CAPODAGLI, Giovanni Giuseppe
Nato a Udine da Giovan Battista il 9 ott. 1634, vi compì i primi studi proseguendoli poi a Padova sino alla laurea in utroque iure. Nonostante la tenace opposizione del padre, che avrebbe voluto si dedicasse all'avvocatura, preferì la vita ecclesiastica, più congeniale alla sua indole tranquilla, più favorevole alle ricerche storico-erudite cui, sin dalla "fanciullezza", s'era dedicato con fervore. Ordinato sacerdote, divenne mansionario e quindi, come egli stesso precisa, "segretario dell'ill.mo e rev.mo capitolo della... chiesa patriarcale e metropolitana" d'Aquileia, ove a lungo risiedette. Nominato quindi parroco di Lavariano, morì il 29 sett. 1679.
Pochissimi dati si possono aggiungere: che era iscritto, come "l'Assicurato", all'Accademia udinese degli Sventati; che era in rapporto col patrizio udinese Enrico Treo, dilettante di poesia. Solo seguendo la traccia dei suoi scritti il profilo del C. diventa meno labile. L'esordio è costituito da un'operetta, stesa nel 1649, inedita, su La vita del beato... Beltrame patriarca d'Aquleia..., sintomatica, pur nella sua piattezza compilativa, d'una propensione per la diligente raccolta di notizie; mentre i versi del C., che, assieme a quelli di molti altri, figurano negli Encomi poetici dedicati da varii spiritosi cigni… nella partenza dell'ill. ... Pietro Contarini luogotenente (Udine 1654), restano isolata espressione dell'esercitazione occasionale. Troppo costante infatti ed esclusivo l'impegno erudito del C. per concedere spazio a parallele velleità letterarie. Voluminosa attestazione ne era l'opera Udine illustrata da molti suoi concittadini così nelle lettere come nelle armi famosi,e non tanto per dignità ecclesiastiche e secolari quanto per altre notabili condizioni insigni e riguardevoli...che, iniziata "nel fine della... adolescenza" e protratta "per lo corso di più anni" sino al 1660, usciva a Udine, con dedica al conte Francesco di Strassoldo, nel 1665.
Alla "descrizione" storico-geografica della città segue, in ordine alfabetico - da Adalgerio di Villalta a Zamorro Zamorra -, la "serie de' soggetti", udinesi o, comunque, friulani, che si sono, nei secoli, particolarmente distinti, le notizie sui quali, dichiara il C., sono state desunte da "scritture autentiche" e, in mancanza di queste, da vari "autori" nonché da "memorie publiche" e "private" o da "relazioni" attendibili. Pur con le sue molte mende e inesattezze e malgrado il suo farraginoso impianto - Paolo Fistulario un secolo dopo riteneva necessaria "una ben grande riforma" per migliorarla -, l'opera conserva ancora unasua utilità; e servì al Liruti per le sue Notizie biobibliografiche sulla letteratura friulana.
La Cronica dei patriarchi d'Aquileia... dall'anno 452 sino al 1498 èun succinto compendio delle vicende aquileiesi con un cenno sulle coeve di Udine e del Friuli. Ben più importante l'operetta, ultimata nel 1666, - che il Kandler pubblicherà, sulla base d'un manoscritto in possesso di Vincenzo Zandonati, nell'800, fornendo però un'edizione priva delle 159 iscrizioni che figurano nell'autografo, di cui si varrà il Mommsen - De'frammenti d'Aquileia, la quale colloca il C. agli esordi d'un interesse antiquario che, approfondito da Filippo del Torre e dal Fontanini, culmina nell'acribia di Giandomenico Bertoli.
Soggiogato dal fascino delle antiche vestigia che rammentavano, con perentoria ammonizione, il trascorso splendore d'una città un tempo "famosissima" e "seconda Roma", il C. si sforza "d'abbozzarne in... pochi fogli il maraviglioso prima, ma poscia lagrimoso ritratto", passando via via dagli eventi "gloriosi" ai "funesti", quindi al dominio veneziano e proseguendo rapidamente sino alla metà del sec. XVII. Infinite" le "reliquie... rimaste", specie gli epitaffi, parte interi e parte in rottami..., in città e ne' luoghi circonvicini... ed alcuni... altrove traslati". "Sedulus indagator" (così lo definisce il del Torre, che lo utilizzerà ampiamente), il C., "con ogni più isquisita diligenza", trascrive il testo di tutti quelli che gli risultano noti, si trovino sulla "facciata della casa della comunità d'Aquileia" o sull'"andito della chiesa campestre di S. Martino nelle pertinenze... di Cervignano" o siano riportati in un "manoscritto antico". E ne ricava le magistrature e l'elenco delle famiglie esistenti in età romana.
