GATTI, Girolamo
Nacque a Bologna nel 1662, in una famiglia di modeste condizioni (Zanotti, p. 339). In un primo momento si dedicò allo studio del violino passando, in seguito, a quello dell'architettura. Non più giovanissimo, cominciò a studiare pittura e divenne allievo, a Bologna, del pittore Marcantonio Franceschini. Sotto la guida del maestro, del quale fu copista e collaboratore, ottenne discreti risultati, anche se, secondo lo Zanotti (pp. 341 s.), la sua fortuna artistica fu decisamente inferiore alle sue effettive capacità.
La scarsità di notizie riguardanti il G. non rende possibile ricostruire un'esatta cronologia delle poche opere note, anche se il suo operato va sicuramente collocato nel primo venticinquennio del Settecento. La sua prima opera di una certa importanza fu, stando allo Zanotti (p. 340), la Presentazione al Tempio, oggi perduta, dipinta per l'oratorio della Natività a Bologna su disegno del Franceschini. Tra le poche opere superstiti del G. è la tela con la Madonna, e i ss. Gaetano Thiene e Francesco Saverio, dipinta, in data ignota, per la chiesa di S. Giovanni in Persiceto e ritenuta, sempre da Zanotti (p. 340), una delle sue opere migliori. Al 1718 è invece databile la tela con la Madonna, il Bambino e i ss. Teresa, Andrea Corsini e Orsola, dipinta per la chiesa del Carmine di Medicina.
La composizione, tutta giocata sul pacato intersecarsi di linee diagonali e sulla figura principale di s. Teresa, mostra l'adesione da parte del G. a quell'indirizzo di matrice classicista che, nell'ambito della pittura bolognese, faceva riferimento al Franceschini.
Sempre secondo la testimonianza dello Zanotti, al G. fu anche affidata l'esecuzione di un quadro di grandi dimensioni, oggi perduto, raffigurante l'Incoronazione di Carlo V. L'opera, destinata alla sala degli Anziani nel palazzo pubblico di Bologna fu ordinata al G. dal senatore Vincenzo Ferdinando Ranuzzi ed è probabile che sia stata una delle commissioni più importanti ricevute dall'artista.
Ancora a Bologna, in S. Maria Incoronata, dipinse la Trinità con i ss. Agostino, Domenico, Petronio e Gregorio.
Si tratta di una composizione complessa nella quale, alla compostezza e solennità della Trinità, lontana nel cielo, fa da contrappunto la molteplicità dei gesti e delle pose dei santi che mediano le preghiere e le suppliche dei donatori.
Secondo Roli, al pittore sono ascrivibili anche due opere eseguite sempre per chiese bolognesi: un pallione con i Ss. Sebastiano e Rocco, conservato nella canonica di S. Maria della Pietà, e la tavola con i Ss. Rocco, Francesco di Paola, Antonio abate, Antonio da Padova e un santo gesuita in S. Michele di Gaibola.
Nel 1715 il G. venne eletto direttore dell'Accademia Clementina carica che gli venne riconfermata nell'ottobre del 1720 (Zanotti, pp. 61, 67).
Nel 1725, insieme con il quadraturista G. Orsoni, realizzò la tela raffigurante l'Impresa dell'Accademia Clementina (Bologna, Pinacoteca nazionale, in deposito presso l'Accademia di belle arti). Circa un anno dopo lavorò per il convento di S. Paolo in Monte all'Osservanza e a questo periodo è riferibile, con ogni probabilità, il dipinto con i Santi dell'Ordine che adorano il Ss. Sacramento.
Il 10 maggio del 1726 a Bologna, mentre era impegnato per i lavori in questo convento, il G. fu colto da un colpo apoplettico (Zanotti, p. 341) e morì il giorno seguente.
Fonti e Bibl.: G.P. Zanotti, Storia dell'Accademia Clementina, Bologna 1739, I, pp. 30, 61, 67, 70, 72, 339-342; II, p. 244; L. Lanzi, Storia pittorica della Italia… (1808), III, Firenze 1974, p. 124; L. Meluzzi, I pallioni delle chiese di Bologna, in Strenna storica bolognese, XI (1961), p. 334; C. Ricci - G. Zucchini, Guida di Bologna, Bologna 1968, pp. 95, 210 s.; R. Roli - A. Ottani Cavina, Commentario alla "Storia dell'Accademia Clementina" di G.P. Zanotti (1739), in Atti e memorie dell'Accademia Clementina di Bologna, XII (1977), pp. 69 s.; R. Roli, Pittura bolognese 1650-1800. Dal Cignani ai Gandolfi, Bologna 1977, pp. 266 s.; L'arte del Settecento emiliano. La pittura, Bologna 1979, p. 220; La chiesa del Carmine di Medicina. Committenza, iconologia, artisti e maestranze nei secoli XVII-XVIII, Bologna 1983, pp. 156, 161, 173; L'Osservanza nell'arte bolognese, a cura di O. Gianaroli, s.l. (ma Bologna) 1989, pp. 18, 31, 34 s.; A. Mazza, L'età dei Ranuzzi: progetti decorativi e quadreria nel nuovo palazzo dal conte Marcantonio Ranuzzi al conte Vincenzo Ferdinando Antonio Ranuzzi Cospi (1679-1726), in Palazzo Ranuzzi Buciocchi, Bologna 1994, pp. 78-106; U. Thieme - F. Becker, Künstlerlexikon, XIII, p. 252; Diz. encicl. Bolaffi dei pittori… italiani, V, p. 301.