CAPOLINO, Giuseppe
Figlio di Domenico, falegname, e di Maria Molinari, nacque il 6 apr. 1827 a Trieste, dove i genitori, friulani di Cornino, si erano trasferiti da oltre dieci anni. Ottenuta dal municipio una pensione di 400 fiorini, intraprendeva nel 1843 gli studi artistici presso l'Accademia di Venezia.
Un disegno a matita (Trieste, Civici Musei di storia ed arte) con la riproduzione di un busto classico, firmato e datato 19 maggio 1844 e vistato dal Lipparini, professore ufficiale di "elementi di figura", ne documenta la frequenza al corso di questa materia. Accolto nello studio del Trani, a Roma, colse ivi la prima importante affermazione vincendo, nel 1851, il primo premio di scultura all'Accademia di S. Luca. Tre anni dopo gli fu conferita la grande medaglia della Congregazione artistica dei Virtuosi al Pantheon per l'opera (dispersa) intitolata Mosè bambino presentato a Faraone dalla figlia, esaltata altresì nei componimenti poetici del Savio Collegio di Arcadia (Caprin, p. 126). Di ritorno (non prima del 1855) a Trieste, vi aprì studio di scultura. Eseguì in gran numero busti, statue allegoriche e monumenti funerari per le maggiori famiglie triestine (e resta testimonianza inoltre di richieste, soddisfatte, da Parigi e da Lubiana). Morì a Trieste il 22 dic. 1858.
Il Caprin (p. 126), trattando del C., si sofferma di sfuggita sulla descrizione dell'uomo, assillato, sembrerebbe, da mille scrupoli e da una mania di persecuzione. Dopo la sua scomparsa, la conduzione dell'atelier venne assunta dal suo collaboratore Alberto Brestyanszky, e si ha notizia (de Drago, p. 215) che in esso, ancora verso il 1870, c'era una quantità di pregevoli bozzetti del Capolino.
Opere (tutte a Trieste): S. Giovanni Battista (marmo, 1855), Civico Museo Revoltella; coppia di Leoni (inpietra d'Istria, 1856), Arsenale del Lloyd; altorilievo simbolico in marmo bianco su fondo di marmo nero sulla tomba Cominotti (De Alisi); monumento (con bassorilievo) per la tomba Machlig e Angelo della Risurrezione (marmo, 1858) sopra la tomba Cassina (ora Frandoli), cimitero di S. Anna; Bacco fanciulloin groppa allapantera (gesso), Civici Musei di storia ed arte.
La sicurezza dei mezzi tecnici, seguita alla prima educazione accademica, consentì al C. in ogni prova (gesso o marmo) di trasmettere con puntualità i fondamenti della sua visione classicamente realistica, in accordo, del resto, con la poetica del Tenerani. A parte la fattura non più che diligente dei ritratti e la scolasticità dei rilievi d'occasione, i risultati migliori furono raggiunti dal C. nel S. Giovanni Battista del Revoltella e nel maestoso Angelo sulmonumento Cassina. Tuttavia dalla superstite produzione si stacca il freschissimo modelletto col Bacchino, esempioaltresì indubbio - ci sembra - di un'intelligente comprensione del gusto ellenistico, altrimenti insospettabile.
Fonti e Bibl.: Trieste, Parrocchia di S. Maria Maggiore, Libro dei battezzati, a. 1827; Ibid., Civici Musei di storia e arte, lettera, 2 apr. 1856, della Società del Lloyd austriaco al C. (con la commiss. dei Leoni per l'Arsenale), e due lettere autogr. 21 dic. 1857 e 20 nov. 1858; Ibid., Cimitero di S. Anna, Libro dei morti, a. 1858; Roma, Ist. dell'Encicl. Ital.: A. De Alisi, Le arti figurative della Venezia Giulia..., ms., ad vocem; G. Righetti, Cenni storici,biogr. e critici degli artisti ed ingegneri di Trieste, Trieste 1865, pp. 151, 152; V. de Drago, Una passeggiata alle tombe, Trieste 1870, pp. 31 s., 34, 40 s., 215; E. Generini, Trieste antica e moderna, Trieste 1884, pp. 208, 367, 434; G.Caprin, Tempi andati [1891], Trieste 1927, pp. 119, 126 s.; F. Firmiani - S. Molesi, La Gall. d'arte moderna del Civico Museo Revoltella (catalogo), Trieste 1970, pp. 38, 253 (f. 91); F. Firmiani, Le opere dello scultore triestino G. C. e l'autore dei busti vescovili della facciata della cattedrale, in Arti dei Civici Musei di storia ed arte di Trieste, 1971-72, pp. 125-33.