; ha trovato applicazione anche nelle emorragie polmonari. Degli alcaloidi si usano i sali: cloridrato d'idrastina e cloridrato di idrastinina; si somministrano in pillole: dosi massime gr. 0,1 per dose; gr. 0,2 pro die. La Farmacopea italiana (1929) registra l'Hydrastis rhizoma, l'Hydrastininum chloratum, l'Extractum hydrastis fluidum, la Tinctura hydrastis.