CLARO, Giulio
Noto criminalista, nato in Alessandria nel 1525 e morto nel 1575 a Saragozza mentre tornava dalla Spagna in Italia. Studiò diritto a Pavia e a Bologna sotto la guida di Alciato, Niccolò Belloni e Iacopo Alba e fu promosso dottore a Pavia nel 1550; dal 1559 al 1561 tenne con molto zelo ed energia in Cremona l'ufficio di podestà, ottenendo la cittadinanza di quella città allo scadere della carica; infine da Filippo II fu nominato membro e quindi reggente del Supremo Consiglio d'Italia in Madrid. Al C. si deve, tra l'altro, l'opera Receptae sententiae divisa in cinque libri, dei quali i primi quattro sono dedicati a] diritto civile e feudale e il quinto (edito a Venezia nel 1568), al quale effettivamente il C. deve la sua fama, è un trattato di materia criminale. L'opera del C. ebbe molte ristampe per l'uso fattone non solamente nel Milanese, ma soprattutto nello Stato della chiesa e nel Napoletano; la prima completa è del 1570 (Venezia). Numerose aggiunte vi fece particolarmente il Baiardo, dotto giureconsulto e governatore di Spoleto sotto Pio V. Anche in Germania ebbe grande autorità, specie per l'uso che ne fece il Carpzov.
Bibl.: Ph. Argelati, Bibliotheca scriptorum mediolanensium, II, ii, Milano 1745; F. Arisio, Cremona literata, II, Parma 1705; A. Allard, Histoire de la justice criminelle au XVI siècle, Gand-Parigi-Lipsia 1868; E. Moeller, J. Cl. aus Alexandria, Breslavia 1911.