GUIDO da Siena
Pittore attivo presumibilmente nella seconda metà del Duecento e di cui non vi sono notizie nelle fonti documentarie.La figura di G., per lungo tempo portata a esempio di un presunto primato pittorico senese sul quadro nazionale in base alla lettura della data 1221 iscritta sulla Maestà firmata, già nella chiesa senese di S. Domenico (Siena, Mus. Civ.), ha progressivamente perduto d'importanza, via via che si rivelava insostenibile pensare al 1221 quale anno di esecuzione della tavola.La grande Maestà è coronata da una cuspide con il Redentore tra angeli, mentre ai lati dovevano trovarsi ventiquattro episodi della Vita di Cristo. È stato osservato che i volti della Vergine e del Bambino furono ridipinti da un artista dei primi anni del Trecento, ossia un ventennio oltre la data di esecuzione prevalentemente sostenuta.I primi dubbi sulla data furono sollevati da Milanesi (1859), che proponeva una rilettura della cifra come 1271 e l'identificazione dell'autore con Guido di Graziano, documentato dal 1278 al 1302, nome storico rimasto per adesso senza opere. Brandi (1951) fu l'ultimo studioso ad accreditare l'iscrizione quale immediata testimonianza della cronologia della tavola, ma tale interpretazione era ormai unanimemente respinta, soprattutto dopo la comparsa del contributo, quasi contemporaneo, di Offner (1950). Gardner (1979), pur accogliendo gli esiti degli esami tecnici illustrati da Brandi, ha ipotizzato che il riferimento a quell'anno dovesse essere collegato a qualche celebrazione della committenza; per l'Ordine domenicano, infatti, il 1221 rivestì una rilevante importanza storica, al punto da essere ricordato anche nel celebre ciclo trevigiano di Tomaso Barisini.Da ultimo Bellosi ha compiuto un minuzioso riesame filologico, includendo nel corpus di G. una tavoletta di biccherna del 1276, raffigurante Bartolomeo, monaco di San Galgano (Bellosi, 1991, fig. 9). Secondo lo studioso apparterrebbero inoltre al catalogo dell'artista: il dossale con la Madonna, il Bambino e santi datato "MCCLXX[---]" e forse un tempo firmato (Siena, Pinacoteca Naz., inv. nr. 7); la tela con la Trasfigurazione, l'Entrata a Gerusalemme e la Risurrezione di Lazzaro (Siena, Pinacoteca Naz., inv. nr. 8); le tavole del dossale (Siena, Pinacoteca Naz., inv. nr. 6) e quelle del dittico con le Storie del beato Andrea Gallerani (Siena, Pinacoteca Naz., inv. nr. 5); la Madonna e l'Annunciazione conservate nel New Jersey a Princeton (Art Mus.); la Natività e la Presentazione al Tempio (Parigi, Louvre); la Madonna con il Bambino in trono (Firenze, Gall. dell'Accademia); il S. Domenico conservato nel Massachusetts a Cambridge (Harvard Univ. Art Mus., Fogg Art Mus.); l'Incoronazione della Vergine (Londra, Courtauld Inst. Gall.); la cuspide con la Crocifissione (New Haven, Yale Univ., Art Gall.); l'Adorazione dei Magi, la Fuga in Egitto e la Flagellazione (Altenburg, Staatl. Lindenau-Mus.); la Salita sulla croce (Utrecht, Rijksmus. Het Catharijneconvent); il Giudizio universale (Grosseto, Mus. Diocesano di Arte Sacra).Lo stesso Bellosi (1991, p. 7) ha suggerito un sostanzioso ridimensionamento della valutazione del ruolo di G., da considerare "uno dei tanti pittori di secondo livello del Duecento italiano" e che, a suo avviso, continua ancora a godere di un'ingiusta notorietà derivante dall'antica querelle critica. Lo studioso ha pure approfondito il senso dei collegamenti con la cultura figurativa di Cimabue anticipati da Stubblebine (1964), giungendo a immaginare che negli anni settanta del Duecento G. avrebbe risentito in modo significativo dell'influenza di quel maestro.
Bibl.: G. Milanesi, Della vera età di Guido pittore senese e della celebre sua tavola in San Domenico di Siena, Giornale storico degli archivi toscani 3, 1859, 1, pp. 3-15; R. Offner, Guido da Siena and A.D. 1221, GBA, s. VI, 37, 1950, pp. 61-90; C. Brandi, Relazione sul restauro della Maestà di Guido da Siena del 1221, BArte, s.IV, 36, 1951, pp. 248-260; J.H. Stubblebine, Guido da Siena, Princeton 1964; J. Gardner, Guido da Siena, 1221, and Tommaso da Modena, BurlM 121, 1979, pp. 107-108; L. Bellosi, Per un contesto cimabuesco senese: a) Guido da Siena e il probabile Dietisalvi di Speme, Prospettiva, 1991, 61, pp. 6-20.A. G. De Marchi