GIROLDO da Como
Scultore e, probabilmente, architetto attivo in Toscana nella seconda metà del Duecento.Erede della tradizione lombardo-ticinese e ultima importante voce di tale plurisecolare presenza nell'arte medievale toscana, contemporaneo di Nicola Pisano, il confronto con il quale ha comportato sin dai primi studi (Salmi, 1914; 1928; Biehl, 1926; Toesca, 1927) l'irrevocabile condanna critica dell'artista, G. è sfuggito sinora a un più obiettivo e complessivo approfondimento storiografico talché resta difficile ricostruire finanche la sua vicenda biografica. L'identificazione di G. di Jacopo da Como con il Giroldo di Jacopo da Lugano che si firmò su due epigrafi volterrane (Volterra, casa-torre di Giovanni Toscano; battistero; Schmarsow, 1890; Swarzenski, 1921) è oggi da riproporre, alla luce della lettura del testo della prima epigrafe - a torto ritenuta del 1209 (Ricci, 1905) -, correttamente trascritta solo in tempi relativamente recenti (Consortini, 1942) e mai ripresa in considerazione dalla critica. L'artista vi si dichiarava costruttore dell'abitazione commissionata nel 1250 dal notabile Giovanni Toscano, peraltro ben documentato nel terzo quarto del Duecento. La seconda epigrafe, del 1252, denunciava G. architetto della chiesa di S. Giovanni e della torre del Balco a Montevoltraio, castello in quell'anno dichiarato unito alla città di Volterra, anche se non è mai stata chiarita la motivazione della sua posizione sulla facciata del battistero volterrano. Questo, opera della seconda metà del Duecento, al pari della facciata della chiesa di S. Michele nella stessa città, risente peraltro, nella scultura architettonica e nelle forme decorative, di influenze dell'opera di G., a riprova sia di un probabile intervento dello scultore, anche a livello architettonico, sia della possibile appartenenza dell'artista alla colonia lombarda attiva in Maremma, come già supposto (Consortini, 1942).Nel 1262 o, meno probabilmente, 1264 (Paolucci, 1977) G. scolpì e firmò un rilievo con la Madonna con il Bambino in maestà tra un angelo turibolante e i ss. Pietro e Paolo (Prato, Mus. dell'Opera del Duomo) per la badia di S. Maria di Montepiano, sull'appennino pratese. Il rilievo, riquadrato all'uso degli scultori di cultura lombardo-ticinese, presenta forme ampie e monumentali, ispirate nel morbido naturalismo alle prime opere di Nicola Pisano, ma i cui panneggi diligentemente condotti, ancorché mossi e spezzati, e le tipologie dei visi rimandano piuttosto alla ancora ben viva tradizione dei Bigarelli (v.). Dal punto di vista iconografico sono state spesso notate derivazioni da pitture o miniature bizantineggianti (Salmi, 1914; Biehl, 1926), a cui sono però da affiancare ricordi di soluzioni compositive e decorative proprie dell'oreficeria monumentale mosana, com'è dato riscontrare anche nel successivo fonte battesimale del duomo di Massa Marittima, firmato e datato al 1267. L'imponente vasca quadrata reca su ogni lato, sotto archi trilobi continui sorreggenti una trabeazione classicheggiante, figure o scene scolpite componenti un ciclo della Vita del Battista e un Cristo in maestà tra i santi patroni della città. Alla varietà dei riferimenti iconografici non fa riscontro tuttavia una coerente qualità esecutiva, per cui spesso le scene, pur vivaci e accuratamente impostate, si risolvono in composizioni talora eccessivamente affollate e non esenti da goffaggini