BOFONDI, Giuseppe
Nacque a Forlì il 24 ott. 1795 da Antonio e da Cristina Romagnoli di Cesena, in una famiglia di tradizioni liberali: il padre, Antonio, sarà infatti presidente della municipalità nel 1797, e l'avo materno, Lorenzo Romagnoli di Cesena, reggerà, in qualità di prefetto, i dipartimenti del Rubicone e dell'Agogna durante il Regno italico.
Il B. entrò nella carriera ecclesiastica laureandosi in utroque iure a Bologna nell'anno 1817 e iniziando la sua pratica presso la curia romana. Nell'anno 1822 Pio VII lo nominò referendario delle Due Segnature e uditore della Sacra Rota per la Romagna, di cui diverrà decano il 24 genn. 1842. Nel 1823 fu nominato prelato domestico di Sua Santità, nel 1830, come vicario generale del card. Pacca, amministrò la diocesi di Ostia e Velletri. Ebbe il suo periodo di maggior fortuna nei primi anni del pontificato di Pio IX, il quale lo apprezzava per il moderato favore con cui guardava alle riforme. Creato cardinale in pectore nel concistoro del 21 dic. 1846, il B. ricevette l'effettiva proclamazione l'11 giugno 1847, ottenendo il titolo della diaconia di S. Cesario: divenne membro delle congregazioni dei Vescovi e Regolari, e del Concilio. Nel dicembre fu inviato in Romagna con le funzioni di cardinale legato, dimostrandosi favorevole alle aspirazioni dei liberali e ligio alle direttive di Pio IX. Perciò, quando il segretario di Stato, card. Ferretti, in seguito all'avversione popolare, fu costretto a rassegnare le dimissioni, il papa lo chiamò a succedergli (lettera riservata di nomina del 2 genn. 1848); il 1º febbraio prese possesso di tale carica, a cui si aggiunsero quelle di presidente del Consiglio e di ministro degli Esteri.
Di fronte ai movimenti di piazza che miravano ad accelerare i tempi dell'azione riformistica governativa, il B., consigliato in ciò dal conte Giuseppe Pasolini, pensava di svolgere una politica di concrete ma caute riforme, appoggiandosi ai moderati e ponendo freno nel contempo alle dimostrazioni popolari. Il 12 febbraio, dopo il motu proprio di Pio IX ("Benedite gran Dio l'Italia"), che tanti entusiasmi aveva suscitato, fu deciso un rimpasto del ministero con l'immissione di tre laici: Pasolini al Commercio, alle Belle Arti, Industria e Agricoltura; Sturbinetti ai Lavori Pubblici e Michelangelo Caetani alla Polizia. Il 14 febbraio, date le particolari condizioni dello Stato pontificio che rendevano estremamente difficile l'attività del ministero senza che ne fossero chiariti poteri e limiti, fu creata una commissione per preparare uno schema di costituzione, e in essa entrò il B. insieme ai cardinali Ostini, Castracani, Orioli, Altieri, Antonelli, Vizzardelli, e ai monsignori Corboli-Bussi, Barnabò e Mertel. Intanto il B. pensava al riordinamento dell'esercito chiamando a posti di comando anche ufficiali estranei allo Stato; nello stesso tempo, egli dimostrava la sua fermezza nei confronti di ogni eccesso, condannando, in una circolare del 28 febbraio, le dimostrazioni contro le Corporazioni religiose.
La sua fortuna vacillò dopo lo scoppio della rivoluzione di Parigi, il 24 febbraio; superato ormai dall'incalzare degli avvenimenti, dovette dimettersi e fu sostituito dall'Antonelli, che il 10 marzo formò un ministero in cui prevalevano i laici. Nelle successive vicende il B. seguì nella fuga Pio IX e lo raggiunse a Gaeta il 6 dicembre. Dopo la restaurazione fece parte della congregazione degli Studi e fu nominato nel 1851 presidente del Censo.
In tale ufficio, il B. si preoccupò particolarmente di affrettare l'esecuzione del nuovo catasto con la revisione dell'estimo, già iniziato sotto Gregorio XVI, allo scopo di fissare più equamente la ripartizione dell'imposta fondiaria. Il nuovo estimo fu attuato nelle province delle Marche nel 1856. Contemporaneamente alla stesura del nuovo catasto, i rilievi topografici servirono per la compilazione di una carta geografica generale, di carte corografiche e topografiche dello Stato pontificio. Nel 1862 pubblicò a Roma una Breve memoria sui catasti dello Stato pontificio nonché sui lavori desunti dal materiale censuario. Il B. provvide anche a pubblicare in un volume le tavole di ragguaglio delle diverse misure di capacità e di peso a confronto colle misure metriche, e fece raccogliere in cinque volumi tutte le leggi censuali.
Morì a Roma il 2 dic. 1867 e fu sepolto nella chiesa di S. Maria in Portico.
Fonti e Bibl.: L. Farini, Lo Stato romano dall'anno 1815 all'anno 1850, I, Torino 1850, pp: 345, 350; Notizie per l'anno 1851, Roma 1851, Atti del Sommo Pontefice Pio IX, II, 1, Roma 1857, pp. 219-221; G. Spada, Storia della rivoluzione di Roma, II, Firenze 1869, pp. 24, 35, 50; III, ibid. 1870, pp. 78, 80, 81; La gerarchia cattolica e la famiglia pontificia per l'anno 1875, Roma 1875, pp. 121-122; A. Pougeois, Histoire de Pie IX, son pontificat et son siècle, Paris 1877, I, p. 405; II, p. 236; G. Pasolini, Memorie raccolte da suo figlio, Imola 1881, pp. 76 s., 79; F. Cristofari, Storia dei cardinali di Santa Romana Chiesa, Roma 1888, p. 227; R. De Cesare, Roma e lo Stato del papa dal ritorno di Pio IX al 20 settembre, Roma 1907, I, pp. 6, 53, 98; II, pp. 23, 138; G. S. Pelczar, Pio IX e il suo pontificato, I, Torino 1909, pp. 275, 342, 348 ss., 432; J. Schmidlin, Papstgeschichte der neuesten Zeit, II, München 1939, pp. 28, 301; F. Hayward, Pie IX et son temps, Paris 1948, pp. 85, 88, 89; Diz. del Risorgimento naz., II, p. 815; Dict. d'Hist. et Géogr. Ecclés., IX, p. 401; Encicl. Ital., VII, pp. 274 s.; Encicl. cattolica, II, col. 1758; G. Moroni, Diz. di erud. stor. eccles., ad Indices.