ARNOLFINI, Giuseppe
Figlio di Girolamo e di Chiara Guinigi, nacque a Lucca e fu battezzato nella chiesa di San Frediano il 30 genn. 1528.
Seguì la carriera mercantile del padre e fu socio della compagnia "Eredi di Bonaventura Michaeli e Girolamo Arnolfini e C." di Lione. Nel 1560 l'A. si trovava a Lucca dove concesse davanti a notaio un prestito di 500 scudi d'oro ad Elena Sandonnini, vedova dello zio Bartolomeo Arnolfini, con garanzia di ipoteca sulla dote di costei; ma nel 1561 era presumibilmente già a Lione, avendo lasciato a Lucca procura ai propri fratelli Francesco, Bernardino e Lazzaro per eseguire la divisione dei beni, che erano stati ereditati dallo zio Bartolomeo Arnolfini, in comune con Iacopo di Battista di Bartolomeo Arnolfini.
Nel 1562 faceva parte della colonia lucchese di Lione: la sua firma figurò accanto a quella degli altri Lucchesi ivi residenti in una lettera indirizzata al Senato di Lucca per rassicurarlo sulla loro, fedeltà al cattolicesimo ed alla repubblica. Questa lettera tuttavia non fu ritenuta soddisfacente a stornare i sospetti di eresia che pendevano su molti Lucchesi stabiliti a Lione.
Nel 1567 l'A. aveva nominato suo procuratore a Lucca un membro della famiglia Bernardi. L'anno seguente avvenne la divisione del patrimonio paterno ereditato dal padre ed i fratelli gli assegnarono la sua parte.
Dell'attività commerciale della compagnia Michaeli-Arnolfini di Lione durante questo periodo si hanno poche notizie. Un documento che si riferisce all'anno 1569 dà atto dell'attività bancaria della compagnia. Nello autunno di questo anno, infatti, gli Arnolfini funsero da intermediari, assieme ad altri banchieri italiani di Lione, per il pagamento in fiera di complessivi 116.504 scudi per grani provenzali acquistati per conto del pontefice Pio V.
Nell'ondata di fallimenti che seguì la bancarotta spagnola del 1576 fu travolta, nel marzo 1579, anche la compagnia Michaeli-Arnolfini di Lione. Essa lasciò un passivo di 180.000 scudi del sole. Nello stesso anno i procuratori lucchesi dell'A. cominciarono ad alienare parte del patrimonio immobiliare: dapprima una casa in Lucca sita in Canto d'Arco, che fu venduta a Girolamo Buonvisi; poi una proprietà sita in San Pantaleone, ceduta, nel 1584, ad Orazio Lucchesini per 4.400 scudi. Non si sa quando gli Arnolfini abbiano ripreso gli affari lionesi: nel 1590 esisteva comunque di nuovo su questa piazza una compagnia Michaeli-Arnolfini, legata a Michele Burlamacchi di Ginevra.
Manca ogni notizia sulla partecipazione dell'A. agli affari dei Michaeli-Arnolfini di Anversa: la compagnia "Eredi di Bonaventura Michaeli e Girolamo Arnolfini e C." dovette sciogliersi o fallire tra il 1579 e il 1591 anno in cui l'A. partecipò alla fondazione della nuova compagnia "Iosepho, Francesco Arnolfini, Gerolamo e Bonaventura Michaeli e C." di Anversa, che ebbe vita breve e sparì prima dell'anno 1596.
Nel 1594 l'A. si trovava a Lucca, dove si occupò delle questioni amministrative relative al processo e alla condanna per assassinio del nipote Massimiliano, figlio del fratello Francesco, versando al fisco la quota dell'eredità di Massimiliano, ammontante a 600 scudi, che era stata colpita da confisca. L'anno successivo l'A., ancora a Lucca, dove abitava in contrada San Giusto, istituì un censo di 180 scudi annui su alcuni poderi di sua proprietà siti in comune di Saltocchio, in località alle Piagge, che vendette a Girolamo Buonvisi per 3000 scudi d'oro. Poi, nel 1596, partecipò ad Anversa alla fondazione di una nuova società commerciale denominata "Iosepho Arnolfini, Bonaventura e Ottavio Michaeli e C.".
La sorte di questa compagnia non ci è nota. È necessario tuttavia notare che in questo periodo gli estimi immobiliari lucchesi registrano una considerevole diminuzione nel patrimonio fondiario dell'A., il quale passò da 19.000, scudi nel 1599, a 8.000 scudi nel 1606 (in questo anno era ormai intestato agli "Eredi di Giuseppe"). Anche il patrimonio di Cesare, figlio dell'A., che era stato emancipato ed aveva ricevuto la propria parte di eredità, passò da 12.500 scudi nel 1599 a 7000 scudi nel 1606.
Nel 1602 l'A. era tornato a Lucca, dove esercitò la carica di gonfaloniere di giustizia. Fece testamento nel 1603; non si hanno sue notizie in data posteriore, ma egli dovette morire poco dopo, in ogni caso prima del 1605.
Dei figli dell'A., avuti da Chiara Buonvisi, Cesare nel 1597 si trovava a Lucca assieme a Ottavio Michaeli (il socio della compagnia di Anversa), come procuratore di Bartolomeo Cenami. Aveva sposato in prime nozze nel 1579 Luvisa Bernardi, e in seconde nozze Lucrezia Poggi, la quale nel 1630 era vedova. Ottavio nacque nel 1554 ed entrò in religione; Girolamo, nato nel 1560, morì probabilmente giovane. Marzio fu nominato nel testamento dell'A. del 1603. Alcuni atti provano la sua presenza a Lucca in questo periodo: nel 1605 egli vendette una casa in contrada San Giusto a Bartolomeo Cenami; nel 1606 vendette terreni a Lodovico Buonvisi. Nel 1635 fu gonfaloniere di giustizia.
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