FICHTE, Hubert
Scrittore tedesco, nato a Perleberg (Prignitz) il 31 marzo 1935, morto ad Amburgo l'8 marzo 1986. A questa città sono legate le sue fondamentali esperienze e in essa F. ambienta la maggior parte delle sue opere narrative.
Nel primo romanzo, l'autobiografico Das Waisenhaus (1965), Amburgo è presente solo nella nostalgia del fanciullo protestante di padre ebreo educato in un orfanotrofio cattolico della lontana Baviera. Nel successivo Die Palette (1968), una delle opere più significative e insieme più discusse della letteratura tedesca degli anni Sessanta, con uno stile debitore dello sperimentalismo, a disposizione eminentemente paratattica più volte frantumata, F. presenta una schiera di capelloni, piccoli truffatori, omosessuali, prostitute, ruffiani, drogati, tutti individui disprezzati dalla solida borghesia amburghese e a essa di riflesso avversi, senza il vigore e la solidarietà della pur embrionale ribellione, immersi invece nella loro ''diversità'' libertina che non ha altra finalità che quella di celebrarsi in manifestazioni di trasgressiva ritualità. Si trattava, d'altronde, di fenomeni che proprio sul finire degli anni Sessanta si palesarono in tutta Europa con un nuovo, prorompente e impudente vigore, e F., anch'egli per alcuni aspetti un ''diverso'', se ne fece cronista e cantore.
Insistendo sulla linea di Die Palette, anche nei successivi Detlevs Imitationen ''Grünspan'' (1971) e Versuch über die Pubertät (1974; trad. it., 1977), F. cade nella ripetitività. Egli stesso avverte l'esigenza di nuove aperture, dedicandosi al culto della letteratura barocca (sintomatico il suo rifacimento [1978] dell'Agrippina del seicentesco Lohenstein) e a viaggi di studio di culture e religioni afro-americane (da cui i volumi al limite fra saggistica e narrativa Xange, 1976, e Petersilie, 1980, in polemica anche con maestri dell'odierna etnografia come Cl. Lévi-Strauss).
Parallelamente, porta avanti un imponente progetto di narrativa, previsto addirittura in oltre dieci volumi, compresi quelli di saggistica correlata al centrale filone narrativo, sotto il titolo generale Die Geschichte der Empfindlichkeit, legato alle prime esperienze di un ''diverso'' nella ''normalità'' sessuale e sentimentale. Alla morte risulteranno redatti in stesura pressoché definitiva alcuni volumi, in parte pubblicati postumi (Hotel Garni, 1987; il saggistico Homosexualität und Literatur, i, 1987; Eine glückliche Liebe, 1988).
Bibl.: W. von Wangenheim, H. Fichte, Monaco 1980; AA.VV., H. Fichte, ivi 1981.