CAPOCCI, Giovanni
Secondo le antiche genealogie della famiglia Capocci, risalenti al secolo XVII, il C. sarebbe stato fratello di quel "Bobo Capotianus", priore degli hostiarii di Clemente III nel 1188, che viene attestato in un documento accolto nel Liber Censuum di Cencio Camerario (ed. P. Fabre-L. Duchesne, I, Paris 1910, p. 420, n. CLVII. Nell'edizione del Muratori, Annales Italiae, I, Mediolani 1738, col. 121 figura tra gli hostiarii anche "un Iohannes Capotius", che è un'errata trascrizione per "Iohannes Topus"). Padre di Giovanni e "Bobo" sarebbe stato un "Romanus Capoccius", che avrebbe ricoperto la carica di "Romanorum consul" nel 1122 (cfr. Reh, p. 10). Ma la genealogia della famiglia Capocci si basa su documenti sicuri soltanto dalla fine del secolo XII in poi. Le notizie che riscontriamo qui e là nei documenti dei secoli XI e XII non permettono di stabilire precisi legami di parentela.
Con il C. la famiglia Capocci dei Monti viene a porsi tra le più influenti sul piano politico romano. La linea discendente dell'albero genealogico del C. è meglio attestata. I documenti contemporanei dimostrano, contrariamente alle affermazioni degli storici della famiglia Capocci, antichi e moderni, che egli fu padre di Giacomo proconsole romano nel 1254 e nonno di Pietro cardinale (morto nel 1259), di Arcione, podestà di Osimo, e di Giovanni, probabilmente da identificarsi con il cappellano di Onorio III. Il C. esplicò un'intensa attività nella vita politica romana nell'arco di tempo che va dal pontificato di Lucio III a quello di Onorio III. Il 4 giugno 1184 "Iohannes Capocia" porta il titolo di "Consiliator Urbis" (Bartoloni, Codice diplomatico, p. 63 n. 38). Senatore di Roma fu, secondo la dettagliata analisi cronologica del Bartoloni (Per la storia, pp. 50-55), dalla fine del 1194 o dall'inizio dell'anno successivo fino almeno al novembre del 1196. Il suo incarico senatoriale durò dunque "duobus annis": questo è il significato da dare a quell'oscuro passo del Chronicon di Ruggero di Hoveden relativo ai senatori di Roma di quegli anni (ed. Liebermann, in Mon. Germaniae Hist., Script., XXVII, p. 171). Il C. fu dunque eletto senatore immediatamente dopo il collegio dei cinquantasei senatori assurto al potere tra il 1193 e il 1194. Il 3 febbr. 1197 sembra non essere più in carica, se è esatta l'identificazione di lui con l'omonimo che figura in una charta venditionis romana. Nella prima metà del secolo XIII, allorché numerosi furono i nobili romani eletti podestà in città del patrimonio pontificio, il C. fu insignito per due volte con il titolo e la carica di podestà di Perugia. "Romanorum Consul et Perusinorum Potestas" lo dicono due documenti del 10 apr. 1201 (Ansidei-Giannantoni, p. 326 n. LXXIII) e del 1223 (Vendettini, p. 11). Il C. fu un aspro oppositore della politica romana di Innocenzo III. I Gesta Innocentii III ci informano in modo alquanto esauriente sulle diverse fasi della lotta che il caporione C. volle intraprendere nel tentativo di contrastare la volontà del pontefice di rafforzare la propria influenza sul Senato romano, costringendo la nobiltà romana ad accettare il diritto papale all'elezione senatoriale (vedi anche Bartoloni, Codice diplomatico, p. 92 n. 57). Alcuni anni dopo, l'anziano senatore mostrò di nuovo la sua ostilità ai piani politici del Papato, favorendo Ottone IV nella sua lotta contro il pontefice; e quando Innocenzo III, dopo aver scomunicato il pretendente alla corona imperiale, tenne a Roma una predica pubblica, il C. lo interruppe lanciandogli questo grave rimprovero: "Os tuum os Dei est, sed opera tua, opera sunt diaboli" (Caesarius Heisterbacensis). Consanguineo di Onorio III, assumerà dopo l'avvento di costui al soglio pontificio (1216) un atteggiamento più conciliante nei riguardi dei nuovi orientamenti della politica papale. Sulla data di morte del C. non abbiamo nessuna notizia.
