GUALTIERO di Mortagne
Fu insegnante a S. Genoveffa di Parigi (1126-1144), e più tardi vescovo di Laon (1155-1174). Nella questione degli universali sostenne contro Abelardo la dottrina dello "stato", secondo la quale le essenze rimangono immutate in sé stesse, ma cambiano il loro "stato" secondo i corpi con i quali si uniscono. Anche nella dottrina sulla Trinità, G. fu avversario di Abelardo, il quale avrebbe identificato il Padre con la Potentia, il Figlio con la Sapientia, lo Spirito Santo con la Bonitas.
Cinque sue lettere, di cui la quinta ad Abelardo, in L. D. D'Achéry, Spicilegium, III, Parigi 1723, pp. 524-26; il trattato De Trinitate (già attribuito a Ugo di S. Vittore, ma secondo mss. di Salisburgo e di Oxford appartenente a G.), e il trattato De matrimonio (anch'esso nella pseudougoniana Summa sententiarum), in Patrol. Lat., CLXXVI, coll. 153-174. Il trattato De generibus et speciebus, pubblicato da N. Hauréau, in Notices et extraits de la Bibl. Nat., V, pp. 298-325, è di dubbia autenticità.
Bibl.: cfr. J. Bach, Dogmengeschichte des Mittelalters, II, Vienna 1875, pp. 125-127; H. Denifle, in Archiv für Literatur und Kirchengeschichte, III (1887), p. 636 segg.; M. Grabmann, Geschichte der scholastischen Methode, II, Friburgo 1911, p. 309 seg.; Ueberweg-Geyer, Die patristische und scholastische Philosophie, Berlino 1928, p. 211.