Sapienza, Goliarda
Sapiènza, Goliarda. – Scrittrice (Catania 1924 - Gaeta 1996). Figlia della sindacalista lombarda Maria Giudice e di Giuseppe Sapienza, avvocato tra i principali animatori del socialismo siciliano, S. cresce in un clima di assoluta libertà dai vincoli sociali, senza frequentare la scuola (il padre non voleva fosse soggetta a imposizioni fasciste). A sedici anni si inscrive all’Accademia d’arte drammatica di Roma e intraprende la carriera teatrale, distinguendosi nei ruoli delle protagoniste pirandelliane. Lavora anche per il cinema, recitando in diversi film. Negli anni Sessanta lascia la scena per dedicarsi alla carriera di scrittrice ma pubblica poco e la sua vita è complicata da condizioni economiche precarie, tanto da finire in carcere per un furto, esperienza di cui parla ne L’università di Rebibbia (1983) e ne Le certezze del dubbio (1987), vincitore del premio Casalotti 1994. Nel frattempo, il capolavoro della scrittrice, il romanzo L’arte della gioia, rimane inedito, rifiutato dalle più importanti case editrici italiane. Viene pubblicato solo postumo, in un’edizione non integrale del 1998 e integralmente nel 2003. Solo però nella riedizione del 2008 – dopo essere stato apprezzato in Germania e in Francia – ottiene il meritato successo di critica e pubblico. L’arte della gioia segue le vicende di Modesta, nata in Sicilia il 1° gennaio del 1900 e accompagnata per sette decenni, attraverso le vicende storiche quasi dell’intero Novecento: storie di feudi e conventi, di principi e campieri, la Grande guerra e l’epidemia di spagnola, le lotte e le speranze del socialismo e l’avvento del fascismo. La scrittura, politica e intimista al tempo stesso, svela tutta la problematicità dell’esistenza ma anche la forza positiva e propositiva di chi sceglie di essere in contatto con ogni parte di sé, compresi gli errori, le sofferenze, le ambiguità, le paure e i delitti, simbolici e reali. Successivamente sono uscite altre opere inedite: il romanzo Io, Jean Gabin (2010) che racconta di quando la scrittrice bambina, lasciata interi pomeriggi al cinema, arrivava a identificarsi totalmente con l’icona anarchica del cinema francese; Il vizio di parlare a me stessa (2011), che raccoglie una selezione di pensieri tratti dai diari della scrittrice; Destino coatto (2011), vite di persone comuni, indagate nell’arco di poche righe, alla ricerca spietata della loro realtà.