FAVILLI, Giovanni
Nacque il 6 giugno 1901, da Giuseppe e da Elena Bacchiola, a Greve (ora Greve in Chianti, prov. di Firenze) e si laureò in medicina e chirurgia a Firenze nel 1924. Avviatosi subito dopo la laurea alla carriera universitaria, nel 1926 divenne assistente presso l'istituto di patologia generale dell'università di Firenze, allora diretto dal triestino A. Lustig, che godeva notorietà e prestigio internazionali. A Firenze l'istituto del Lustig era, dopo quello dell'embriologo e anatomista G. Chiarugi, uno dei più attraenti per i giovani laureati che volessero dedicarsi all'aspetto sperimentale e biologico della medicina. Sotto la guida del Lustig il F. conseguì in breve tempo l'abilitazione alla libera docenza in patologia generale nel 1929 e in microbiologia l'anno seguente: allora le due cattedre erano associate e gli interessi del F., come del resto quelli del suo maestro, si dividevano tra questi due rami del sapere medico, tra loro interconnessi.
Per perfezionare e aggiornare la sua formazione scientifica il F., prima che l'irrigidirsi del regime dittatoriale in Italia potesse creare ostacoli ai liberi movimenti degli studiosi, si recò all'estero: trascorse un intero anno, il 1930, negli Stati Uniti, usufruendo di una borsa della Fondazione Rockefeller, nel Rockefeller Institute for medical research di New York e nel Marine biological Laboratory di Woods Hole (Mass.); quindi, nel 1933 e nel 1934, lavorò in un laboratorio del Lister Institute for preventive medicine di Londra. Poté così perfezionare le sue capacità di lavoro nel settore biochimico-microbiologico e contrarre durevoli amicizie in un ambiente scientifico d'avanguardia. Fu anche in Svezia come "visitor" di istituti di ricerca medica e biologica, invitato dalla R. Accademia svedese delle scienze di Stoccolma.
Tornato in Italia, il F. fu assistente nell'istituto di patologia generale dell'università di Firenze fino al 1936, quando in seguito a concorso fu nominato professore straordinario. Insegnò poi patologia generale nell'università di Perugia nel 1936-37, quindi passò all'università di Modena. Durante l'occupazione tedesca tornò nella sua casa di Firenze ed ebbe contatti con gli esponenti intellettuali delle forze della Resistenza, come per es. L. Ragghianti: di tale sua esperienza doveva lasciare un documento nella cronaca pubblicata a Milano nel 1975 col titolo Prima linea Firenze. Dopo la Liberazione tornò all'insegnamento della patologia generale, ancora a Modena fino al 1948, quindi nell'università di Bologna fino al 1971, quando divenne professore fuori ruolo. Considerò favorevolmente il movimento studentesco del '68 che gli sembrò capace di portare a una migliore intesa tra docenti e discenti e vantaggioso per l'insegnamento universitario. Fu un didatta di indiscusso valore e fondò una scuola dalla quale uscirono valorosi e brillanti allievi, tra i quali C. e S. Cessi, L. Fiume, C. Franceschi, R. Laschi, G. Maltoni, L. Montanaro, G. Prodi.
Nella ricerca scientifica il F. si segnalò per gli studi che fin dai primi anni della sua attività condusse principalmente in due settori: quello microbiologico, cui lo avevano indirizzato soprattutto le esperienze americane, e quello della fisiopatologia del connettivo. allora attentamente considerato nell'ambiente fiorentino.
Dalla sua competenza di base in campo microbiologico, in particolare in quello delle Brucellae, di cui aveva studiato le condizioni di patogenicità anche nei riguardi dell'epidemiologia, egli passò rapidamente, come volevano i tempi, alle prime indagini sull'aspetto biochimico, quindi anche antigenico, della virulenza di quei batteri, con speciale riguardo alle porzioni capsulari glicidiche e glicoprotidiche. Queste sue ricerche furono tra le prime del genere condotte in Italia (Ricerche e considerazioni critiche sulla febbre mediterranea e sull'aborto epizootico. Epidemiologia nella provincia di Firenze nel 1925, in Lo Sperimentale, LXXX [1926], pp. 41-76; Studi sui batteri Brucella melitensis. Le varietà abortus, melitensis, paramelitensis, e loro reciproci rapporti, in Boll. d. Ist. sieroterapico, milanese, VI [1928], pp. 1-36; Le métabolisme du soufre chez les bactéries appartenant à l'espèce Brucella melitensis, ibid., sez. microbiol., II [1930], pp. 1-4; Untersuchungen über die Fähigkeit der Bakterien der Brucella melitensis-Gruppe, H2S zu produzieren. Die produktion von H2S als Kriterium für die Differenzierung der verschiedenen Varietäten der Brucella Gruppe, in Zentralbl. für Bakteriologie, CXXIII [1931], pp. 24-34; Prime ricerche sull'isolamento di frazioni idrocarbonate dai batteri del gruppo Brucella, in Boll. d. Soc. ital. di biol. sper., VII [1932], pp. 702-705; Ricerche sulle sostanze idrocarbonate (antigeni residuali) dei batteri del gruppo Brucella, in Lo Sperimentale, LXXXVI [1932], pp. 357-376, Ricerche sulle sostanze idrocarbonate specifiche dei batteri del gruppo Brucella. Isolamento di un polisaccaride dalla varietà abortus [bovino], ibid., LXXXVIII [1934], pp. 1-8; Recherches sur les substances hydrocarbonées des bactéries du groupe Brucella, in Revue de microbiol. appliquée, VIII [1935], pp. 537-539).
