Ford, Glenn (propr. Gwyllyn Samuel Newton)
Attore cinematografico canadese, naturalizzato statunitense, nato a Sainte-Christine (Québec) il 1° maggio 1916. Raggiunta la popolarità all'inizio della carriera grazie a Charles Vidor, che lo volle accanto a Rita Hayworth in Gilda (1946), F. ha continuato a indossare la maschera del 'duro dal cuore d'oro' in noir (come The big heat, 1953, Il grande caldo, di Fritz Lang) e western, interpretando con sobrietà ed efficacia eroi spesso ambiguamente al confine tra il bene e il male. La felicità della recitazione, le doti di simpatia, eleganza, ironia lo hanno reso interprete non meno suggestivo di commedie sofisticate, melodrammi, nonché storie di violenza metropolitana, come The blackboard jungle (1955; Il seme della violenza) di Richard Brooks, in cui ha offerto una delle sue prove migliori.Cresciuto a Santa Monica, dove la sua famiglia si era trasferita, F. studiò recitazione e nel 1935 entrò in una compagnia teatrale locale. Introdotto nel cinema da Tom Moore, esordì nel dramma metropolitano newyorkese Heaven with a barbed wire fence (1939) di Ricardo Cortez, cui seguirono alcuni film, in prevalenza com-medie (tra cui Texas, 1941, di George Marshall). Nel 1940 avvenne l'incontro, determinante per la sua carriera, quello con Ch. Vidor: il regista lo diresse in The lady in question (Seduzione), rifacimento di Gribouille (1937; Il caso del giurato Morestan) di Marc Allégret, un dramma non privo di elementi comici in cui F. recitò accanto a Rita Hayworth. La formula Vidor-Ford-Hayworth risultò assolutamente vincente nell'intenso noir Gilda, girato dopo la pausa dovuta alla partecipazione di F. come marine alla Seconda guerra mondiale. Nel ruolo di Johnny, ancora segretamente innamorato della sensuale e indomabile Gilda, sua ex amante e moglie di un boss della malavita di Buenos Aires per cui Johnny lavora, F. resse l'arduo confronto con una sfolgorante Hayworth, aggiudicandosi così, per qualche anno, il ruolo del 'bel tenebroso'. In The loves of Carmen (1948; Gli amori di Carmen), Vidor per la terza volta valorizzò la felice intesa dei due attori (sfruttata poi anche da Vincent Sherman in Trinidad, 1952), in una passionale storia d'amore, odio e morte che ricalca lo schema del film precedente. Si apriva intanto una nuova stagione con il regista Henry Levin, per il quale F. interpretò vari tipi di personaggi: così, nel western psicologico The man from Colorado (1948; L'uomo del Colorado, noto anche con il titolo Non si può continuare a uccidere), è un sanguinario colonnello nominato giudice in una cittadina del West; in The mating of Millie (1948; Una donna senza amore), commedia dai toni dolci-amari, arricchisce di ironico fascino la figura del conducente di autobus sposato a una donna d'affari al solo scopo di adottare un bambino. La collaborazione con Levin proseguì con Convicted (1950; Condannato!) e con Flying missile (1950; Il mistero del V3). Dopo alcuni film di secondo piano, emerse di nuovo con il noir The big heat, una delle migliori prove di Lang negli Stati Uniti. Storia di un poliziotto che indaga sull'ambigua morte di un collega, il film è una riflessione sui limiti della legalità e sulle ingiustizie sociali in cui F. interpreta magistralmente la parte dell'uomo comune costretto a farsi giustizia da sé. Lavorò ancora con Lang in Human desire (1954; La bestia umana), remake del film di Jean Renoir La bête humaine (1938), dove prestò la sua fisicità al macchinista ferroviario coinvolto in una torbida vicenda d'amore e gelosia. A distanza di un anno ottenne un nuovo successo personale con The blackboard jungle, nel ruolo, per lui inconsueto, del professore di una scuola della periferia newyorkese che affronta una classe ostile, frequentata da immigrati di diverse etnie, riuscendo alla fine a conquistarne il rispetto. Dopo aver impersonato, in una serie di western, il prototipo dell'eroe silenzioso, deciso, pronto ad affrontare con forza e onestà la dura legge del West (Fastest gun alive, 1956, La pistola sepolta, di Russell Rouse; 3:10 to Yuma, 1957, Quel treno per Yuma, e Cowboy, 1958, entrambi di Delmer Daves; The sheepman, 1958, La legge del più forte, di Marshall), diede un'ottima prova della sua versatilità in The gazebo (1959; Gazebo) ancora di Marshall, commedia dal ritmo rocambolesco in cui è uno scrittore di gialli che viene ricattato e decide di uccidere il suo ricattatore, e in Pocketful of miracles (1961; Angeli con la pistola), ultima opera di Frank Capra, in cui impersona l'umano e ironico gangster che aiuta una vecchia mendicante (Bette Davis) a far credere alla figlia di essere una ricca signora. Di questo film F. fu anche, unico caso nella sua carriera, produttore associato insieme a Joseph Sistrom e allo stesso Capra. In una continua alternanza di generi interpretò il melodrammatico The four horsemen of the Apocalypse (1962; I quattro cavalieri dell'Apocalisse) e la commedia The courtship of Eddy's father (1963; Una fidanzata per papà), entrambi di Vincente Minnelli, il divertente Dear heart (1964; Tre donne per uno scapolo) di Delbert Mann, il western The last challenge (1967; Sfida oltre il fiume rosso) di Richard Thorpe. Dopo circa dieci anni di attività prevalentemente televisiva, è tornato al cinema partecipando a film di varia fortuna e genere: Midway (1976; La battaglia di Midway) di Jack Smight; Superman (1978) di Richard Donner, nel ruolo di padre adottivo del protagonista; il catastrofico Fukkatsu no Hi, uscito negli Stati Uniti con il titolo Virus (1980; Ultimo rifugio: Antartide) di Fukasaku Kinji; Happy birthday to me (1981), commedia di J. Lee Thompson. A distanza di anni è apparso ancora nella mediocre produzione italiana Casablanca Express (1989) di Sergio Martino e nel thriller Raw nerve (1991) di David A. Prior.