DOMANICO, Giovanni
Nacque a Rogliano (Cosenza) il 17 ag. 1855 da Domenico e da Caterina Cardamone.
Il padre, cattolico di formazione giobertiana e amico di diversi uomini politici, era proprietario di terre silane usurpate, successivamente riconosciutegli dallo Stato, nonché apprezzato enologo e produttore di vini.
Il D. studiò a Napoli, dove frequentò le lezioni di F. De Sanctis e fu discepolo di G. Bovio, repubblicano e anticlericale. L'occasione che gli fece mutare il corso della vita - come scrive nelle memorie pubblicate con lo pseudonimo di Le Vagre (Un trentennio nel movimento socialista italiano: reminiscenze e note storiche, Prato 1910) - fu l'incontro in carcere con E. Malatesta, con cui fu arrestato nel 1870 durante una manifestazione studentesca anticlericale.
Pervenne così, attraverso la lettura di libri e giornali socialisti, all'acquisizione di quelle conoscenze anarchiche che nell'ambiente della gioventù studiosa napoletana, stimolata dalle sollecitazioni e dalla propaganda esplicate dal russo Bakunin durante il suo soggiorno partenopeo, avevano trovato una pronta e favorevole accoglienza. Nello stesso tempo si avvicinò anche ai maggiori esponenti dell'anarchismo italiano, come lo stesso Malatesta, F. S. Merlino, C. Cafiero, e intrattenne rapporti epistolari con B. MaIon.
Ritornato in Calabria, dopo aver compiuto un viaggio per "conoscere e farsi conoscere" da altri affiliati internazionalisti, fondò nel 1872 a Rogliano la prima sezione calabrese dell'Intemazionale, aderente alla costituita Federazione italiana. La sua milizia politica, da questo momento, non conobbe più soste. Neanche un'ammonizione inflittagli il 7 sett. 1874 dal pretore di Rogliano, la prima di numerosi provvedimenti giudiziari a cui fu sottoposto, riusci a frenarlo, anzi lo stimolò a continuare nella diffusione dei principi socialisti con maggiore lena. Sostenuto anche finanziariamente da un consistente assegno che il padre gli inviava mensilmente, il D., nei suoi continui spostamenti per tutta Italia, non solo appoggiò economicamente diverse iniziative, ma vi si impegnò direttamente con grande dispendio di energie.
Nonostante questo frenetico e a volte confusionario e contraddittorio attivismo, esercitato mediante la pubblicazione di numerosi giornali e la fondazione di sezioni in Calabria e nel Napoletano, non ebbe comunque mai l'approvazione unanime dell'establishment socialista, alquanto scettico sulle sue molteplici imprese. A parte l'amicizia sincera di A. Costa e di Malatesta, il quale, tuttavia, in una lettera a O. Morgari ne riconosceva i limiti accreditandolo di convinzioni non ben determinate e accusandolo di avere il bernoccolo del confusionismo, il D. per la sua condotta alimentò molti dubbi, i quali avrebbero trovato, poi, uno sbocco definitivo nella vicenda personale del 1899.
Il D. aveva iniziato giovanissimo la sua attività politica e giornalistica. Nel 1869, a 14 anni, stampò il primo foglio a sfondo repubblicano, Il Patriota. Nel 1877 collaborò a Napoli con E. Covelli alla pubblicazione del settimanale L'Anarchia e fu tra i componenti della federazione napoletana dell'Associazione internazionale dei lavoratori. Nel 1878 a Cosenza fece uscire per soli due numeri Il Socialista, sottoposto subito al sequestro per le idee anarchiche che vi si esprimevano. Nello stesso anno, per aver fondato insieme con G. Fasoli una sezione dell'Internazionale a Rocca Imperiale, piccolo centro dell'alto Ionio cosentino, alquanto attivo per la propaganda socialista, subi un nuovo processo. Per sottrarsi alla condanna comminatagli dal tribunale di Castrovillari, fu costretto a lasciare l'Italia e a riparare in Svizzera. Nella Confederazione elvetica entrò in contatto con A. Costa, A. Kuliscioff, O. Gnocchi Viani ed altri rifugiati politici.
