GHEDINI, Giovanni
Nacque a Mirano, nell'entroterra veneziano, il 31 dic. 1877 da Giuseppe, avvocato, e da Elena Tommaseo, cugina di Nicolò. Conclusi con il conseguimento della licenza d'onore gli studi classici presso il r. liceo di Treviso, studiò medicina e chirurgia nell'Università di Padova, dove si laureò a pieni voti nel 1902.
Dotato di spiccata attitudine alla ricerca scientifica e particolarmente attratto dallo studio della patologia, si recò poi a Torino dove per un biennio frequentò il rinomato istituto universitario di anatomia patologica diretto da P. Foà, allora incaricato anche dell'insegnamento della batteriologia, con la cui scuola instaurò solidi e proficui rapporti. Nell'ateneo torinese frequentò, nello stesso periodo, anche l'istituto di parassitologia diretto da E. Perroncito, dove ebbe modo di approfondire le sue conoscenze di microbiologia. Trasferitosi a Genova nel 1904, divenne assistente presso la clinica medica universitaria diretta da E. Maragliano e quindi, dopo aver conseguito nel 1908 la libera docenza in patologia speciale medica dimostrativa, professore incaricato dell'insegnamento di questa disciplina. Nel 1910 si recò a Vienna, a completare la propria formazione scientifica e ad affinare la pratica professionale presso le cliniche medica e neurologica, dirette rispettivamente da C. von Noorden e da F. von Hochwart, e nell'istituto di patologia generale dell'illustre endocrinologo A. Biedl.
Allo scoppio del conflitto mondiale fu dapprima destinato, come capitano medico, a prestare servizio nella 1ª armata impegnata a Laghi, nel Vicentino; promosso maggiore, gli furono affidate le direzioni degli ospedali militari di Bassano del Grappa e, successivamente, di Genova. Per il suo valoroso comportamento venne insignito della croce al merito di guerra. Le vicende belliche segnarono un penoso distacco dal mondo accademico e dalla ricerca scientifica, e indussero il G. a lasciare cadere il desiderio di dedicarsi alla carriera universitaria, malgrado i lusinghieri giudizi che aveva fino ad allora ottenuto ai concorsi a cattedra di clinica medica e di patologia generale indetti da varie università ai quali aveva partecipato: lasciata Genova nel 1919, si stabilì a Padova, dove l'anno seguente fece trasferire la sua docenza e ricoprì vari incarichi, tra i quali quelli di direttore del dispensario antitubercolare. Successivamente, fissata la residenza a Venezia, fu direttore dell'ospedale civile di Noale. Tra il 1924 e il 1927 fu a Mantova, primario dell'ospedale civile e dei padiglioni sanatoriali Belfiore e membro della giunta esecutiva del Consorzio provinciale antitubercolare. Lasciato il servizio, si stabilì definitivamente a Padova.
Medico di solida formazione scientifica, il G. si distinse in molteplici campi della ricerca clinica e sperimentale e fu autore di numerosi lavori, tutti condotti con rigore di metodo e con grande capacità di analisi e di sintesi. Si distinse in modo particolare per gli studi svolti nei settori dell'ematologia, dell'infettivologia e della parassitologia, delle malattie endocrine e di quelle dismetaboliche.
Di notevole interesse dottrinale e pratico fu il contributo recato dal G. alla conoscenza dell'anatomia e della fisiopatologia degli organi ematopoietici, settore della patologia e della clinica medica che rappresentava, nel periodo a cavallo tra l'Otto e il Novecento, uno dei prediletti campi di ricerca delle varie scuole europee, in particolare di quella torinese e genovese. Dopo aver pubblicato un primo lavoro sull'argomento (Leucemie e sarcomatosi, in Gazzetta degli ospedali e delle cliniche, XXVI [1905], pp. 735-737), egli, sulla scorta dei dati riferiti dalla letteratura specialistica e delle personali osservazioni cliniche, concepì l'idea di procedere allo studio in vivo del midollo osseo prelevato mediante puntura della faccia antero-interna del terzo superiore della diafisi tibiale: introduceva così nella pratica clinica ematologica quello che si sarebbe in breve tempo affermato come uno dei fondamentali metodi diagnostici, in grado di consentire lo studio del processo di formazione e di maturazione degli elementi ematici e la ricerca della presenza di agenti infettivi (Per la patogenesi e per la diagnosi delle malattie del sangue e degli organi emopoietici. Puntura