HONDURAS.
– Demografia e geografia economica. Storia
Demografia e geografia economica di Anna Bordoni. – Stato dell’America Centrale istmica. Nel 2014 la stima UNDESA (United Nations Department of Economic and Social Affairs) del la popolazione (8.260.749 ab.) registra gli effetti dell’elevata mortalità dovuta all’AIDS (Acquired Immune Deficiency Syndrome) e del conseguente calo di tutti gli indicatori demografici. Lo sviluppo economico risente negativamente del clima di insicurezza e dell’instabilità politica e l’H. si classifica come il secondo Paese più povero dell’America centrale (il 60% della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà), una condizione aggravata da una distribuzione estremamente diseguale del reddito.
Storia di Ilenia Rossini. – A cavallo del primo decennio del 21° sec., i principali problemi dell’H. continuarono a essere legati alla povertà, all’alto tasso di omicidi (conseguenza dei traffici di droga) e, soprattutto, alla debolezza del sistema democratico.
Il presidente del Partido liberal de Honduras (PLH) Manuel Zelaya, eletto nel 2005, cercò di intervenire sulle carenze strutturali del Paese con una serie di riforme sociali (aumento del 60% dei salari minimi, impegno nella lotta all’analfabetismo ecc.) che incontrarono l’ostilità delle oligarchie honduregne. La convocazione di un referendum consultivo sull’eventuale nomina di un’assemblea costituente (secondo le opposizioni, per consentire a Zelaya di potersi ricandidare una seconda volta) fu contrastata dalla Corte suprema di giustizia, i cui pronunciamenti diedero impulso a un golpe militare contro il presidente (giugno 2009). Criticato dalla comunità internazionale e osteggiato dal Fronte nazionale di resistenza popolare, organizzazione antigolpista di cui lo stesso Zelaya era coordinatore generale, ne fu riconosciuta l’illegittimità nel 2011 da una Commissione di verità e riconciliazione, la quale espresse comunque biasimo per l’insistenza di Zelaya sul referendum.
Dopo le nuove elezioni presidenziali (nov. 2009), in cui votò meno della metà degli elettori, fu eletto alla presidenza il candidato del Partido nacional de Honduras (PNH) Porfirio Lobo Sosa, che si mise alla guida di un governo di unità nazionale. Sul fronte interno, il nuovo governo propose una serie di privatizzazioni che provocarono dure proteste, mentre sul piano delle relazioni internazionali, fece uscire l’H. dall’ALBA (ALianza Bolivariana para lospueblos de nuestra América), l’organizzazione di cooperazione economica e sociale promossa da Venezuela e Cuba, cui Zelaya aveva aderito nel 2008.
Nel maggio 2011 Zelaya, esiliato, potè tornare nel Paese e riprendere la vita politica. Fondò così un nuovo partito di sinistra radicale, il LIBRE (LIBertad y REfundación).
Alle nuove elezioni del novembre 2013, che videro l’affluenza record del 61%, prevalse il candidato del PNH Juan Orlando Hernández (36,9%), mentre il neonato LIBRE – che contestò il risultato elettorale – si affermò come il secondo partito del Paese, superando i liberali. Il 23 aprile 2015, in seguito al ricorso di alcuni parlamentari del PNH, la Corte suprema di giustizia sancì l’inapplicabilità dell’articolo 239 della Costituzione, che impediva a un presidente di ripresentarsi alle elezioni: l’intento, attribuito precedentemente a Zelaya, veniva realizzato dai suoi oppositori.