BANNISIO (Bannisius, Bannissius, de Bannissiis), Iacopo
Nato il 15 ott. 1547 nell'isola di Curzola in Dalmazia, da Paolo Bannisio, forse di una famiglia di bassa nobiltà, il B., compiuti gli studi a Bologna e a Padova, entrò nel 1493 o 1494 (nel 1509 l'imperatore lo ringraziava per i suoi quindici o sedici anni di fedele attività), al servizio di Massimiliano I. Ebbe anche diversi incarichi dai pontefici: nel 1501 accompagnò il commissario pontificio per le indulgenze, cardinale Raimondo Peraudi, in Germania, e svolse missioni politiche alla corte imperiale per conto di Giulio II, che gli aveva concesso la prepositura di Zvornik (Bosnia) e forse anche il protonotariato.
Nel maggio del 1502 viene menzionato come segretario imperiale "extra Germaniam"; nel 1504, come attesta P. Bembo, fu segretario dell'ambasciata imperiale a Roma. Il re Filippo il Bello preparò, poco prima di morire (25 sett. 1506), la sua elevazione al vescovato.
A partire dal 1509 il B. fu quasi sempre al seguito dell'imperatore, che soleva servirsene soprattutto riguardo alle questioni fiamminghe e nel disbrigo della corrispondenza con l'arciduchessa Margherita, governatrice dei Paesi Bassi.
Nella dieta di Augusta del 1510 era in relazione con l'ambasciatore francese Ludovico Heliano, il cui discorso contro i Veneziani, pronunziato l'11 aprile e poi pubblicato, il B. mandò con una lettera di raccomandazione all'arcivescovo di Parigi, Etienne de Ponchier.
I tentativi del B., che pare fosse assolutamente privo di mezzi, per ottenere un lucroso beneficio con l'aiuto dell'imperatore, ebbero successo solo nel 1512,quando egli fu nominato decano del capitolo del duomo di Trento. Poté tuttavia far valere i suoi diritti di fronte al capitolo, che aveva designato un suo candidato (Michele Briosio di Mantova), solo dopo che il papa, per iniziativa del B., scomunicò tutti i canonici, ed egli stesso fu consacrato prete (1514). Anche la sua nomina a decano della chiesa di S. Maria di Anversa (1513) urtò contro l'opposizione del capitolo e del decano di Lovanio, Adrian Florissohn, sebbene l'imperatore stesso fosse intervenuto varie volte in suo favore. Sembra che nel 1513 gli confermasse il titolo nobiliare, arricchendogli il blasone con l'aggiunta delle tre teste del leone di Dalmazia. Il B. si oppose senza successo all'elezione di Bernardo Cles a vescovo di Trento (1514). Negli anni successivi riuscì a ottenere diversi benefici parrocchiali: Tassullo nel 1514, Rovereto nel 1515, Lomaso nel 1517 (dopo che, su sua denuncia, era stato imprigionato a causa di diversi delitti Brunoro de Orioli che era già stato nominato parroco); nello stesso anno, il 4 settembre, avvenne la sua presentazione per la chiesa parrocchiale di Eppan. Questo cumulo di benefici, che gli procurava una rendita fino a 300 ducati annui, spiega la sua rinuncia al vescovato di Lesina, per il quale gli fu concessa l'aspettativa nel 1518.
Nel 1515 il B. accompagnò Massimiliano I alla dieta di Worms, trasferendosi poi, attraverso Linz, a Vienna, dove partecipò alle feste celebrate in occasione del doppio matrimonio asburgico-iagellonico nel mese di luglio. L'anno seguente rappresentò come procuratore l'infante Ferdinando nella stesura definitiva del contratto matrimoniale per le sue nozze con Anna d'Ungheria.
In particolare, il B. sembra avere avuto parte importante nella politica di alleanza con l'Inghilterra intrapresa da Massimiliano I. Da quando era stato nel campo inglese di Tournai, nell'autunno del 1513, egli restò, nel corso degli anni 1515-1517, in continuo contatto con i diplomatici inglesi e fu considerato da costoro come esponente nella corte di Vienna del partito favorevole all'Inghilterra. Di questo periodo è anche la sua corrispondenza con Erasmo da Rotterdam, che gli lodava la corte inglese come centro ideale dell'umanesimo.