Ritornato in Italia, partecipò nell'agosto del 1883 a Ravenna al secondo congresso del Partito socialista rivoluzionario di Romagna, allora l'unica struttura politica, creata dal Costa, che avesse una sua reale consistenza. La svolta evolutiva del deputato socialista romagnolo ebbe una certa influenza sul D., il quale, distaccatosi momentaneamente dalle sue posizioni, nell'ottobre a Napoli cercò di associare molti anarchici alla Lega dei figli del lavoro, un organismo operaio socialista finalizzato ad obiettivi rivendicativi ed elettorali, ma il tentativo fu subito sventato da N. Converti. Nel 1885, ancora evoluzionista, pubblicò Rivista calabrese, un mensile che annoverava tra i collaboratori il Costa, il Malon, N. Colaianni, A. Ghisleri, G. Rossi (Cardias). La stessa, che sosteneva nei confronti del Mezzogiorno "una speciale tattica tendente a stabilire una intesa tra tutte le frazioni della democrazia in un programma pratico di azione locale" (Le Vagre, p. 25), non venne accolta con favore. Alla sua pubblicazione era stato invitato a collaborare anche F. Engels, al quale il D., attraverso F. Turati, si rivolse successivamente nel 1893 per proporgli la traduzione del Capitale di Marx per un'edizione popolare da stampare a Prato. La richiesta non ebbe un seguito per le perplessità che lo stesso Engels manifestò circa la difficoltà di un'opera che richiedeva nel traduttore una profonda conoscenza della lingua tedesca e dell'economia politica.
Dopo un viaggio compiuto nel settembre 1889 a Buenos Aires per aprire una filiale dell'azienda paterna e partecipare, nel contempo, al movimento democratico e socialista argentino, il D., ritornato in Italia nella primavera del 1891, si stabili a Perugia. Nel capoluogo umbro iniziò le pubblicazioni del settimanale L'Umbria, poi a Terni La Plebe, continuata quale organo del movimento anarchico a Firenze (13 marzo 1892), infine a Prato La Tribuna dell'operaio (2 luglio-28 ag. 1892).
In questo periodo egli svolse un ruolo particolare nel dibattito che portò alla fondazione del Partito dei lavoratori italiani. Al congresso operaio italiano (Milano, agosto 1891), il D., nella battaglia scatenatasi intorno al problema dell'organizzazione delle forze operaie, riusci a cogliere, al di sopra delle parti, la vera sostanza della questione, operando, per la prima volta, una distinzione alquanto originale tra partito operaio e federazione di società. Nel caldeggiare la creazione di un partito dotato di un organo centrale, egli offri il suo settimanale L'Umbria, ma la proposta fu respinta. A Genova (agosto 1892), pur denotando una visione ancora utopistica dei problemi allora sul tappeto ma essendo contro le pregiudiziali antiorganizzative degli altri anarchici, il D. cercò di conciliare le opposte tendenze, senza peraltro riuscirvi.
Negli anni della reazione crispina, seguita al tentativo rivoluzionario dei Fasci in Sicilia, intraprese a Cosenza una nuova pubblicazione, Humanitas (10 apr. 1894), distribuita gratis ai socialisti della Calabria e nel primo semestre del 1895 a Roma trasformò il noto settimanale satirico L'Asino in quotidiano. Anche questa iniziativa, al pari di tutte le altre, fu accolta con riserva da alcuni ambienti socialisti che accusarono addirittura il giornale di connivenza coi governo crispino. La Lotta di classe, nell'escluderlo dall'elenco della stampa socialista, riscontrava nel quotidiano uno spirito di eclettismo che andava dalle idee repubblicane all'anarchia, uscendo fuori dalla linea ufficiale del partito, mentre in tema di alleanze coi gruppi politici affmi professava un aperto ed estremo possibilismo.