o ingenuità, da cui un effetto generale di pesantezza e di inefficacia espressiva.Al 1274 risalgono i resti di pulpito con Annunciazione provenienti dal duomo di San Miniato (Mus. Diocesano d'Arte Sacra), dal rilievo schiacciato e dalle proporzioni allungate di derivazione bizantina, mentre un'evoluzione in direzione del Gotico francese è da registrare con le figure di un distrutto altare da S. Frediano a Lucca, dove G. risulta presente nel 1282 e nel 1284 (Lucca, Mus. Naz. di Villa Guinigi; Ridolfi, 1868; Biehl, 1926): un'Annunciazione e S. Fausta entro snelle edicole dall'ancora tradizionale coronamento a finte architetture, a parte il più moderno ed elegante motivo a timpano inquadrante la santa, non esente da riflessi dell'osservazione diretta delle contemporanee opere di Arnolfo di Cambio.L'intelligente eclettismo dello scultore e le capacità di aggiornamento, uniti alla ricchezza del repertorio iconografico e decorativo, ne fecero una figura non trascurabile del complesso periodo gestativo del Gotico toscano, per larghi versi attardata e perlopiù confinata in centri minori, come già notato da Salmi (1928), ma tuttavia ancora in grado di esercitare un certo richiamo indirizzando una scuola - di cui fece certo parte il figlio Lapo, autore nel 1310 di un'Annunciazione nel duomo di Carrara - a cui resta da ascrivere una piccola serie di rilievi, come quello inserito sul fianco meridionale di S. Maria del Fiore, che segnarono un vistoso episodio di elaborazione di forme protogotiche a Firenze alla vigilia della comparsa dell'arte nuova di Arnolfo di Cambio.
Bibl.: D.F. Giachi, Saggio di ricerche storiche sopra lo stato antico e moderno di Volterra, II, Siena 1796, pp. 143-147; E. Ridolfi, Diporti artistici, Atti della Accademia lucchese di scienze, lettere ed arti 18, 1868, pp. 185-205; G. Leoncini, Illustrazione sulla cattedrale di Volterra, Siena 1869, p. 111; A. Schmarsow, S. Martin von Lucca und die Anfänge der toskanischen Skulptur im Mittelalter, Breslau 1890, p. 223; L. Petrocchi, Massa Marittima. AS, Firenze 1900, pp. 19, 40-46; I.B. Supino, Arte pisana, Firenze 1904; C. Ricci, Volterra, Bergamo 1905, p. 76; G. Swarzenski, rec. a Supino, 1904, RKw 28, 1905, pp. 164-171; G. De Nicola, Arte inedita in Siena e nel suo antico territorio, Vita d'arte 9, 1912, pp. 85-111; M. Salmi, Due rilievi romanici inediti, AS 33, 1914, pp. 164-168; G. Swarzenski, s.v. Giroldo da Lugano, in Thieme-Becker, XIV, 1921, p. 189; W. Biehl, Toskanische Plastik des frühen und hohen Mittelalters (Italienische Forschungen, 2), Leipzig 1926, pp. 87-90, 122-123; Toesca, Medioevo, 1927, pp. 786, 819; M. Salmi, La scultura romanica in Toscana, Firenze 1928, pp. 58, 61, 113-114, 121; P.L. Consortini, Le case-torri di Giovanni Toscano in Volterra, Lucca 1942; D. Lotti, Proposte per il catalogo del museo di San Miniato, Bollettino dell'Accademia degli Euteleti 29, 1965-1966, pp. 17-61: 50-51, nr. 79; E. Carli, L'arte a Massa Marittima, Siena 1976, p. 36; A. Paolucci, Il restauro del rilievo di Giroldo da Como a Montepiano, Prospettiva, 1977, 9, pp. 76-78; M.L. Cristiani Testi, Nicola Pisano architetto scultore. Dalle origini al pulpito del battistero di Pisa, Pisa 1987; A. Caleca, Specchio di pulpito raffigurante l'Annunciazione, in Niveo de marmore. L'uso artistico del marmo di Carrara dall'XI al XV secolo, cat. (Sarzana 1992), Genova 1992, pp. 241-242, nr. 47.V. Ascani