GREGORI
Famiglia di musicisti originari di Siena. Alberto, il primo di cui si ha notizia, nacque a Siena forse nei primi decenni della seconda metà del sec. XVI. Egregio suonatore di trombone - a detta di R. Morrocchi forse il primo d'Italia -, fu maestro di cappella dello spedale di S. Maria della Scala a Siena; nel 1621 risulta a capo della cappella e del Concerto del palazzo della Signoria di Siena. In qualità di maestro di cappella aveva non solo l'onere principale d'insegnare il canto, ma anche il compito di provvedere all'istruzione elementare e superiore, comprendente le discipline dell'armonia, del contrappunto e della composizione. Sappiamo che seguì con scrupolo la carriera del figlio Annibale, di cui pubblicò postumi gli Ariosi concenti (1635).
Si ignora l'anno della morte, avvenuta probabilmente a Siena poco dopo questa data.
Il figlio Annibale nacque a Siena presumibilmente nell'ultimo ventennio del sec. XVI. Avviato alla musica dal padre, studiò probabilmente nella cappella del Palazzo pubblico, ove questi insegnava, divenendo primo suonatore di cornetto.
I cornettisti della cappella, oltre a sostenervi il doppio ruolo di suonatori e cantori, generalmente divenivano musicisti del Concerto, ed è presumibile che anche Annibale abbia fatto parte di questo corpo musicale di cui in seguito divenne direttore. I suoi maestri non sono noti, ma è indubbio che appartenessero a tale istituzione; infatti, agli inizi del sec. XVI, il Concerto assunse le caratteristiche di un istituto musicale in cui erano i concertisti in carica a insegnare lo strumento agli allievi.
Diffusasi dalla Germania in Italia agli albori del sec. XIV, l'istituzione del Concerto nacque dalla consuetudine di valenti suonatori di strumenti a fiato (zufoli, cornetti, bombarde e tromboni) di concertare insieme. Tali suonatori, definiti originariamente "pifferi", furono attivi soprattutto nel XV secolo presso le corti e le repubbliche d'Italia in occasione di tornei e nelle principali feste. Al tempo di Annibale il Concerto senese era formato da quattro cornetti nasardi di legno di diverso registro (due soprani o mezzosoprani e due contralti), con due tromboni di basso. I musicisti, oltre all'obbligo di cantare e suonare nelle funzioni religiose, partecipavano anche alle varie manifestazioni cui presenziava la Signoria, cioè principalmente nelle mense e cappelle pubbliche.
Oltre a essere eccellente cornettista, Annibale fu organista e maestro di cappella della metropolitana senese dal luglio 1612 fino al dicembre 1618, quindi presso la chiesa di S. Maria di Provenzano, e nuovamente al duomo dall'agosto 1623 fino alla morte. Fu inoltre membro della prestigiosa Accademia degli Intronati. Le sue opere a stampa (canzonette, madrigali, salmi e mottetti) e i manoscritti testimoniano della sua maestria come contrappuntista, che gli permetteva di realizzare in tempi brevissimi i soggetti che gli venivano proposti. Forse proprio questa abilità nel comporre procurò ad Annibale l'invidia di musicisti di cui più volte si lamenta nelle sue opere.
Significativa, a tal proposito, è la dedica premessa alla raccolta Sacrarum cantionum quae binis, ternis, quaternisque vocibus concinuntur liber secundus, op. 7 (Roma 1625; conservata a Siena, Biblioteca comunale degli Intronati). In quest'opera, dedicata a Nicolao e Samuele Felici, Annibale si augura che il tiepido soffio del favonio e le dolcezze primaverili possano liberarlo dal gelo e dalle malignità degli invidiosi e dei maldicenti. Anche la dedica al conte Virgilio Malvezzi premessa a Il primo libro de madrigali a cinque voci (Venezia 1617; conservato a Bologna, Civico Museo bibliografico musicale, a parti separate) rivela che questi suoi primi lavori non furono accolti favorevolmente. Annibale confessa di essersi quasi pentito di averli pubblicati: "dovevo […] far sentire il suono dei miei Madrigali più tosto all'orecchie de gl'Amici, che dei Censori […] per non soffrire la lingua malevola, onde fossero queste Note, solamente note nelle private mie scuole, non già nelle pubbliche radunanze, se non lodate, almeno non dispregiate". I censori cui fa riferimento sono evidentemente i sei membri dell'Accademia degli Intronati nominati annualmente per esaminare le opere composte dagli accademici.
Tra le composizioni di Annibale si ricordano inoltre: Cantiones ac sacraelamentationes singulis vocibus concinendae cum b. ad clavicymbalum, op. 5 (Siena 1620); Sacrarum cantionum quae binis, ternis, quaternisque vocibus concinunturliber tertius, op. 8 (Venezia 1635); Ariosi concenti, cioè La ciaccona, RuggieriRomanesca, più arie a una et a 2 voci da cantarsi nel gravicembalo o tiorba, op. 9 (ibid. 1635; dedicati a Lelio Zuccantini e Nicolò Amati); altri quattro libri di madrigali a cinque voci e la mascherata Imeneo d'amor conservati, secondo Morrocchi, nell'Archivio del Duomo di Siena.
Annibale morì nell'aprile 1633 a Siena.
La sua produzione musicale sacra e profana presenta sia lo stile polifonico, sia lo stile monodico (opere 5, 7 e 9). Negli Ariosi concenti emergono per il loro particolare interesse la ciaccona, scritta sopra un lungo basso ostinato, alcuni pezzi composti sul Ruggero e le arie strofiche, che rivelano la grande vena melodica di Annibale; la frequente azione imitativa delle voci e la cospicua presenza di fioriture ne testimoniano il virtuosismo.
Alla famiglia G. appartenne anche Donato, valente musicista e maestro di cappella, che successe al cugino Annibale nella direzione del concerto del palazzo, rimanendo in carica fino al 1644, quando fu eletto Pietro Bambagini.
Fonti e Bibl.: I. Ugurgieri Azzolini, Le pompe sanesi, II, Pistoia 1649, p. 11; L. De Angelis, Bibliografia degli scrittori sanesi, I, Siena 1824-26, p. 348; R. Morrocchi, La musica in Siena, a cura di L. Banchi, Siena 1886, pp. 92, 96 s.; L. Cellesi, Storia della più antica banda musicale senese, Siena 1906, p. 36; Id., L'organo della cappella interna del palazzo comunale di Siena, Siena 1931, pp. 8 s.; S.A. Luciani, La musica in Siena. Saggi su antichi musicisti senesi, Siena 1942, pp. 25 s., 74; Italian secular song, 1606-1636, a cura di G. Tomlinson, II, Pisa and Siena, New York-London 1986, pp. XIII ss.; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, I, p. 661; Die Musik in Gesch. und Gegenwart, V, coll. 783 s.; The New GroveDict. of music and musicians (ed. 2001), X, pp. 372 s.; XXIII, p. 362 (s.v. Siena).