Dopo l'esperienza romana e fino al 1897 l'azione del D. si svolse prevalentemente tra il Napoletano e la Calabria. Fissata la sua residenza a Resina, un comune alle falde del Vesuvio, costitui nel 1896 la federazione socialista napoletana; fu tra gli organizzatori del primo congresso meridionale socialista svoltosi a Napoli nell'aprile; a Portici dette vita al periodico domenicale Avanti!, organo dei comuni vesuviani, fusosi poi con Il Socialista di Napoli.
In Calabria attivò la federazione socialista regionale; organizzò due congressi, il primo a Palmi nel marzo 1896, il secondo a Catanzaro nel settembre 1897 con la partecipazione di A. Costa. Nelle elezioni politiche del marzo fu candidato nel collegio di Rogliano, ottenendo una più che lusinghiera votazione. Negli intervalli concessigli dai suoi numerosi ed eterogenei impegni trovò il tempo di partecipare, nel luglio 1896, prima al congresso internazionale socialista di Londra e poi al congresso nazionale di Firenze.
Nel 1899 veniva allontanato dal partito, come appartenente alla massoneria e sospettato di essere un delatore della polizia.
Questo avveniva dopo l'accesa polemica giornalistica condotta sull'Avanti! da L. Bissolati contro l'impostazione ideologica poco ortodossa della Rivista critica del socialismo, diretta dal Merlino e finanziata dal D., accusata di propugnare un concetto di socialismo che escludeva la lotta di classe e faceva assegnamento sulla forza dei sentimenti e delle idee di tutti i benpensanti. Neanche il giuri d'onore, richiesto appositamente dal D., riusci, in mancanza di elementi sufficienti, a dimostrare allora la validità della decisione presa. I tre membri, uno dei quali N. Serra nominato dall'imputato, rimasero nel vago ed accertarono soltanto l'esistenza di rapporti personali intercorrenti tra il D. ed alcuni uomini politici, di natura tale, però, da legittimare sospetti e diffidenze e quindi giustificare la sua esclusione dal partito. Oggi le ultime ricerche hanno documentato che l'accusa formulata era sostanzialmente fondata e che egli aveva informato la polizia e la prefettura fin dal 1894, proprio nel periodo (fine 393-inizio 1894) in cui si trovava a Bologna, dove, come si legge in una sentenza di quella corte d'appello, sulla falsariga dei Fasci siciliani, cercava di costituirne uno analogo "diretto a commettere i delitti di incitamento alla disobbedienza della legge e all'odio fra le classi sociali".
Con l'uscita dal partito nel 1899, il D. abbandonò ogni attività politica per rivolgere i suoi interessi alla compilazione delle memorie e alla ricostruzione della storia dell'Internazionale e rifarsi così una nuova identità dopo la nota vicenda. Anche quest'ultimo tentativo fu solo un'illusione. Nel ign la pubblicazione del primo volume sull'Internazionale, dalla sua costituzione al congresso di Chauxde-Fonds, un'opera che nelle intenzioni dell'autore doveva servire ad accreditarlo nuovamente nell'apparato socialista, ebbe invece l'effetto contrario di far ricordare un episodio che bene o male era passato nel dimenticatoio. Il giornale socialista fiorentino La Difesa defini subito lo scritto un lavoro compilato da una spia. Il processo che ne segui per diffamazione, intentato dallo stesso D. contro i suoi detrattori, in questa occasione diede ragione a lui, il quale ottenne anche il risarcimento dei danni materiali subiti, ma tutto questo non fu sufficiente a farlo riaccogliere presso i socialisti.
Allo scoppio della prima guerra mondiale il D. fu interventista. Egli temeva il pericolo del pangermanesimo come un ostacolo permanente allo sviluppo della democrazia. In tal senso si espresse in una conferenza tenuta a Rogliano il 27 luglio 1916. Nell'ottobre dello stesso anno prese parte al terzo convegno repubblicano meridionale svoltosi a Napoli.
