CHIODAROLO, Giovanni Maria
Pittore attivo nell'inizio del Cinquecento, a Bologna, al seguito del Costa. Gli sono attribuiti due affreschi in S. Cecilia a Bologna (1506 circa), S. Cecilia davanti al prefetto e S. Cecilia e S. Valeriano incoronati da un angelo, in cui si riconosce infatti un ligio seguace del Costa, il quale probabilmente ne disegnò il cartone; sennonché la forte arte del maestro appare visibilmente infiacchita dai manierismi dello scolaro. I quali han fatto intravedere, non a torto, la collaborazione del C. in opere del Costa contemporanee o anteriori agli affreschi di S. Cecilia: un'Assunta in S. Martino a Bologna (1506) e un'Ascensione in S. Nicola in Carcere a Roma (1503). Conviene forse aggiungervi la pala d'altare nel coro di S. Giovanni in Monte a Bologna (1501). Tra le opere di questo periodo, interamente eseguite dal C., sono un Presepio nei Ss. Vitale e Agricola a Bologna e altri dipinti nella Pinacoteca. Dopo la partenza del Costa (1507) il C. si volge, con vantaggio, verso il Cinquecento ferrarese, in parte anche verso il Garofolo. Citiamo quali opere tipiche di questo tempo la Madonna della collezione Perkins e la Sacra famiglia della galleria Doria a Roma; la Madonna della collezione Ryerson a Chicago è forse del primissimo tempo dell'artista.
Bibl.: T. Gerevich, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, VI, Lipsia 1912 (con la bibl. precedente); Crowe e Cavalcaselle, A History of Painting in Italy, II, Londra 1912, p. 288 segg.; A. Venturi, Storia dell'arte italiana, VII, iii, Milano 1914, pp. 798 segg., 838 segg.; R. Offner, La Vergine che adora il Bambino, del C., in L'Arte, XVIII (1915), p. 226 segg.; F. Filippini, Ercole da Ferrara ed Ercole da Bologna, in Boll. d'arte, XI (1917), p. 60 segg.; O. Sirén, in The Burlington Magazine, XXXVII (1920), p. 303.