Nel settore della fisiopatologia del tessuto connettivo il F. si occupò a lungo di un argomento in quei tempi emergente e affascinante: lo studio di quella particolare sostanza che, prima che ne venisse chiarita la natura chimica, era designata come "fattore diffusore". Questo, individuato dapprima nello sperma e nell'estratto testicolare, si era rivelato in grado di facilitare la penetrazione dello spermatozoo attraverso la granulosa e, fatto ancor più essenziale ai fini della fecondazione, attraverso la membrana pellucida dell'uovo. Una misura facilmente accessibile dell'attività di tale fattore era quella basata sulla modificazione dello stato fisico-chimico del collagene da esso operata e rivelabile come misura della diffusibilità, in quel collagene ed entro un dato tempo, di una sostanza facilmente riconoscibile, per es. un colore. È oggi ben noto che il cosidetto "fattore di diffusione" è un enzima, la ialuronidasi, in grado di depolimerizzare l'acido ialuronico, componente normale del collagene, e specialmente del connettivo lasso, trofico. Tale indirizzo di ricerca si ricollegava al notevole interesse emergente allora, specie nello studio fiorentino a opera di studiosi come P. Franceschini (allievo di G. Chiarugi) e M. Volterra, verso quello che era, e in parte seguita a essere, il più sconosciuto tra i tessuti, cioè il connettivo. Seguendo la via tracciata da K. A. L. Aschoff e da H. Eppinger appariva ora possibile non solo stabilire meglio le differenziazioni morfologiche e presumibilmente funzionali, cellulari ed extracellulari. di questo poliedrico componente di quasi tutti gli organismi animali, ma anche reinterpretare le acquisizioni della scuola di R. Virchow e di J. F. Cohnheim sui primi stadi del processo infiammatorio. Il F. intuì la possibilità di giungere a risultati di grande interesse nell'osservazione dei fenomeni che conseguono alla diffusibilità di prodotti batterici e persino degli stessi corpi batterici nei tessuti mediata dal connettivo (esistono batteri che producono appositamente ialuronidasi) e degli eventi mobilitanti la risposta di flogosi acuta (Ricerche sulla struttura del tessuto adiposo adulto e sul suo comportamento nei processi infiammatori, in Lo Sperimentale, LXXXII [1928], pp. 629-645; The influence of some organ extracts on the permeability to water of sea urchin eggs (Arbacia punctulata), in Journ. of cellular and comp. physiol., Il [1932], pp. 1-10, Sulla probabile esistenza di fattori di origine istogena capaci di modificare la permeabilità cellulare, II, Esperienze sull'azione di alcuni estratti d'organo sulla idropermeabilità delle uova di riccio (Arbacia punctulata), in Boll. d. Soc. ital. di biol. sper., VII [1932], pp. 10-13; Further observations on the influence of testicular extract upon the rate of absorption of diphteria antitoxin and the response to immunisation with toxoid, in Journ. of pathol. bacteriol., XXXVIII [1934], pp. 253-258, in collaborazione con D. McClean e W. T. J. Morgan; The influence of testicular extract upon the fragility of red blood cells and upon dispersion of Indian ink particles in the dermis, ibid., pp. 153-165, con D. McClean; Ricerche sul meccanismo di diffusione di alcuni estratti d'organo nei tessuti, in Lo Sperimentale, LXXXIX [1935], pp. 724-738; Studio chimico sul fattore diffusore (Fattore R) presente in alcuni organi. Purificazione, ibid., XC [1936], pp. 304-316; Mucolytic effect of natural and artificial spreading factors, in Nature, CXLV [1940], pp. 866 s.; Versuche über die Reinigung des mucinolytischen Enzyms des Hodens, in Biochem. Zeitschr., CCCXIII [1942], pp. 243-249, Problemi di patologia relativi all'acido jaluronico ed al suo specifico enzima (jaluroniciasi, o mesomucinasi), in Atti del V Congr. intern. di patologia comparata, Istanbul, Milano 1949, pp. 227-230).
Oltre che allo studio di questi due settori, il F. si dedicò anche a quello di altri importanti argomenti della patologia generale, quali l'etiopatogenesi dei tumori e alcuni problemi di virologia. Tra i suoi scritti meritano ancora di essere ricordati l'articolo Ilcontributo della patologia generale alla educazione del medico e al progresso delle scienze mediche e biologiche (in Lo Sperimentale, CXVIII [1968], pp. 337-348) e l'opera trattatistica, da lui diretta e redatta in collaborazione con E. Ciaranfi e altri, uscita a Firenze nel 1953 con il titolo Lezioni di patologia generale e in successive edizioni (1954, 1958, 1967 ...; 1982 e 1986, in coll. anche con G. Prodi) a Milano con quello di Trattato di patologia generale.
Del F. si ricorda anche la partecipazione civile espressa dalla sua collaborazione con il Comune di Bologna per le opere di cultura e di sanità: in particolare organizzò una associazione nazionale di medici per la pace, che aveva le radici in quasi tutte le parti del mondo e che rispondeva a molte esigenze poste dal periodo della cosiddetta guerra fredda. Diresse anche il locale Circolo di cultura.
Appartenne a molte società scientifiche italiane e straniere e fu socio, prima corrispondente (1958) e dal 1971 nazionale, dell'Accademia nazionale dei Lincei.
Il F. morì a Bologna il 2 nov. 1989.
Bibl.: Biografie e bibliografie degli accademici lincei, Roma 1976, pp. 289-293.