Fonti e Bibl.: Alla Bibl. comunale Vincenzo Joppi di Udine si trovano, rispettivamente con la segnatura ms. 469, ms. 533, ms. 710, tre lettere autografe del C., del 21 dic. 1668, 20 genn. e 18 febbr. 1669, ad Enrico Treo, una copia ottocentesca de La vita del beato... Beltrame... e l'apografo della Cronica dei patriarchi d'Aquileia...; Ibid., ms. Joppi 312, l'autografo di De' frammenti d'Aquileia, di cui esiste anche, con la segnatura ms. 950, una copia, "mal" eseguita - annota, il 15 marzo 1834, alla fine Iacopo Pirona - "da un esemplare di carattere del conte... Gorgo, ora in mano del prete Gaspare Gasparini di Flumignano". Nel 1852 l'operetta viene stampata, però senza le trascrizioni epigrafiche, a cura di P. Kandler, in un opuscolo di 77 pp. a Trieste e nel periodico L'Istria, VII (1852), pp. 105-116, 121-134. Sul C. cfr. F. del Torre, Monumenta veteris Antii..., Romae 1700, p. 290; B. Asquini, Cent'ottanta... uomini ill. del Friuli…, Venezia 1735, p. 101; Catalogo di libri di scrittori friulani…, s.n.t. (nell'esemplare in possesso del Civico Museo Correr di Venezia è specificato a penna che riguarda i "libri donati dal patriarca Delfino al papa Benedetto XIV"), p. IX; P. Fistulario, Discorso sopra la storia del Friuli… detto nell'accademia di Udine addì X maggio... 1759, Udine s.d., p. XXXVI; G. Tiraboschi, Storia della letter. italiana, VIII, Modena 1793, p. 395; G. G. Liruti, Notizie della vita ed opere scritte da' letterati del Friuli, IV, Venezia 1830, p. 360; G. Bianchi, Saggio... intorno all'epoca della distruz. di Aquileia, Udine 1835, pp. 37, 48; E. A. Cicogna, Delle Inscrizioni veneziane, V, Venezia 1842, pp. 438 n. 1, 632; VI, ibid. 1853, p. 318; Catalogus codicum mss. de rebus Foroiuliensibus, in Archiv f. Kunde österr. Geschichts-Quellen, XVIII(1857), pp. 342, 360; G. Valentinelli, Bibliografia del Friuli..., Venezia 1861, nn. 335, 2501; [C. Combi], Saggio di bibl. istriana, Capodistria 1864, nn. 1027, 1337; T. Mommsen, Corpus inscript. Latinarum, V, Berolini 1872, p. 80; C. von Czoernig, Das Land Görz und Gradisca, Wien 1873, pp. 152 s. nn. 1 e 3, 459 n. 1, 645; E.C. V., Cenni... stor. della basilica... d'Aquileia..., Gorizia 1876, pp. 29 s.; G. Marinelli, Saggio di cartogr. della reg. veneta, Venezia 1881, p. 169 n. 798; F. Di Manzano, Cenni biogr. dei letterati ed artisti friulani, Udine 1887, p. 51; F. Fattorello, Glistudi sulla coltura del Friuli, in Atti della Accademia di Udine, s.5, VIII (192829), pp. 41-43; Id., Storia della letter. italiana e della coltura nel Friuli, Udine 1929, p.159; A. Calderini, Aquileia romana…, Milano 1930, pp. XXV s., XXVII, XLII n. 2, XLVII; G. Marchesini, Annali per la storia di Sacile, Sacile 1957, pp. 19, 124, 691; Friuli-Venezia Giulia, acura di G. Valussi, Napoli 1967, p. 207; E. Patriarca, Storici minori del Friuli. C. G. G., in La Guarneriana,cultura e arte in Friuli, X (1967), pp. 43 s.; S. Panciera, Un falsario del primo Ottocento. G. Asquini e l'epigrafia antica delle Venezie, Roma 1970, pp. 13, 39, 94, 98; G. Mazzatinti, Inventari dei mss. delle Bibl. d'Italia, III, pp. 201 n. 164, 203 n. 173, 146 n. 213, 201 n. 164, 203, n. 173; XLIX, p. 121.