Durano, Giustino
Attore teatrale e cinematografico, nato a Brindisi il 5 maggio 1923 e morto a Roma il 18 febbraio 2002. Esuberante, eccentrico, dotato di insolita espressività e mimica, fu una figura poliedrica nell'ambito dello spettacolo italiano. La naturale attitudine di D. nell'adattarsi, con uno stile del tutto personale, a ruoli differenti gli consentì infatti di passare facilmente dalle scene del varietà al teatro e al cinema. Sul grande schermo seppe dare vita a personaggi significativi, seppure di secondo piano, come in La vita è bella (1997) diretto da Roberto Benigni, per il quale venne premiato nel 1998 con il Nastro d'argento.
Formatosi nell'ambito del teatro di varietà e della radio, si fece conoscere dal pubblico nel 1953 con lo spettacolo Il dito nell'occhio, di cui fu autore e anche interprete con Franco Parenti e Dario Fo, insieme ai quali iniziò un breve, ma importante sodalizio. Alla lunga carriera teatrale, che successivamente proseguì da solo, D. alternò l'attività di cantante nei caffè-teatro e nei nightclub. Nel cinema D. non raggiunse il successo ottenuto sul palcoscenico, ma lavorò comunque, in ruoli per lo più comici, diretto da importanti registi: Alessandro Blasetti per La fortuna di essere donna (1955), in cui interpreta il fidanzato della protagonista (Sophia Loren), presto dimenticato per un affascinante fotografo (Marcello Mastroianni); Carlo Lizzani per Lo svitato (1956), in cui recita al fianco di Dario Fo; Mario Mattoli per Tipi da spiaggia (1959), nella parte di un giovane squattrinato; Vittorio De Sica, per Caccia alla volpe (1966), nella parte di un grottesco critico cinematografico che finisce in camicia di forza.
Nell'ultimo film interpretato, La vita è bella, sostenne con amara ironia il drammatico ruolo dello zio del protagonista, Guido Orefice (Roberto Benigni), riaffermando ancora una volta il suo talento con uno stile recitativo concitato e fortemente mimico, che ben si addice all'atmosfera surreale e fiabesca della prima parte del film.