BARTOLOMMEI SMEDUCCI, Girolamo
Nato a Firenze intorno al 1584 da Mattia, conseguì la laurea in legge, ma poi si dedicò assiduamente alla letteratura. Fece parte dell'Accademia della Crusca col nome di Imbucato, dell'Accademia Fiorentina e di quella romana - degli Umoristi. Da Caterina Frescobaldi, sposata in secondo nozze nel 1636, ebbe un figlio, Mattias Maria, anch'egli letterato e autore di scialbe commedie.
Delle numerose opere del B. ricordiamo: Tragedie (Roma 1632; 2 ed., Firenze 1655), dedicate al pontefice Urbano VIII, in 2 voll., dei quali il primo comprende: Eugenia, Isabella, Polietto, Aglae, Giorgio, Teodora; il secondo: Il Clodoveo trionfante, Sant'Eustachio, Altamene, Creso.H. Hauvette ha notato i numerosi punti di contatto tra due tragedie del B., il Polietto e la Teodora,e due del Comeille, Polyeucte e Théodora,posteriori di una decina d'anni; dato che le tragedie dell'italiano e quelle del francese hanno in comune fonti e trame, svolte però in modo diverso, sarà sufficiente pensare che il B. abbia sollecitato la scelta dei soggetti da parte del Corneille.
Fra gli altri componimenti teatrali vanno menzionati quattordici Drammi musicali morali (Firenze 1656), settantaquattro Dialoghi sacri musicali intorno a.diversi soggetti (Firenze 1657), Lafedeltà d'Alceste, dramma musicale (Firenze 1661), e una Didascalia, cioè dottrina comica (Firenze 1658; 2 ed., ibid. 1661), dedicata al figlio Mattias Maria.
L'opera è divisa in tre libri, l'ultùno dei quali contiene sei canovacci a contenuto morale composti dal B. come esempio delle possibilità di una commedia insieme utile e dilettevole. Il fine dell'opera, che vuole essere una storia dell'arte comica dalle origim ai suoi tempi, è quello appunto di dimostrarne la moralità; vi si sostiene la necessità dell'imitazione, specialmente della commedia plautina, interpretata anch'essa in chiave morale. Più interessante il cap. - VII sulla tragicommedia in cui, ricordato il giudizio negativo di Jason de Nores su questo genere letterario, l'autore tenta d'altro canto di nobilitarlo affermando la sua derivazione classica dalle favole rintoniche.
Ma anche quest'opera, come le tragedie, non si discosta dalla più piatta accademia secentesca; così L'America (Roma 1650), poema eroico dedicato a Luigi XIV, in quaranta canti.
Nell'introduzione il B. dichiara di rifarsi all'Odissea perché poema più "complicato" - secondo una definizione aristotelica (Poetica, cap. XXIV) - dell'Iliade' ricco cioè di agnizioni e peripezie "le quali acconciamente disposte partoriscono la meraviglia, madre del diletto". Al viaggio di Amerigo Vespucci, come del resto a quello di Ulisse, il poeta attribuisce un significato affegorico, che viene illustrato, stanza per stanza, alla fine di ogni canto.
Si ricordano infine le rime intitolate: Ghirlanda di fiori in onore del B. servo di Dio Ippolito Galantini,nella Raccolta di poesie in morte della moglie del celebre Pietro della Valle (Roma 1627); varie lezioni lette all'Accademia fiorentina e della Crusca.
Bibl.: L. Allacci, Drammaturgia... accresciuta e continuata fino all'anno 1755,Venezia 175.5,col. 95; G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, II, 1, Brescia 1758, pp. 470-472; H. Hauvette, Un Précurseur italien de Corneille, G. B., Grenoble 1897.