Fonti e Bibl.: I documenti di carattere geneal. vengono citati in questo Diz.biogr. d. Ital., XVIII, s. v. Capocci, Giacomo. Sulla carica di consiliator Urbis del 1185, cfr. P. Fedele, Per la storia del Senato romano nel secolo XII, in Arch. d. R. Soc. rom. di storia patria, XXXIV (1911), p. 360; A. Rota, Ilcodice degli "Statuta Urbis" del1305 e i caratteri polit. della sua riforma, ibid., LXX (1947), p. 153; F. Bartoloni, Codice diplomatico del Senato romano, I, Roma 1948, pp. 63 s. n. 37; A. Rota, Il "Consilium Urbis" del sec. XII, in Arch. d. Soc. rom. di storia patria, LXXV (1952), p. 7. Sulla senatoria del C. basti rinviare alle esaurienti analisi di F. Bartoloni. Per la storia del Senato romano nei secc. XII e XIII, in Bull.dell'Ist. stor. ital. per il Medio Evo, LX (1946), pp. 51-55, 86. Il termine ante quem viene offerto da un diploma di Enrico VI del 26 ott. 1196, datato da Montefiascone: tra i testi compare anche "Iohannes Capucheus senator Romanus" (K. F. Stumpf-Brentano, Die Kaiserurkunden des X., XI. und XII. Jahrhunderts, Innsbruck 1865-1883, p. 462 n. 5046). La charta venditionis del3 febbr. 1197 è stata pubblicata da P. Fedele, TabulariumS.Mariae Novae, in Arch. d. R. Soc. rom. di storia patria, XXVI (1903), p. 115 n. CLVI. La lettura è però incerta. Il C. figura, il 3 marzo 1199, tra i testimoni presenti ad un atto di donazione di Giovanni conte di Ceccano: P. Pressutti, Regesta Honorii papae III, I, Romae 1888, p. LXXXIV. Sul governo podestatario di Perugia cfr. A. Ansidei-L. Giannantoni, I codicidelle Sommissioni al Comune di Perugia, in Boll.della R. Deput. di storia patria per l'Umbria, VI (1900), p. 326 n. LXXIII, e A. Vendettini, Serie cronol. de' senatori di Roma, Roma 1778, p. 11. Cfr. anche F. Bartoloni, Per la storia del Senato romano, p. 59. Forse è identificabile con l'omonimo "dominus de Frusinone" al quale vengono confermati i diritti su quella terra in un doc. del 5 sett. 1207 inserito nel Liber Censuum, a cura di P. Fabre-L. Duchesne, I, Paris 1910, p. 340 n. LXV. Sui contrasti tra il C. e Innocenzo III cfr. Gesta Innocentii III, in J. P. Migne, Patr. lat., CCXIV, capp. CXXXIX-CXLII, e Caesarius Heisterbacensis, Dialogus mirac., a cura di J. Strange, Coloniae-Bonnae-Bruxellis 1851, II, p. 103. Sul C. cfr. inoltre il sempre importante F. Gregorovius, Storia della città di Roma nel Medioevo, II, Roma 1900, pp. 597, 661, 665, 670, 702; F. Reh, Kardinal Peter Capocci. Ein Staatsmann und Feldherr des XIII. Jahrhunderts, Berlin 1933, pp. 10-12, che si riallaccia alle antiche genealogie senza spirito critico; H. Tillmann, Papst Innocenz III., Bonn 1954, pp. 119, 154, 253; D. Waley, The Papal State in the Thirteenth Century, London 1961, pp. 26, 32 n.2, 38 s., 46.