CERNITORI, Giuseppe
Nato a Civitavecchia il 19 genn. 1749, entrò come novizio nella Compagnia di Gesù il 26 genn. 1766. Nel 1772 frequentava il corso di fisica al Collegio Romano, dove studiava ancora quando la Compagnia fu soppressa con il breve Dominus ac Redemptor del 21 luglio 1773. Ridotto allo stato secolare, divenne prezioso collaboratore del confratello F. A. Zaccaria e poté con lui risiedere nella casa del Gesù che fu lasciata agli ex appartenenti alla Compagnia. D'ingegno piuttosto mediocre, il C. si adattò di buon grado ad aiutare lo Zaccaria nella raccolta del materiale documentario e bibliografico che doveva servire a quest'ultimo per la stesura dei numerosi volumi pubblicati tra il 1776 e il 1795. Il C. divenne in tal modo un esperto conoscitore del mercato librario romano ed un ottimo bibliografo e, almeno superficialmente, non fu ignaro della letteratura illuministica.
Dell'erudizione in tal modo acquistata egli si servì per la compilazione di alcune opere. La prima, Della letteraria, e cristiana istituzione dellaprima gioventùlibri due... (Roma 1788), dedicata ai marchesi Paolo, Innocenzo e Giacinto Del Bufalo, presenta qualche interesse nella misura in cui è fedele testimonianza dei criteri didattici e pedagogici in uso negli ambienti gesuitici di fine Settecento.
L'opera, in due volumi, prende a modello il De ratione discendi, et docendi (Florentiae 1703) del padre Joseph de Jouvancy, con l'aggiunta di più aggiornate indicazioni bibliografiche per gli studi indicati. Seguendo, ma con un'ulteriore accentuazione moralistica, i precetti della poetica settecentesca, il C. definisce la poesia "arte liberale, che immita le azioni degli uomini per recar giovamento al costume": essa riguarda non il vero ma "il verisimile" (I, p. 105); le scienze "non sono che un mezzo per rendere la gioventù sempre più capace di rispondere all'alto fine, per cui siam fatti. Questo fine altro non è, che servire, ed amare il nostro Dio, e poi goderlo nell'altra vita" (I, p. 222). Nell'azione educativa un posto fondamentale è riservato all'intervento dell'insegnante, il quale deve tenere presente che i fanciulli sono "come una pianterella, che se quando è tenera, sia ben drizzata, alto leva da terra le cime sempre dritta; ma se allora non abbia una mano benefica, che le usi questo cortese ufizio, a poco a poco comincia a pendere or da una, or dall'altra parte sì, che fa una miserabil comparsa" (I, p. 224); egli non deve aver alcuno scrupolo filologico-critico: "l'interpretazione degli Autori sia talmente fatta, che tuttoché gentili sieno, e profani, diventino tutti come tanti banditori di Cristo, cioè, che tutte le cose, ch'essi dicono, si rivolgano e a lodare la virtù, e a biasimare il vizio"(I, p.231). Il secondo volume è composto di cinque opuscoli: l'Index criticus vocum ab iis, qui latine scribere velint, vitandarum di Giovanni Marchelli (pp. 1-86; la cui prima edizione è datata Mediolani 1753); un compendio, in lingua italiana, del C. degli Elementi di rettorica in poche tavole adattate al metodo del padre Domenico da Colonia (pp. 87-112); un Saggio di mitologia romana del C. (pp. 113-151); l'Ajuuto della memoria per tutta l'antica storia in grazia de' giovanetti apprestato già in latino a Gratz nella Stiria dall'eruditissimo P. Carlo Andrian, ed ora accresciuto di altre questioni ad ogni periodo, e massimamente della notizia degli Autori da potersi consultare pressoche a tutte le accennate questioni (pp. 152-244; rielaborazione del Subsidium memoria pro universa historia ecclesiastica, s.n.t., dell'Andrian); e infine il Saggio di antichità romane per la facile, e diritta intelligenza degli antichi autori dello stesso C. (pp. 245-371).
Alcuni anni dopo il C. pubblicò la Biblioteca polemica degli scrittori che dal 1770sino al 1793 hanno o difeso o impugnati idogmi della Cattolica Romana Chiesa... (Roma 1793), un ampio catalogo librario nato dalla sua attività di raccoglitore di libri per lo Zaccaria e che quindi testimonia della ricchezza della biblioteca che quest'ultimo aveva costituito nella casa del Gesù.
L'opera divide in due parti, ordinate alfabeticamente per autore, gli apologisti cattolici (pp. 5-177)e gli avversari della Chiesa romana (pp. 179-235),avendo come sicuro punto di riferimento il Giornale ecclesiastico di Roma, ai cui giudizi il C. rinvia il lettore ogni qualvolta ciò sia possibile; ma a differenza di questo periodico egli rivolge ampie lodi anche ai più intransigenti campioni della disciolta Compagnia, i cui scritti non sempre erano graditi alla Curia (come ad esempio quell'Analisidel Concilio diocesano di Pistoia...,Assisi 1790, del gesuita J. Fuensalida, confutata dal cardinale Gerdil e condannata dalla Congregazione dell'Indice). Tra i "reprobi" figurano alla rinfusa illuministi, giurisdizionalisti, giansenisti, increduli e altri autori cattolici che, anche soltanto su singoli problemi, avevano manifestato opinioni diverse da quelle gradite a Roma.
Dal 1792 il C. era diventato agente romano del vescovo di Brescia, G. Nani, e alcuni anni dopo del vescovo di Capodistria, B. Da Ponte, incarichi che gli consentivano discreti guadagni. Dopo la morte dello Zaccaria (1795), non pubblicò alcun'altra opera; né riuscì ad evitare nel periodo rivoluzionario la dispersione delle carte del suo maestro.
Ricostituita la Compagnia di Gesù dopo la Restaurazione, egli vi rientrò mantenendo la carica di bibliotecario della casa professa del Gesù fino alla morte avvenuta a Roma il 7 febbr. 1821.
Fonti e Bibl.: Un cospicuo numero di lettere del C. a Giovanni Nani, contenenti notizie sugli autori di varie opere anonime o pseudonime ed elenchi di pubbl. acquistate o da acquistare con indicazione dei prezzi, sono conservate nella Bibl. naz. Vittorio Emanuele II di Roma, Fondi minori 719; qualche notizia sul C. nelle lettere di F. A. Zaccaria ad A. G. Severoli, in Bibl. Ap.Vaticana, Vat. lat. 10502. Si veda ancora E. De Tipaldo, Biografia degli ital. illustri, II,Venezia 1835, p. 97; C. Sommervogel, Bibliothèque de la Compagnie de Jésus...,II, Bruxelles-Paris 1891, col. 999; G. Natali, Il Settecento, Milano 1935, pp. 247, 278, 299; V. E. Giuntella, Roma nel Settecento, Bologna 1971, pp. 309, 314; G. Pignatelli, Aspetti della propaganda cattolica a Roma da Pio VI a Leone XII, Roma 1974, pp. 77 s., 161; H. Hurter, Nomenclator literarius..., V, col. 319.