POGGI, Giovanni
POGGI, Giovanni. – Nacque a Bologna, all’inizio del Quattrocento; era figlio di Battista, appartenente alla famiglia dal Poggio (cognome poi assestatosi nella tradizione in Poggi), di probabile origine lucchese, poi impiantatasi a Bologna nella cappella di S. Andrea dei Piatesi. Le fonti non restituiscono invece l’identità della madre.
Giovanni intraprese gli studi giuridici ottenendo, nel 1433, la laurea in diritto civile e nel 1436 quella in diritto canonico (occasione in cui viene definito nobilis). Presto aggregato a entrambi i collegi, svolse attività di docenza dal 1433 al 1445, dedicandosi principalmente all’insegnamento del Digesto nuovo.
Alla carriera accademica, che gli garantì notevole fama e sostanziose entrate, affiancò tardivamente quella ecclesiastica. Ottenne nel 1437 un canonicato nella cattedrale di S. Pietro, ricevendo in breve tempo gli ordini sacri. Due anni più tardi (1439), probabilmente in considerazione del suo bagaglio giuridico e della sua esperienza accademica, venne nominato dal vescovo Niccolò Albergati proprio vicario generale in spiritualibus, con estensione in temporalibus a partire dall’anno successivo, con annesse speciali competenze circa lo Studium. La prolungata e forzata assenza di Albergati dalla propria diocesi rese di fatto il vicario Giovanni Poggi un ‘vescovo dissimulato’, ruolo comune a molti omologhi italiani coevi; ne è testimonianza la reiterazione del mandato nel 1445 da parte del nuovo presule, il concanonico di S. Pietro Tommaso Parentucelli, anch’egli già vicario di Albergati.
Il futuro Niccolò V intese contestualmente gratificare il proprio principale collaboratore attraverso l’attribuzione di importanti prebende, quali l’arcipretura della Pieve di Cento e un canonicato nella collegiata urbana di S. Maria Maggiore. Pochi giorni dopo la promozione al soglio pontificio, il 22 marzo 1447 Parentucelli destinò Giovanni Poggi quale suo successore sulla cattedra di Petronio, tessendone ampie lodi («de vitae munditia, honestate morum, spiritualium prudentia et temporalium circumspectione»; Piana, 1976, n. 2117). Un mese e mezzo più tardi (7 maggio) fu solennemente consacrato a Bologna in S. Maria della Misericordia dall’arcivescovo di Firenze Antonino Pierozzi.
Poggi si trattenne nella sua diocesi soltanto per pochi mesi, a cavallo tra la primavera e l’estate, periodo in cui vennero definiti i cosiddetti ‘Capitoli di Niccolò V’, che disciplinavano su nuove basi il rapporto tra la città di Bologna e la Chiesa. Il vescovo, tuttavia, lavorò di concerto con le autorità cittadine più che altro sul fronte dei territori di Cento e della Pieve di Cento: pur essendo questi soggetti all’episcopio, nel cui nome erano allora retti da Filippo Poggi, fratello di Giovanni, il presule favorì su pressione del governo cittadino – nonostante egli fosse di diverso avviso – l’allontanamento da quella località di alcuni fuoriusciti bolognesi.
L’11 settembre 1447, accompagnato dall’amico Giovanni d’Anagni e da Gaspare Sighicelli, partì alla volta di Roma per esservi nominato governatore, oltre che vicecancelliere papale. Proprio a Roma morì, di lì a breve (il 14 dicembre), per sospetto avvelenamento procurato per invidia e venne sepolto in Vaticano. Nel testamento, redatto pochi giorni prima della morte, aveva nominato erede universale la sorella Anna, concedendo tuttavia a un allievo il diritto di usufrutto pluriennale della propria biblioteca.
