BROCCA, Giovanni
Nacque a Milano il 6 giugno 1803. Di famiglia facoltosa, dedita ai commerci, dopo il ginnasio frequentò, dal 1820, il liceo presso la scuola di S. Alessandro, ove ebbe come maestro di disegno ornamentale D. Moglia, che lo presentò poi alla scuola di disegno architettonico dell'Accademia di Brera: il B. vi fu ammesso nel 1824 e vi seguì anche i corsi di prospettiva di F. Durelli. Terminati gli studi a Brera, il B. si indirizzò inizialmente alla progettazione architettonica e partecipò, senza successo, ad alcuni concorsi (nel 1829 per un collegio di sordomuti, nel 1830 per un "teatro notturno"). Presto decise però di dedicarsi liberamente all'architettura, senza trascurare altri interessi, quali quello per la pittura, cui in seguito si rivolse spesso.
Nel 1833-35 il B. eseguì una serie di tavole (portate su lastra dagli incisori Angelo e Domenico Brusa) illustranti il duomo di Como, per il quale, nel 1834, ideò una decorazione delle volte, poi non realizzata. Nel 1835 si trasferì in Spagna, dove si trattenne per tre anni, progettando alcuni edifici per Barcellona e approfondendo lo studio dell'arte del Medioevo. Tornato a Milano, si dedicò alla pittura, che coltivò poi con sistematicità negli anni successivi.
Durante la lunga permanenza a Roma, dalla fine del 1839 al 1845, divenne amico e discepolo di P. Clavé y Roqué e di E. Landesio e si sottopose ad un rigoroso tirocinio, eseguendo studi di figura e di paesaggio e quindi rivolgendosi alla pittura di genere; ma l'interesse per l'architettura romanica (in quegli anni egli studiò soprattutto i monumenti di Tuscania) lo indusse presto a eseguire soprattutto minuziose e precise vedute architettoniche, che, tornato a Milano, presentò all'Esposizione di Brera del 1846 (tra esse due Vedute interne di S. Maria di Toscanella e La porta principale di S. Maria di Toscanella).
Nel 1848 il B. partecipò ai moti delle Cinque giornate e quindi si arruolò nella guardia nazionale. Dopo l'armistizio Salasco lasciò Milano per Lugano e poi per la Spagna (1849-50) e quindi l'Inghilterra (1850), da dove tornò in Italia nel 1851 attraverso l'Olanda, la Francia e la Germania. In questi viaggi egli eseguì numerosissimi disegni di edifici medievali, che negli anni seguenti gli servirono per una serie di dipinti, regolarmente esposti a Brera (per es. Il portale meridionale della cattedrale di Strasburgo; Veduta interna dell'abbazia di Westminster; Portale di S. Maria di Tuscania, presentato poi nel 1867 all'Esposizione internazionale di Parigi e nel 1872 all'Esposizione nazionale di Milano, dove fu acquistato dalla Deputazione provinciale).
Il pregio maggiore di queste opere, di tono pacato e talvolta animate da piccole figure, è l'aderenza ai modelli, portati sulla tela con intelligente comprensione della loro struttura, rivelando, oltre a una preparazione architettonica, la profondità del suo accostamento all'arte medievale; il B. fece parte infatti del comitato preposto ai restauri delle basiliche milanesi di S. Ambrogio (nel 1858) e di S. Eustorgio (1863), e in tale veste poté eseguire anche alcuni interventi originali. Fu inoltre più volte interpellato per altri restauri (quelli del S. Abbondio e del S. Fedele di Como o della loggia di Brescia) e chiamato ad incarichi pubblici: dal 1861 fu consigliere dell'Accademia di Belle Arti di Brera e dal 1863 membro della Consulta archeologica, contribuendo in tal veste alla fondazione ed all'ordinamento del Museo archeologico di Milano.
Eletto consigliere comunale nelle prime elezioni amministrative (1860), e poi regolarmente rieletto fino al 1872 (negli anni 1860-62 fu anche assessore), si dedicò con attenzione ai problemi edilizi ed urbanistici della città. Preparò, tra l'altro, studi (ora in gran parte presso l'Archivio storico del Comune di Milano) per l'ordinamento di piazza del Duomo, per il sottopassaggio dalla via Principe Umberto al baluardo di porta Venezia, per il restaurd dell'antico palazzo della Ragione, per la sistemazione della fossa interna della città, per un progetto per il cimitero monumentale (di stile gotico-lombardo, svolto in 9 tavole presentate all'Esposizione di Brera del 1859).
Altri suoi lavori, di carattere eclettico e di non rilevante originalità, sono: un primo progetto (redatto nel 1860, col Maciacchini) ed un secondo (del 1866) per la facciata di S. Maria del Fiore; studi (non realizzati, come i precedenti progetti) per una chiesa di rito greco-illirico a Trieste (1858); il progetto, redatto in stile "lombardo-egizio", del monumento ossario per la battaglia di Magenta, eretto a Magenta tra il 1862 e il 1866 ed inaugurato nel 1869; il progetto, in stile gotico-lombardo, della chiesa parrocchiale dei SS. Pietro e Paolo a Sermide, presso Mantova (il B. ebbe l'incarico nel 1858, ma l'edificio fu realizzato solo tra il 1865 e il 1871); il progetto (non realizzato) per un monumento commemorativo delle Cinque giornate. preparato nel mesi immediatamente precedenti la morte, avvenuta a Magenta l'8 maggio 1876.
Fonti e Bibl.: Oltre ai catal. delle mostre cit. all'interno della voce si vedano quelli delle esposizioni di Brera 1852, 1855, 1856, 1858, 1859. V. inoltre: A. Caimi, Delle arti del disegno e degli artisti nelle provincie di Lombardia dal 1777 al1862, Milano 1862, pp. 25, 31, 110; A. Annoni, Ricordo di Magenta, in L'Illustrazione ital., 6 giugno 1873, pp. 309 s.; G. Mongeri, G.B.,commemorazione, in Atti della R. Accademia di Belle Arti in Milano, Milano 1876, pp. 91-113; Id., G. B.architetto e consultore del museo archeologico, in Arch. stor. lomb., III (1876), pp. 36-38; V. Matteucci, Le chiese artistiche del Mantovano, Mantova 1902, p. 215; P. Mezzanotte, L'edilizia milan. dalla caduta del Regno Italico alla prima guerra mondiale, in Storia di Milano, XV, Milano 1962, pp. 357, 419; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, V, p. 35; A. M. Comanducci, Dizionario ill. dei pittori... ital. moderni, Milano 1962, I, p. 262.