Nel 1518 fu, forse, a Parigi, e nel corso del viaggio di ritomo, nel marzo dello stesso anno, visitò a Basilea il noto umanista Beatus Rhenanus. Durante il soggiorno nei Paesi Bassi incontrò varie volte nel 1520 Albrecht Dürer, il quale si fece stendere dal segretario del B., Erasmus Strenberger, una domanda intesa a sollecitare il prolungamento di una rendita annua ottenuta dall'imperatore. In ringraziamento per i favori ottenuti, il Dürer regalò al B. e al suo segretario varie acqueforti, fra cui la famosa Melancholey,e approntò un ritratto a carbone del B., insieme alla riproduzione dello stemma nobiliare.
Dal dicembre del 1520 il B. fece parte della commissione incaricata di elaborare l'editto di Worms contro Lutero (1521). Poco dopo abbandonò la cancelleria imperiale e, dopo l'elezione di Adriano VI (gennaio 1522), comparve di nuovo a Roma, dove fu proposto al papa dal cardinal Schinner per una carica di segretario personale; tuttavia a partire dall'agosto del 1522 si ritirò a Trento, dove poté rendere ancora importanti servigi all'imperatore, anzitutto nel disbrigo della corrispondenza cancelleresca.
Nel 1523-27 il B. fu, almeno per un certo tempo, in missione diplomatica a Milano, dove si adoperò attivamente per il ritorno degli Sforza: il che gli valse la concessione di una rendita annua da parte del duca Francesco II. Questa sicurezza finanziaria permise al B. di rinunciare dal 1523 alle entrate dei suoi più importanti benefici ecclesiastici: al decanato di Trento (tuttavia ancora l'11 nov. 1529 gli fu aggiunto da Clemente VII, come coadiutore col diritto di successione, il nipote dello stesso nome), a un canonicato in Aquileia (ugualmente a favore di suo nipote) ed infine al decanato di Anversa (1530).
Al 1530 risalgono ancora vari mandati imperiali per il B.: nel gennaio del 1530 Carlo V, in occasione del suo incontro con il pontefice a Bologna e delle trattative per la guerra contro i Turchi, lo invitò a mettere a profitto il materiale e le esperienze raccolte su questo problema sotto Massimiliano. Nei mesi seguenti egli si occupò, per incarico dell'imperatore, di preparare la distribuzione delle somme che Venezia doveva pagare, secondo gli accordi, agli emigrati da Padova e Vicenza. Forse a causa delle sue precarie condizioni di salute, il 6 giugno 1530 l'imperatore gli permetteva di farsi sostituire in permanenza da commissari da lui stesso nominati nell'assolvimento del suo compito.
Il 19 nov. 1532 il B. morì a Trento e fu seppellito nel duomo. La sua pietra tombale fu più tardi trasferita nella piazza Adamo d'Arogno.
Il B. ebbe una parte notevole fra quei funzionari di cultura umanistica che, pur non svolgendo alcuna diretta attività creativa, favorirono tuttavia potentemente la penetrazione nelle corti della nuova cultura. Fu in rapporti con i più eminenti esponenti delle correnti umanistiche europee, con Pietro Bembo, con Pirckheimer e Dürer a Norimberga, con Cuspinianus e Chelidonius a Vienna, con Beatus Rhenanus a Basilea, e soprattutto con Erasmo, che in lui vedeva un importante alleato degli umanisti contro Pfefferkorn e il suo gruppo.
La posizione del B. nell'ambito della politica di Massimiliano I non si può ancora valutare adeguatamente, allo stato attuale degli studi; tuttavia va ricordato che l'ambasciatore inglese sir Robert Wingfield lo indicava come favorito dell'imperatore e, altrove come uomo del quale non è necessario parlare "for he is known over all Christendom".
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