La morte dell’amico fu particolarmente dolorosa per Parentucelli («nobis maximo dolori fuit, cum ipsum propter sanctimoniam, prudentiam et integritatem suam ab intimis cordis nostri valde dilexerimus»; Sigonio, 1586, p. 194), il quale tuttavia alcuni anni dopo (1450) – forse a tutela del fratellastro Filippo Calandrini, successore a Bologna di Poggi – lamentò l’ingente indebitamento dell’episcopio, pari a 7000 lire di bolognini, contratto da Giovanni Poggi («Iohannes de Podio episcopus uno anno quo illi [Bononiensi] Ecclesie prefuit, tot diversis debitis se involverit, quibus ex nostra urbanitate satisfieri fecimus in magnam moderni episcopi iacturam»; Primus liber secretus nuncupatus Capituli, c. 27v).
Agostino Fontana ascrive a Giovanni Poggi due opere oggi perdute, intitolate Lecturae super decretalium e De potestate summi pontificis et conciliis. A queste si affiancarono certamente numerosi consilia, addotti a parziale giustificativo delle somme derivanti dall’attività professionale, utilizzate, senza intaccare le rendite ecclesiastiche, per acquistare una casa confinante con quella di sua proprietà (Guidicini, 1870, pp. 77 s.; Piana, 1976, n. 2101).
Fonti e Bibl.: Bologna, Archivio generale arcivescovile, Archivio Capitolare della Metropolitana di Bologna, cart. 64: Primus liber secretus nuncupatus Capituli ecclesie metropolitane Bononie, cc. 20v, 27v; I rotuli dei lettori legisti e artisti dello Studio bolognese dal 1384 al 1799, a cura di U. Dallari, I, Bologna 1888, pp. 10, 13, 16, 19, IV, Bologna 1924, pp. 64 s.; Corpus chronicorum Bononiensium, IV, a cura di A. Sorbelli, in RIS, XVIII, 1, Città di Castello 1924, pp. 140, 142-145, 152 s.; C. Ghirardacci, Della historia di Bologna, III, a cura di A. Sorbelli, in RIS, XXXIII, 1, Città di Castello 1932, pp. 120 s., 123, 125; Il «Liber secretus iuris cesarei» dell’Università di Bologna, a cura di A. Sorbelli, II (1421-1450), Bologna 1942, ad ind. (in partic. pp. 121 s., 140); C. Piana, Nuovi documenti sull’Università di Bologna e sul collegio di Spagna, II, Bologna 1976, ad ind. (in partic. nn. 1911, 1932, 1956, 2072, 2074, 2101, 2117, 2135, 2143, 2161); Fileno dalla Tuata, Istoria di Bologna. Origini - 1521, a cura di B. Fortunato, I, Bologna 2005, pp. 296-298.
C. Sigonio, De episcopis Bononiensibus, Bononiae 1586, pp. 191 s., 194; A. Fontana, Bibliotheca legalis, II, Parmae 1688, col. 109; F. Ughelli - N. Coleti, Italia sacra, II, Venetiis 1717, coll. 34 s.; G. Fantuzzi, Notizie degli scrittori bolognesi, VII, Bologna 1789, pp. 61 s., 64-66; G. Guidicini, Cose notabili della città di Bologna, II, Bologna 1869, p. 60, III, Bologna 1870, pp. 77 s.; C. Piana, Nuove ricerche su le Università di Bologna e di Parma, Quaracchi 1966, ad ind. (in partic. p. 170, n. 1); L. Meluzzi, I vescovi e gli arcivescovi di Bologna, Bologna 1975, pp. 301-303; A. Vasina, Chiesa e comunità dei fedeli nella diocesi di Bologna dal XII al XV secolo, in Storia della Chiesa di Bologna, a cura di P. Prodi - L. Paolini, I, Bergamo 1997, pp. 181 s.; R. Parmeggiani, Il Capitolo di S. Maria Maggiore dalle origini alla riforma tridentina, in L’insigne basilica collegiata di S. Maria Maggiore e il suo Capitolo, a cura di M. Fanti - R. Magnani, Bologna 2011, pp. 25 s., 28, 36.