BENETTI, Iacopo
Nacque a Venezia il 10 genn. 1842. Sin da giovane dimostrò una spiccata inclinazione per gli studi tecnico-scientifici e per la ricerca pura. La sua attività accademica si svolse interamente presso l'ateneo bolognese, ove egli fu titolare della cattedra di macchine agricole, idrauliche e termiche dal 1º nov. 1877, data della sua nomina a professore ordinario, fino al 1910. Il 23 dic. 1880 venne nominato accademico aggregato della classe di scienze fisiche presso l'Accadernia delle scienze dell'Istituto di Bologna. Il 18 febbr. 1894 venne promosso accademico onorario ed il 9 marzo 1902 accademico effettivo.
La sua notorietà deriva dagli studi e dalle ricerche che egli compì nel campo della teoria e delle applicazioni delle macchine idrauliche motrici ed operatrici, sui fenomeni della trasmissione del calore nei generatori di vapore, sul calcolo dei camini per gli impianti a vapore e sui principi scientifici sui quali si fonda la teoria delle turbine a vapore.
Il B. morì a Bologna il 31 dic. 1910.
Nella sua Teoria generale delle pompe centrifughe (in Rendiconti d. Accad. d. Scienze d. Istit.ldi Bologna, classe di mem. fis.., s. 4, VII [1886], pp. 655-699), oltre ad effettuare uno studio completo sulle pompe centrifughe, studio che servì di base per ulteriori successive ricerche, il B. tracciò una storia completa delle più importanti esperienze effettuate su tali macchine dal 1850 al 1886; particolarmente importante in tale opera è l'indicazione, da lui effettuata, dei criteri di progetto da seguirsi onde ottenere il miglidr coefficiente di rendimento per una data altezza di sollevamento. Altra importante opera è La legge empirica della trasmissione del calore attraverso la superficie riscaldata delle caldaie a vapore (ibid., s. 5, VII [18971, pp. 123-175); in essa il B., effettuata una sintesi storica delle esperienze condotte dal 1829 al 1897da altri scienziati, compì un'analisi critica delle conseguenze che ne avevano tratto gli sperimentatori precedenti, giungendo alla conclusione che la legge di Werner era la più semplice e la più conveniente per esprimere matematicamente, nelle loro linee generali, tutti i risultati delle esperienze condotte sulla vaporizzazione nelle caldaie. Il B. stabilì, inoltre, i coefficienti da inserire in detta legge per i vari tipi di caldaie. Nello stesso anno tornò sull'argomento delle macchine idrauliche con le Formule fondamentali di applicazione generale per le turbine motrici e per le pompe centrífughe elevanti (ibid., pp. 521-540), opera nella quale i tecnici del ramo trovarono un quadro generale e sintetico delle formule base necessarie per la progettazione delle macchine studiate. Nel 1899 egli dette alle stampe Il calcolo dei camini per i generatori di vapore (ibid., s. 5, IX [1899], pp. 435-455): studio che costituì un'analisi completa di progettazione non solo nel campo della fisica tecnica, ma anche in quello della scienza delle costruzioni. Il B., infatti, non solo effettuò uno studio critico-comparativo delle formule allora in uso per determinare l'altezza dei camini necessaria per assicurare il tiraggio, ma additò anche la via da seguire per dimensionare strutturalmente il camino, spingendo il dimensionamento sino al calcolo delle fondazioni. Sono dei 1900 altri due importanti lavori: Alcune nuove equazioni per la teoria generale delle turbine idrauliche, motrici ed operatrici (ibid., s. 5, X [1900], pp. 479-572) e Teoria fondamentale delle turbine idrauliche (ibid., pp. 149-190), che per lungo tempo furono consultati da ingegneri e tecnici per la limpidezza della teoria e l'utilità pratica delle conclusioni raggiunte. Sempre nel campo delle turbine, ma a vapore, il B. pubblicò successivamente Iprincipi scientifici per le turbine a vapore (ibid., s. 6, [1901] pp. 179-192), che costituiscono un vero trattato sull'argomento. Ultima, in ordine di tempo, ma non d'importanza, fu la memoria Considerazioni sintetiche sul funzionamento e sull'effetto utile delle pompe centrifughe e corrispondenti raffronti colle turbine motrici (ibid., s. 6, VI [1906] pp. 157-182). In essa il B., studiando rigorosamente il fenomeno fisico in tutte le sezioni successive della macchina, giunse ad una formula atta a determinare la velocità periferica esterna della girante in funzione dell'altezza di sollevamento; concluse, poi, che era svantaggioso perdere nel bacino di scarico, come veniva fatto a quei tempi, tutta la velocità assoluta delle vene effluenti dalla ruota ed individuò le cause delle perdite di rendimento riscontrate in molti casi pratici ed il modo di evitarle.
BIBL.: Fascicolo personale presso l'università degli studi di Bologna.