Egli - così si legge nella scheda biografica del prefetto - "espose, con linguaggio moderato, le condizioni specifiche del partito repubblicano nel Mezzogiorno ben diverse da quelle delle altre regioni d'Italia affermando che il partito repubblicano meridionale, che pure vanta le migliori tradizioni storiche, non puo stare alla pari con quello del Settentrione per deficienza d'organizzazione. Spiegò come la tattica del partito debba essere varia a seconda degli interessi locali, proponendo, infine, la costituzione di associazioni culturali e combattere la conquista da parte dei partiti clericali dei poteri pubblici locali amministrativi".
Negli ultimi anni aveva, anche, intensificato la sua attività nel campo massonico (apparteneva alla massoneria fin dal 1874), prima con la direzione a Napoli del mensile IlMondo massonico e poi con la fondazione di un circolo affiliato alla massoneria di rito scozzese, allo scopo di sostituirsi a quella ufficiale da cui si differenziava per un carattere più democratico e perché riconosceva alle donne il diritto di appartenervi.
Morì a Napoli il 21 marzo 1919.
Tra le sue opere si ricordano: Itrovatelli, Milano 1880; Unión Civica y la revolución de Julio, Montevideo 1890; Il concetto dello Stato nella borghesia e nel proletariato, Terni 1891; I partiti politici di fronte all'attuale situazione, Bologna 1893; Il socialismo e la questione agraria, Cosenza 1896; In tempo di elezioni. Consigli ai lavoratori, ibid. 1897, G.D. Le Vagre, Un trentennio nel movimento socialista italiano, Prato 1910; Il concetto della rivoluzione socialista, ibid. 1911; L'Internazionale. Dalla sua fondazione al congresso di Chaux-de-Fonds, 1864-1870, Firenze 1911. Accanto a queste si devono pure segnalare la traduzione dal francese di P. Kropotkin, La conquista del pane, Cosenza 1894, e la premessa a F. S. Merlino, L'individualismo nell'anarchismo, Roma 1895.
Fonti e Bibl.: Roma, Arch. centr. dello Stato, Casell. polit. centrale, fasc. personale; Arch.di Stato di Napoli, Questura, Gabinetto. Fasc. personaggi pregiudicati politici, busta 797 (4791); Arch. di Stato di Firenze, Atti di polizia, fascio XLIV, Tipografie, litografie ed altro (1886-1896); Arch., di Stato di Bologna, Sentenza Corte d'appello 16 novembre 1896, vol. 67, pp. 1546-1549; Arch. di Stato di Cosenza, Tribunale correzionale di Cosenza. Procedimento penale contro G.D., ottobre 1878; Ibid., Procedimento contro G.D. imputato di reato di stampa, mazzo 647; Ibid., Procedimento per avere con opuscolo intitolato "Federaz. Soc. Cal. ...", mazzo 993; Imola, Biblioteca comunale, Fondo Costa, lettere del Domanico. Per un primo approccio biografico, cfr. P. C. Masini, Biografie di "sovversivi" compilate dai prefetti del Regno d'Italia, in Riv. stor. del socialismo, IV (1961), 13-14, pp. 576-583; A. Guarasci, I Domanico alle origini del cattolicesimo politico e del socialismo in Calabria, in Calabria contemporanea, XIII (1972), I, pp. 11-57; G. Masi, Il caso D.: due documenti inediti di polizia, in Movimento operaio e socialista, XIX ( 1973), 4, pp. 381-394; Id., D.G., in Diz. biogr. del movimento operaio ital., a cura di F. Andreucci-T. Detti, II, pp. 235-38. Sulla sua vicenda politica, oltre al Masi che ha documentato l'attività di delatore, cfr. G. Procacci, Antonio Labriola e la revisione del marxismo attraverso l'epistolario con Bernstein e con Kautsky 1895-1904, in Annali dell'Ist. G. Feltrinelli, III (1960), pp. 321 ss.; U. Levra, Il colpo di stato della borghesia. La crisi politica difine secolo in Italia 1896-1900, Milano 1975, p. 148. Sul ruolo svolto nel movimento anarchico e socialista, cfr. F. Turati-A. Kuliscioff, Carteggio, 10 maggio 1898-giugno 1899, Torino 1949, ad Indicem; R. Soldi, Il Congresso internazionale socialista di Londra del 1896, in Movimento operaio, II (1950), 9-10, pp. 248-254; S. Merlino, Concezione critica del socialismo libertario, a cura di A. Venturini-P. C. Masini, Firenze 1957, ad Indicem; P. C. Masini. Gli Internazionalisti. La Banda del Matese (1876-1878), Milano-Roma 1958, ad Indicem; Il Partito socialista italiano nei suoi congressi, I, 1892-1902, a cura di F. Pedone, Milano 1959, pp. 79, 91, 93-99; L. Cortesi, La costituzione del Partito socialista italiano, Milano 1961, ad Indicem; G. Manacorda, Il movimento operaio italiano attraverso i suoi congressi..., Roma 1963, ad Indicem; La Federazione italiana dell'Associazione internazionale dei lavoratori. Atti ufficiali 1871-1880, a cura di P. C. Masini, Milano 1964, ad Indicem; A. Romano, Storia del movimento socialista in Italia, II, L'egemonia borghese e la rivolta libertaria 1871-1882, Bari 1966, ad Indicem; F. Manzotti, Il giornalismo socialista dal 1876 al 1896, in Clio, V (1969), I, pp. 33-47; P. C. Masini, Storia degli anarchici italiani da Bakunin a Malatesta (1862-1892), Milano 1969, ad Indicem; M. Fatica, Origini del fascismo e del comunismo a Napoli (1911-1915), Firenze 1971, ad Indicem; D. Marucco, Processi anarchici a Torino tra il 1892 e il1894, in Anarchici e anarchia nel mondo contemporaneo, Torino 1971, pp. 217-241; D. Perli, I congressi del Partito operaio italiano, Padova 1972, ad Indicem; L. Gestri, Capitalismo e classe operaia in provincia di Massa-Carrara dall'Unità d'Italia all'età giolittiana, Firenze 1976, ad Indicem; N. Dell'Erba, Le origini del socialismo a Napoli 1870-1892, Milano 1979, pp. 16, 42 s., 49; P. C. Masini, Storia degli anarchici italiani nell'epoca degli attentati, Milano 1981, ad Indicem; N. Dell'Erba, Giornali e gruppi anarchici in Italia 1892-1900, Milano 1983, pp. 27 s., 76, 179. Per l'attività del D. in Calabria, cfr. A. Lucarelli, Gli albori del socialismo nel Meridione, in Movimento operaio, III (1950, 17-18, pp. 611-616; G. Mastroianni, Appunti sulla polemica Labriola-De Bella e sul primo socialismo calabrese, in Rivista storica del socialismo, II (1959), 6, pp. 380-388; M. Borretti, L'unità operaia ed i primi giornali socialisti di Cosenza, in La Parola socialista, LIX (1964), 9, p. 3; G. Masi, Per una storia della stampa socialista in Calabria. I primi giornali Il Socialista di Cosenza e L'Operaio di Reggio Calabria, in Historica, XXV (1972), 3, pp. 117-133; A. Guarasci, Politica e società in Calabria dal Risorgimento alla Repubblica. Il collegio di Rogliano, Chiaravalle Centrale 1974, ad Indicem; G. Mastroianni, Problemi sociali e filosofia nella Calabria di fine Ottocento, Salerno-Catanzaro 1978, ad Indicem; G. Masi, Socialismo e socialisti di Calabria (1861-1914), Salerno-Catanzaro 1981, ad Indicem; G. Sole, Le origini del socialismo a Cosenza (1860-1880). Carte dell'Archivio di Stato, Cosenza 1981, pp. 57-61, 66, 82, 86, 100-103, 115, 13 8 ss., 143-178; G. Cingari, Storia della Calabria dall'Unità ad oggi, Bari 1982, ad Indicem; G. Sole, Rivoluzionario e spia. Storia e mentalità di un borghese emarginato dell'800, Milano 1988.