FURNO, Giovanni
Nacque a Capua il 1° genn. 1748. Rimasto orfano di entrambi i genitori nella prima infanzia, o forse trovatello, riuscì a entrare nel locale conservatorio per opera di un sacerdote - di cui si ignora il nome - che si era assunto l'onere della sua educazione. Incerta è la data di ammissione: il Florimo la fa risalire al 1755, mentre sia il Di Giacomo sia il Libby indicano l'11 marzo 1767. Sotto la guida di C. Cotumacci il F. apprese l'accompagnamento del basso numerato, il contrappunto e la composizione, dimostrando "un ingegno perspicace ed assai atto ad apprendere la scienz'armonica" (Villarosa).
Nel carnevale del 1778, primo alunno, compose per il teatrino del conservatorio una commedia per musica, L'allegria disturbata, su libretto di C. Cappelli (interpreti S. Ambrosio, N. Mazzolla, M. de Vita). Il successo meritò una replica al teatro Nuovo. Per lo stesso teatro il F. scrisse anche L'impegno, commedia rappresentata nel 1783, e un'altra opera di cui non si conosce il titolo.
Dopo la morte del Cotumacci (1785) il F., che già come allievo lo aveva sostituito in occasione delle sue assenze, fu nominato "maestro di partimento ed armonia sonata, e con l'andar del tempo divenne valentissimo in quest'importante parte della scienza musicale" (Florimo).
Quando nel 1795 morì G. Insanguine, ultimo illustre maestro di cappella di S. Onofrio, il F. e S. Ruspoli gli succedettero in qualità di "primi maestri", col magro stipendio di 4 ducati al mese. Nel 1797 il conservatorio di S. Maria di Loreto e quello di S. Onofrio si fusero e il F. mantenne la cattedra di partimento, che conservò anche quando passò al conservatorio della Pietà dei Turchini, poi, nel 1808, al R. Collegio di musica nelle sedi dei conventi di S. Sebastiano prima e di S. Pietro a Majella poi. Per più di mezzo secolo insegnò i precetti della scuola napoletana ed ebbe allievi alcuni fra i più importanti compositori dell'inizio dell'Ottocento. Fra di essi si annoverano V. Bellini, S. Mercadante, L. e F. Ricci, L. Rossi; e ancora N.A. Manfroce, C. Conti, M. Costa, G. Curci, G. Lillo, E. Petrella.
Proseguì l'attività didattica sino a tarda età con grande impegno, e fu considerato unanimemente il miglior insegnante del conservatorio. Nel 1835 venne collocato a riposo con l'intero stipendio e insieme con una gratificazione mensile di 12 ducati, che poté godere fino alla fine dei suoi giorni.
Il F. morì di colera a Napoli il 20 giugno 1837 all'età di ottantanove anni.
L'insegnamento del F. seguì i metodi tradizionali della scuola di F. Durante, di L. Leo e di N. Sala, cui aggiunse peraltro un tipo di metodologia empirica svincolata da ogni ferrea logica teorica. Il suo procedimento può essere definito a bell'agio induttivo, poiché l'accettazione della regola avveniva con un ragionamento a posteriori, e solamente in relazione a una soddisfazione dell'orecchio. Il F., che il Florimo ricorda didatta paziente e affettuoso, fu quindi un istintivo di genio che sempre antepose la supremazia del risultato alla teoria. "A che investigare ragioni, quando in musica la prima e più forte ragione è l'effetto?", riferisce ancora il Florimo. Conferma di tale atteggiamento sono le sue Regole per accompagnare i partimenti (Milano s.d.).
La sua attività compositiva, che annovera in massima parte opere religiose e per organo, fu di minore importanza rispetto a quella didattica. Nonostante il severo giudizio del Libby, che lo definì "of no importance as a composer", si deve perlomeno ricordare una Nonna (ninna-nanna), per due voci di soprano con più strumenti in do magg., che godette a Napoli di una diffusa notorietà.
Opere teoriche: Metodo facile, breve e chiaro delle prime ed essenziali regole per accompagnare i partimenti senza numeri (Milano s.d.) e Regole di partimento per imparare a sonare bene il cembalo (ibid., Bibl. del Conservatorio "G. Verdi", Mss. Noseda Th. C. 121). Le sue composizioni sono conservate presso la Biblioteca del Conservatorio di S. Pietro a Majella in Napoli. Opere vocali: Messa con Credo per soprano, tenore e organo; Qui sedes per soprano e strumenti; Miserere per 4 voci e organo; Dixit in la magg. per soprano, tenore e organo; Dixit e Magnificat per 2 voci e organo; 2 Magnificat in re magg. per soprano, contralto, tenore e baritono e orchestra, e in fa magg. per due voci e organo; Nonna in do magg. per 2 soprano e strumenti; Recitativo e Nonna in pastorale per soprano e clavicembalo-organo. Per organo: Apertura in la magg.; Apertura e pastorale in fa magg.; Al post communio, trattenimento in fa magg.; 6 trattenimenti in sol magg.; in sol min., in fa magg., in mi bem. magg., in sol min., in fa magg. Per pianoforte: Sinfonia, concertino.
Fonti e Bibl.: C. Villarosa, Memorie dei compositori di musica del Regno di Napoli, Napoli 1840, pp. 81 s.; F. Florimo, La scuola musicale di Napoli e i suoi conservatorii, II, Napoli 1882, pp. 292 s.; S. Di Giacomo, Il conservatorio di S. Onofrio e quello della Pietà dei Turchini, Palermo 1924, pp. 121 s.; Allgemeine musikalische Zeitung, XXIII (1821), col. 857; F.-J. Fétis, Biogr. univ. des musiciens, Suppl., pp. 352 s.; La musica. Dizionario, I, p. 723; A. Della Corte - G.M. Gatti, Diz. di musica, Torino 1968, p. 238; D. Libby, G. F., in The New Grove Dict. of music and musicians, VII, London 1980 p. 35; Diz. encicl. univ. della musica e dei musicisti, Le biografie, III, p. 61.