esplorativa del midollo osseo, in La Clinica medica italiana, XLVII [1908], pp. 724-736; Studi sulla patologia delmidollo osseo umano vivente. Prima nota. Puntura esplorativa. Tecnica, in Gazzetta degli ospedali e delle cliniche, XXIX [1908], pp. 140 s.; Neue Beiträge zur Diagnostik derKrankheiten der hämatopoietischen Organe mittels Probepunktion des Knochenmarks, in Wiener klinische Wochenschrift, XXII [1910] pp. 1840-1847; Die Technik der Knochenmarkspunktion, ibid., XXIV [1911], p. 284; Nuovi contributi alla diagnosticadelle malattie degli organi emopoietici mediante la puntura esplorativa del midollo osseo, in La Riforma medica, XXVII [1911], pp. 58-67). Il procedimento ideato e messo a punto dal G. ebbe un largo successo, fu universalmente adottato e, nelle successive modifiche fino alla definitiva standardizzazione della tecnica mielobioptica mediante puntura sternale introdotta da M.I. Arinkin nel 1927, fu considerato l'accertamento indispensabile in ematologia, come egli stesso tornò a precisare (La biopsia del contenuto osseo in clinica. Commento ai procedimenti adottati e ai reperti ottenuti, in Il Policlinico, sez. pratica, XLIX [1942], pp. 1192-1198). Tra gli altri studi del G. in campo ematologico si ricordano qui quelli sull'etiopatogenesi, la semeiologia e la diagnostica delle varie forme di leucemie, oggetto di una comunicazione al congresso nazionale della Società italiana di medicina interna tenutosi a Genova nel 1914 (Leucemie, in Gazzetta degli ospedali e delle cliniche, XXXV [1914], pp. 1925 s.) e di una ampia trattazione (Quinto contributo alla patologia ed alla semeiologia degli organi ematopoietici. Con speciale riguardo alle linfosarcomatosi, alle linfoadenosi, alle mieloadenie aleucemiche ed eritroplastiche, in La Clinica medica italiana, LIII [1914], pp. 208-256); su taluni stati anemici progressivamente ingravescenti e su talune splenomegalie riferibili a determinati substrati anatomo-istologici, autoctoni e protopatici (Mielosi aleucemiche dal punto di vista clinico, in Gazzetta degliospedali e delle cliniche, XXXV [1914], pp. 2037-2040); sulle mielosi eritroblastiche (Le mielosi aleucemiche eritroblastiche dal punto di vista clinico, ibid., XXXVI [1915], pp. 33-36); sulla possibile associazione delle mielosi con le linfosi (Le linfo-mielosi associate, ibid., pp. 420-423); sulla abnorme proliferazione degli elementi della serie rossa in zone midollari ordinariamente in riposo (Le sindromi cliniche delle eritroblastosi, in Il Policlinico, sez. pratica, XXX [1923], pp. 931-936).
Nel settore delle malattie infettive e parassitarie numerosi e importanti furono i contributi recati dal Ghedini. Nel periodo trascorso a Torino condusse una originale ricerca sperimentale sull'origine del processo di neoformazione del connettivo endoalveolare conseguente a infiammazione interstiziale del polmone: in base alle osservazioni macro e microscopiche su polmoni di coniglio nei quali aveva iniettato brodocoltura bacillare, egli poté dimostrare che il consecutivo indurimento polmonare rappresentava non già un processo "indipendente" di trasformazione epiteliale o leucocitaria, come sostenuto da numerosi altri autori, bensì un processo iperplastico interstiziale di natura infiammatoria, interessante in parte o in toto il lume degli alveoli (Contribuzione allo studio della pneumonite interstiziale, in Giornale della R. Accademia di medicina di Torino, s. 4, X [1904], pp. 442-447). Successivamente pubblicò vari altri lavori di ordine clinico e sperimentale sulle infezioni tubercolari (Infezione tubercolare primitiva sperimentale delle tonsille palatine, dei veli palatini, delle articolazioni, in Lavori dei Congressi della Società italiana di medicina interna, XV Congresso, Genova 1905, Roma 1906, pp. 202-205; Infezione tubercolare primitiva delle tonsille, dei veli palatini, dei testicoli, delle articolazioni, sua evoluzione ed esiti, in Gazzetta degli ospedali e delle cliniche, XXVII [1906], pp. 937-941) e sulle sindromi influenzali (Il potere agglutinante del siero di sangue degli influenzati sul bacillo dell'influenza, in Boll. della R. Accademia medica di Genova, XXI [1906], pp. 358 s.; La insufficienza latente dell'apparato cardio-arterioso negli influenzati, in La Clinica medica italiana, XLVIII [1909], pp. 412-434, in