GREGORIO di Terracina
Nacque nella seconda metà dell'XI secolo ed entrò in giovanissima età nel monastero di Montecassino. Fu discepolo di Alberico di Montecassino senior e generalmente si ritiene che proprio con G. debba identificarsi il Gregorio al quale Alberico dedicò una sezione del Breviarium de dictamine.
In seguito alla morte del vescovo di Terracina Benedetto, papa Pasquale II elevò G. a dignità episcopale in quella sede nel 1106. In qualità di vescovo G. partecipò al concilio di Guastalla del 22 ott. 1106.
A Terracina G. rimase per circa un ventennio, in un periodo non facile per la sua diocesi. Terracina faceva parte dei territori della Chiesa, nella provincia della Campagna e della Marittima, dove l'economia feudale aveva fatto fatica a imporsi, e aveva il grave problema delle frequenti epidemie di malaria, che decimavano regolarmente la popolazione. Nell'XI secolo la città era stata sottoposta al potere comitale e, per circa un ventennio, a Desiderio, abate di Montecassino, al quale era stata donata a titolo di concessione personale dal papa Alessandro II. Il potere civile era formalmente nelle mani di un conte, ma di fatto era gestito dal vescovo, che operava col consenso, oltre che del conte, anche dell'aristocrazia locale, nella quale era radicata soprattutto la famiglia Frangipane.
G. appare tra i sottoscrittori del documento emanato il 23 marzo 1112 da Pasquale II nel concilio Lateranense, col quale il papa ritirava il privilegio del 12 apr. 1111 estortogli da Enrico V. Fu inoltre G. ad accogliere Pasquale II quando questi, nel 1117, si rifugiò a Terracina, e spesso anche i successori di Pasquale II vi trovarono rifugio durante l'episcopato di Gregorio.
G. si ritrova in seguito tra i sottoscrittori di un privilegio di Callisto II promulgato durante il primo concilio ecumenico Lateranense il 16 maggio 1123 relativo a una controversia per l'attribuzione all'abbazia di St-Rémy in Provenza della chiesa di S. Martino contesa al monastero di Monte Maggiore (Mabillon).
Nel 1126 papa Onorio II inviò G. all'abbazia di Montecassino per portare all'abate Oderisio l'ordine, che fu però disatteso, di presentarsi a Roma presso il pontefice. Ancora nel 1126 G. sottoscrisse una bolla papale a favore della Chiesa pisana.
Sono questi gli ultimi due atti compiuti da G. di cui si abbia notizia. È ignota la data della sua morte, mentre Pietro Diacono, nel Liber illustrium virorum archisterii Casinensis testimonia che "sepultus vero est apud Pipernensem Ecclesiam"; ancora Pietro Diacono ricorda che per le sue qualità G. meritò l'epiteto di "columna Ecclesiae".
G. è autore di diverse opere agiografiche, non tutte però conservate. Pietro Diacono ricorda: una passione dei ss. Casto e Cassio, venerati a Sora (Acta sanctorum Iulii, I, Antverpiae 1719, coll. 21-23), canti e inni in loro onore; una passione di s. Restituta (Acta sanctorum Maii, VI, ibid. 1688, coll. 662-668); un'omelia per Maria Madre di Dio; una storia di Giona; un'opera su s. Andrea; omelie per le varie festività annuali; versi scritti in occasione della dedicazione di alcune chiese; la vita e i miracoli di s. Gerardo, che forse è quella restituitaci dagli Acta sanctorumAugusti (II, ibid. 1735, coll. 693-698). Probabilmente i versi sulla presa di Gerusalemme, scritti per l'insistenza di Berardo, suo confratello e poi vescovo di Teramo, sono conservati nel Codex Casinensis 300.R, alle cc. 1-166; mentre alcune sue omelie sono forse tra quelle che si leggono nei Codices Casinenses nn. 389 e 390.
Fonti e Bibl.: Chronica monasterii Casinensis, a cura di H. Hoffmann, in Mon. Germ. Hist., Scriptores, XXXIV, Hannoverae 1980, pp. 511, 548; G.D. Mansi, Sacrorum conciliorum nova et amplissima collectio…, XX, Venetiis 1775, col. 1212; Pietro Diacono, Liber illustrium virorum archisterii Casinensis, in J.-P. Migne, Patr. Lat., CLXXIII, coll. 1039 s.; F. Ughelli - N. Coleti, Italia sacra, I, Venetiis 1717, coll. 1291 s.; J. Mabillon, Annales Ordinis S. Benedicti, VI, Lucae 1745, pp. 126, 597; W. Wattenbach, in Chronica monasterii Casinensis, a cura di W. Wattenbach, in Mon. Germ. Hist., Scriptores, VII, Hannoverae 1846, pp. 554, 566; F. Novati, Le origini, Milano 1926, p. 621; M. Inguanez, Codicum Casinensium manuscriptorum catalogus, II, 1, Montis Casini 1928, pp. 26, 121; A. Bianchini, Storia di Terracina, Terracina 1952, p. 142; A. Lentini, Alberico da Montecassino, in Studi gregoriani, a cura di G.B. Borino, IV, Roma 1952, pp. 55, 57; P.B. Gams, Series episcoporum Ecclesiae catholicae, Graz 1957, p. 732; Bibliotheca Latina, I, pp. 250, 511; II, p. 1044; Dict. d'hist. et de géogr. ecclésiastiques, XXII, coll. 38 s.