EPIS, Giovanni Battista e Giuseppe
Fratelli gemelli, nacquero a Gavarno di Rosciate (Bergamo) il 25 nov. 1829, da Giacomo e da Anna Maria Cortesi. Nel 1843 furono presentati alla commissaria dell'Accademia Carrara, con il parere favorevole di G. Diotti, da E. Scuri, che momentaneamente lo sostituiva alla direzione dell'Accademia. Lo Scuri, esaminati i loro disegni, vi aveva riconosciuto, infatti, "una felicissima disposizione per l'arte pittorica" (Bassi Rathgeb, 1947, p. 37), tanto che furono ammessi entrambi a frequentare i corsi della Carrara, con una borsa di studio: ricevettero così una formazione rigidamente accademica, secondo le tendenze della scuola. La fedeltà dello Scuri al suo predecessore Diotti è probabilmente il motivo per cui il Caimi (1862, p. 63) inserì Giovanni Battista fra gli allievi del Diotti.
Le prime opere di Giovanni Battista traggono ispirazione soprattutto dalla mitologia: nel 1846 fu premiato per il suo Gladiatore combattente e l'anno successivo per un Narciso al fonte (Comanducci). Anche Giuseppe eseguì varie opere di soggetto non religioso: Bassi Rathgeb (1947, p. 37) cita un disegno di una testa di Napoleone del Canova, eseguito nel 1845; il Cantastorie (firmato e datato 1855; ibid., tav. LXXI); il Fanciullo in atto di osservare, premiato alla scuola di pittura dell'Accademia Carrara nel 1852 (Rossi, 1979, p. 415); il Gladiatore morente (Comanducci) e Bambine con ciliege nella collezione Bellini di Bergamo (ibid.). Tuttavia è alla produzione di arte sacra che i due fratelli legarono il loro nome, lavorando quasi sempre in collaborazione in varie chiese parrocchiali del territorio bergamasco. Nel 1852 per la chiesa di S. Stefano, nel comune di Villa di Serio, Giovanni Battista eseguì il Martirio del santo e una pala raffigurante S. Giuseppe che porge il Bambino Gesù a s. Teresa affiancata da s. Antonio (Pinetti, 1931, pp. 472 s.). Ulteriore documento del rapporto fra gli E. e le piccole parrocchiali bergamasche è un Ritratto di parroco, datato anch'esso 1852 e conservato nella sacrestia di S. Maria Assunta a Scanzorosciate (Pagnoni, 1979, p. 306). In questa stessa chiesa, due anni dopo, Giovanni Battista portò a termine il dipinto con la Presentazione al tempio e Giuseppe la Cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso terrestre (ibid.); la Circoncisione e Adamo ed Eva con l'Immacolata (Pinetti, 1931, p. 405) sono da riferire invece a Giovanni Battista, autore probabilmente anche di alcuni affreschi nella stessa chiesa (Bassi Rathgeb, 1947, p. 36; cfr. anche Pagnoni, 1979, p. 306; Pinetti, 1931, p. 405).
Datati 1852 sono due altri dipinti di Giovanni Battista: l'Annunciazione e la S. Anna per la chiesa di S. Anna in Borgo Palazzo a Bergamo, dove il fratello Giuseppe realizzò nel 1855 le tele di S. Giovanni Nepomuceno e il Battesimo di Cristo (Pagnoni, 1979, p. 39). Nella chiesa bergamasca di S. Maria Immacolata delle Grazie, dove lo Scuri affrescò la cupola, Giovanni Battista dipinse sopra l'ingresso maggiore la Cacciata dei profanatori dal tempio e la Proclamazione del dogma dell'Immacolata, opera condotta con il fratello (ibid., p. 36). Nella chiesa parrocchiale di Alzano Superiore Giovanni Battista eseguì una tela con il Sacro Cuore; un'altra di soggetto analogo fu eseguita da Giuseppe nella stessa chiesa (Pagnoni, 1979, p. 58). Opera attribuita ai due fratelli è un'Incoronazione nella chiesa di Gavarno (ibid., p. 197). Giovanni Battista e Giuseppe lavorarono inoltre dal 1854 nella chiesa di S. Vittore e dell'Immacolata a Grumello del Piano, ai diciotto dipinti che, eseguiti in coincidenza con la proclamazione del dogma dell'Immacolata, celebrano la Vita della Vergine (ibid., p. 15). Del ciclo Giovanni Battista eseguì, fra le altre opere, la Fuga in Egitto e l'Immacolata, mentre è di mano di Giuseppe l'Assunzione.
Giuseppe morì il 6 ag. 1858 e Giovanni Battista portò a termine l'incarico che si protrasse sino al 1861. Alla metà del sesto decennio dovrebbe risalire anche l'affresco raffigurante l'Immacolata, posto nel catino absidale della chiesa di S. Colombano a Valtesse, attribuito a Giovanni Battista (Pagnoni, 1979, p. 43). Dopo la morte del fratello si occupò probabilmente soprattutto del completamento dei dipinti iniziati in precedenza. È ovviamente un errore l'attribuzione a Giuseppe della pala del 1875 per S. Ambrogio a Pizzino, raffigurante i Ss. Giuseppe, Ambrogio, Carlo, Luigi, Gervasio e Protasio (ibid., p. 281).
Giovanni Battista morì a Bergamo nel 1880 (Bassi Rathgeb, 1947, pp. 36 s.).
Fonti e Bibl.: Scanzorosciate, arch. parrocch. di Rosciate; A. Caimi, Delle arti del disegno e degli artisti nelle provincie di Lombardia dal 1777 al 1862, Milano 1862, p. 63; Inventario degli oggetti d'arte d'Italia, I, A. Pinetti, Provincia di Bergamo, Roma 1931, pp. 405, 472 s.; S. Locatelli Milesi, Bergamo vecchia e nuova e la Bergamasca..., Bergamo 1945, pp. 26, 45, 108; R. Bassi Rathgeb, Ipittori E., in Bergomum, XXI (1947), pp. 36 s.; B. Belotti, Storia di Bergamo e dei Bergamaschi, V, Bergamo 1959, p. 558 (con luogo di nascita errato); L. Pagnoni, Appunti di storia e arte. Chiese parrocchiali bergamasche. Monumenta bergomensia, LII, Bergamo 1979, pp. 15, 36 s., 39, 43, 58, 197, 281, 306, 406; F. Rossi, Accademia Carrara, Bergamo. Catalogo dei dipinti, Bergamo 1979, pp. 413, 415; G. Falossi, I pittori dell'800 lombardo. Quotazioni e prezzi di tutti i pittori nati in Lombardia dal 1800 al 1899, Milano 1981, p. 41; A. M. Comanducci, Diz. illustrato dei pittori, disegnatori e incisori italiani moderni e contemporanei, II, Milano 1971, p. 1118.