coll. con G. Mascherpa; Sulla tonicità e motilità dello stomaco soggetto all'azione di tossine ed endotossine influenzali. Ricerche sperimentali, ibid., XLIX [1910], pp. 152-158, in coll. con A. Connio; Sulla miastenia da influenza. Ricerche cliniche e sperimentali, ibid., pp. 439-464, in coll. con A. Fedeli; La febbre nell'influenza, in Rivista critica di clinica medica, XI [1910], pp. 569-577, 585-594). Di notevole importanza fu l'introduzione nella pratica clinica del suo test sierologico per la diagnosi dell'idatidosi, malattia di difficile individuazione clinica: si tratta di una reazione di fissazione del complemento, la prima in grado di svelare l'esistenza nel soggetto in esame di una cisti da echinococco, presto divenuta nota come "reazione di Ghedini", largamente adottata nelle indagini clinico-diagnostiche fino all'avvento delle moderne e più sensibili tecniche immunologiche (Per la diagnosi della affezione echinococcica, in Boll. della R. Accademia medica di Genova, XXII [1907], p. 151; Anticorpi echinococcici nel siero di sangue di individui affetti da cisti di echinococco, in Cronache della clinica medica di Genova, XIII [1907], pp. 134-137; Sull'anafilassi echinococcica, in Boll. della R. Accademia medica di Genova, XXV [1910], 1-3, pp. 194 s., in coll. con A. Zamorani; Ricerche sull'anafilassia elmintica. Anafilassia echinococcica, ibid., XXVI [1911], 1, pp. 47-51, in coll. con A. Zamorani; La sierodiagnosi delle affezioni elmintiche (Taenia echinococcus), in Annali dell'Istituto Maragliano per lo studio e la cura della tubercolosi e di altre malattie infettive, VII [1913], pp. 133-185; Immunoreazioni elmintiche, in Gazzetta degli ospedali e delle cliniche, XXXV [1914], pp. 450 s.).
Tra gli studi che condusse in tema di patologia endocrina e dismetabolica, il G. definì "base clinica scientificamente positiva" una sua ricerca sperimentale sulla glicosuria adrenalinica nella quale mise in luce l'azione esercitata dall'ormone sulle funzioni epatica, pancreatica, surrenalica (Contributo clinicoallo studio della glicosuria adrenalinica, in Folia clinica, chimica et microscopica, II [1909], pp. 165-186, in coll. con G. Mascherpa). Tra i suoi lavori sull'argomento possono ancora essere ricordati: Experimentelle und klinischer Beitrag zur Azetonytril-Reaktion mit besonderer Berücksichtigung der Differentialdiagnosis Morbus Basedowii, in Wiener klinische Wochenschrift, XXIV (1911), pp. 736-744; Sulla genesi ed eliminazione del rodhan in diverse condizioni morbose especie nel morbo di Basedow, in Rivista critica di clinica medica, XII (1911), pp. 753-763; Valutazione polarimetrica delle sieroglicogenasi in diverse forme morbose e specie nel diabete mellito, in La Clinica medica italiana, LI (1912), pp. 146-164; Nuovo procedimento per la diagnostica funzionale del fegato, in Gazzetta degli ospedali e delle cliniche, XXXIV (1913), pp. 43-46; Situazioneendocrina e sensibilità ai prodotti endocrinici. Deduzioni intorno alla patogenesie alla semeiologia dei morbi endocrinici, in La Clinica medica italiana, LIII (1914), pp. 865-895; L'adrenalina nel saggio dello stato e della funzionalitàdell'apparato cardiovascolare, in Le malattie del cuore, III (1919), pp. 90-94; Situazione endocrina e variabilità delle reazioni cardiovascolari ai prodottiendocrinici, ibid., pp. 35-45, 65-74, 108-123.
Il G. fu membro della Società italiana di medicina interna, dell'Accademia medica di Genova e della Società medico-chirurgica di Padova. Aveva sposato Maria Giudici, dalla quale ebbe la figlia Elena.
Morì a Padova il 17 sett. 1959.
Fonti e Bibl.: A. Ferrannini, Medicina italica (Priorità di fatti e di direttive), Milano 1935, p. 61; A. Ferrata - E. Storti, Le malattie del sangue, I, Milano 1958, p. 559; P. Di Pietro, Breve storia dell'ematologia, Modena 1958, s.v.; M. Rastelli, G. G. et la biopsie medullaire, in Scientia medica Italica, VII (1958), pp. 97-105; P. Gelmetti, La biopsia midollare da G. a Arinkin, in Scritti in onore di A.Pazzini, Roma 1968, pp. 321 s.; Id., G. G. e la biopsia midollare, in Minervamedica, LX (1969), pp. 2963-2979; L. Sterpellone, Eponimia medica, Roma 1976, p. 169; M. Moroni et alii, Malattie infettive, Milano 1982, p. 386; A. Baserga - G.D. Grusovin, Sangue: organi emopoietici, in Enc. del Novecento, VI, pp. 312, 314.