CAPRANICA, Girolamo
Figlio di Giuliano "de regione Pineae" e di una Antonina di cui non conosciamo il cognome, dovette nascere a Roma poco prima dell'anno 1450. La sua famiglia era però originaria di Capranica Prenestina a sud di Roma. Egli era nipote dei cardinali Domenico (m. 1458) ed Angelo Capranica (m. 1478) e dovette soprattutto al favore del secondo, che lo accolse presso di sé dopo la morte del padre, nel 1461, i suoi successi nella carriera ecclesiastica. Aveva studiato giurisprudenza, come risulta da uno strumento di vendita del 12 nov. 1466 nel quale compare, assieme con i fratelli Giovanni Battista e Paolo, come venditore - per il tramite di un suo parente, e nell'occasione suo procuratore, Nicolò Capranica vescovo di Fermo - di una casa sita in via di S. Marco a Roma, ceduta per 500 fiorini a papa Paolo II per l'ingrandimento del palazzo di S. Marco. In questo documento il C. appare come "Iheronimus quondam Iuliani de Capranica, utriusque iuris scolaris" e canonico di S. Pietro a Roma (cfr. Dengel, p. 9 n. 23). Della felice conclusione del suo corso di studi sappiamo da una lettera - purtroppo non datata - del cardinale Iacopo Ammannati Piccolomini allo zio del C., il cardinale Angelo Capranica, in cui si legge: "Hieronymus tuus... hodie publice disputavit" (in Pii Secundi ... Commentarii, Francofurti 1614, p. 591, ep. CLXIV). Non sappiamo quando divenne anche canonico della cattedrale di Fermo. Egli rivestiva comunque questa carica insieme con quella di notaio pontificio, quando il cardinale Angelo Capranica "ex certis rationabilibus causis" rinunciò volontariamente all'amministrazione della diocesi di Fermo, di cui si era occupato dopo l'improvvisa scomparsa di Nicolò Capranica (m. 1473). Il papa Sisto IV nominò, il 17 giugno 1474, il C., "decretorum doctorem... et in diaconatus ordine ac etate legitime constitutum", vescovo di quella sede vacante, accontentando così il cardinale Angelo che si era battuto in favore del nipote (cfr. Catalanus, p. 388 n. CII). Già il 4 luglio 1474 il neoeletto s'impegnava al pagamento dei servicia communia nella misura di 600 fiorini (Arch. Segr. Vat., Oblig. et Sol. 81, f. 8r; 84, f. 228r) e pagò, attraverso la banca Spinelli, importi parziali il 7 luglio 1474 e il 3 sett. 1477 (Ibid., Intr. et Ex.489, f 96r; 491 f 37v). Il cardinale Angelo Capranica si era comunque riservato sugli introiti della mensa vescovile una pensione annua che cessò solo con la sua morte.
Nell'aprile 1475 il nuovo vescovo fece il suo ingresso a Fermo, accompagnato da Ludovico Eufreducci, inviato della città presso la Curia (questi era stato mandato a Roma per certi possedimenti contesi con il conte Giulio di Varano, ma era dovuto tornare "senza avere fatto niente de S. Pietre e castel Sigismondo": cfr. Annali di Ferino, p. 213). Il 22 luglio 1475 Sisto IV nominò, inoltre, il C. abate commendatario del convento benedettino di S. Bartolomeo "de Campo Fullonum" (oggi Campofilone, prov. di Ascoli Piceno, dioc. Fermo), la cui commenda spettava da tempo per lo più ai vescovi di Fermo, e quindi era toccata anche al cardinale Domenico Capranica nel periodo 1454-56. Il precedente abate commendatario, Vianus Thadei, aveva rassegnato la carica, per mezzo di un delegato, nelle mani del papa; il cardinale Angelo Capranica si era interessato in favore del C. e quindi la bolla di nomina fu anche approntata "gratis pro nepote cardinalis" (Arch. Segr. Vat., Reg. Lat. 754, ff. 194r-195r). L'8 ag. 1475 il C. si impegnò al pagamento della tassa prescritta, di cui pagò, attraverso la banca Spinelli, la metà nello stesso giorno, e l'altra metà l'11 marzo 1476 (Ibid., Oblig. et Sol. 84, f 251v; Intr. et Ex. 492, ff. 24r, 101r). Sull'attività svolta dal C. come vescovo non abbiamo molte notizie, tuttavia sappiamo che ebbe da Sisto IV la potestà di avocare al suo tribunale vescovile di Fermo tutte le cause appartenenti al foro ecclesiastico con esclusione della giurisdizione di legati o governatori. Nell'estate del 1478 il C. era di nuovo a Roma, come ci attestano negozi giuridici del 20 e 29 giugno 1478, ed a Roma egli soggiacque, nel luglio, alla imperversante epidemia di peste. Non conosciamo la data esatta della sua morte, ma sappiamo che prima di lui, il 3 luglio 1478, morì suo zio, il cardinale Angelo, per la cui ricorrenza annuale il C. fece un'offerta. Il C. trovò la sua ultima dimora in S. Marco, dove, nella cappella di S. Maria, la famiglia disponeva di una tomba acquistata da Paolo Capranica, arcivescovo di Benevento. Egli giace lì, al fianco del suo parente e predecessore sulla cattedra episcopale di Fermo, Nicolò Capranica.
Fonti e Bibl.: Bibl. Apost. Vat., Ott. lat. 2549; Dominico Iacovacci, Repertorio di famiglie, III, ff. 407r, 411r; Ibid., cod. Ferr. 282: G. P. Caffarelli, Not. della fam. Capranica di Roma, f. 187rv; F. Ughelli-N. Coleti, Italia sacra, II, Venetiis 1717, col. 718 n. 57; M. Catalanus, De EcclesiaFirmana eiusque episcopis et archiepiscopis commentarius, Firmi 1783, pp. 260 n. LVIII, 388 n. CII, 391; G. Colucci, Antichità picene, XXV, Fermo 1795, p. 304; G. Cappelletti, Le Chiesed'Italia, III, Venezia 1845, pp. 629, 653; G. De Minicis, Cronache della città di Fermo. Annalidella città di Fermo di G. P. Montani e Annali diFermo d'autore anonimo, in Documenti di storiaital., IV, Firenze 1870, pp. 185 s., 213 s.; Necrologi e libri affini della prov. romana, a cura di P. Egidi, I, Roma 1908, in Fonti per la st. d'Italia, XLIV, pp. 448, 476 s.; Ph. Dengel, Palast undBasilika San Marco in Rom, Rom 1913, pp. 9 n. 23, 67 n. 1; G. Bossi, La chiesa di CapranicaPrenestina, in Dissertazioni della Pontificia Accademia romana di archeol., s. 2, XV(1921) pp. 390-396; U. Cameli, Il monastero di S. Bartolomeo "de Campo Fullonum" e i prelati di casaCapranica, in Studia Picena, XI(1935), pp. 81-102; L. Bartoccetti, Serie dei vescovi delle diocesimarchigiane,ibid., XIV(1939), p. 132; C. Eubel, Hierarchia catholica…, II, Monasterii 1914, p. 154; S. Prete, Fermo, in Dict. d'Hist. et de Géogr. Eccl., XVI, Paris 1967, col. 1088; Id., in Enc. Catt., V, Città del Vaticano 1950, col. 1175, sub voce Fermo.