GREGORIO il Taumaturgo, santo
Prima del battesimo chiamato Teodoro, nacque a Neocesarea nel Ponto, verso il 213 d. C. Col fratello Atenodoro andò a Beirut per gli studî di diritto, ma di là passato a Cesarea, divenne uditore di Origene e con lui strinse salda amicizia. Tornato in patria nel 238 fu ordinato vescovo (il primo di quella città, quasi tutta pagana) e in questa carica perdurò fino alla morte avvenuta verso il 270. Di grandissima attività pastorale, riuscì quasi interamente a convertire Neocesarea al cristianesimo, né ebbe possibilità di scrivere molto.
Opere di sicura genuinità sono: 1. l'Orazione eucaristica (Λόγος χαριστήριος la dice lo stesso autore) a Origene, nobile discorso pieno di sentimento, ma un po' guasto dall'artificio retorico, tenuto nel 238, quando si partiva dal suo maestro (in Patrol. Graeca, X, coll. 1049-1104); 2. il Simbolo di fede (ivi, X, coll. 983-88), composto fra il 360 e il 370; 3. la Lettera canonica (ivi, X, coll. 1019-1048), indirizzata a un vescovo, importante per la disciplina ecclesiastica (del 254?); 4. la Metafrasi all'Ecclesiaste (ivi, X, coll. 987-1018); 5. l'opera a Teopompo sull'impassibilità e passibilità di Dio, solo nella versione siriaca. Di dubbia genuinità sono: 1. l'opuscolo Sull'anima a Taziano (ivi, X, coll. 1137-46); 2. cinque omelie, solo nella versione armena (in Pitra, Analecta Sacra, IV) e una sesta, solo nella versione siriaca (trad. in inglese da F. C. Conybeare, in The Expositor, 1896). Il dialogo con Eliano, genuino, e le lettere, di cui fa menzione Girolamo (De vir. ill., 65), non sono giunti a noi.
Bibl.: V. Ryssel, G. Thaum., Lipsia 1880; J. Dräseke, Gesamm. patrist. Unters., Altona 1889, pp. 103-162; F. X. Funk, Kirchengesch. Abhandl. u. Unters., Paderborn 1899, pp. 329-338; P. De Lagarde, Anal. syriaca, Lipsia 1858, pp. 46-64; e le storie della lett. greca cristiana (Stählin, Bardenhewer, Batiffol, ecc.).