BULGARINI, Giovanni Battista
Nato a Piancastagnaio (Siena) il 30 dic. 1836 da Antonio e da Maria Guidotti, fece i primi studi sotto la guida del padre e quelli ginnasiali con i sacerdoti Bartolomeo Guidotti, fratello della madre, e Giuseppe Bocchi. Per gli studi superiori si trasferì nel 1854 a Siena, dove fu ospitato nell'istituto dei sordomuti, diretto da Tommaso Pendola, in cambio dell'assistenza ai ricoverati. Negli anni di liceo ebbe insegnante di filosofia il domenicano Girolamo Bobone, espulso poi dal suo Ordine per le idee conciliatoriste, e all'università i padri Pendola e Micheli, tutti convinti rosminiani, che inculcarono nel B. la necessità della conciliazione tra lo Stato e la Chiesa e la validità delle teorie del filosofo di Rovereto. L'acutezza dell'ingegno e la preparazione personale, attestate dal Pendola, fecero assumere il B. come professore di filosofia nel seminario di Pienza, dove il vescovo monsignor Ciofi, soddisfatto del suo insegnamento e sicuro della sua probità morale, nel 1859 lo consacrò sacerdote. Ma il rosminianesimo e il patriottismo del B. - aveva osato nello stesso anno nella cattedrale di Pienza esaltare il valore degli universitari toscani immolatisi a Curtatone - suscitarono l'avversione del clero conservatore, il quale fece pressione sul vescovo per il suo allontanamento dal seminario, che avvenne l'anno dopo (1860) per aver il B. celebrato, ancora dallo stesso pulpito, il 2 giugno, l'anniversario della promulgazione dello statuto albertino. Entrò, allora, come novizio tra gli scolopi di Siena, fruendo della immutata amicizia del Pendola, che però lo dissuaderà dal legarsi con i voti alla Congregazione.
Inviato a insegnare filosofia nel collegio di Urbino, fu subito notato per la sua dottrina e aggregato il 28 nov. 1860 fra i dottori del collegio filosofico della locale università. Ma nel 1861, per aver firmato l'indirizzo conciliatorista del Passaglia, fu costretto a lasciare Urbino e l'insegnamento. Si ritirò presso la sua famiglia, a Piancastagnaio, dove nei cinque anni di inattività didattica approfondì i suoi studi. Nel 1868 il vicario generale della diocesi di Cremona, monsignor Luigi Tosi, lo chiamò alla direzione del collegio Vida. Nel nuovo ufficio riprese la sua azione, soprattutto pubblicistica, in favore della conciliazione e di Rosmini: ma le sue idee non conformi alle posizioni ufficiali della Chiesa gli causarono nel 1872 il licenziamento. Il Bobone gli ottenne allora un incarico statale, la nomina il 6 ott. 1872 a "direttore spirituale e professore di istruzione religiosa" nel collegio Cicognini di Prato. Divenuto amico e ammiratore del rettore, il patriota Giuseppe Merzario, quando questi, contestato per i suoi indirizzi liberali nell'educazione, nel 1874 rassegnò le dimissioni, anche il B. presentò le sue. Rimasto un'altra volta disoccupato, fondò nel 1875 a Siena con il compaesano Gasparo Conti, l'istituto maschile di educazione Vittorino da Feltre, di cui fu condirettore e professore per cinque anni. Nel 1880 accettò l'insegnamento nel ginnasio superiore del collegio Morigi di Piacenza. Nel 1882 i suoi amici Bobola, Merzario e Terenzio Mamiani gli ottennero un nuovo incarico governativo nel convitto Mario Pagano di Campobasso. Ma una sua conferenza del 15 apr. 1883, La scienza in relazione con la moralità e la questione sociale (Prato 1884), che rimproverava ai gesuiti e ai loro accoliti l'antirosminianesimo cieco, dannoso alla Chiesa e alla società, suscitò un'ondata di sdegno, che gli avrebbe procurato un ulteriore licenziamento se il governo, lo stesso anno, non lo avesse trasferito per il suo primo incarico al collegio Cicognini di Prato e, dopo un anno, nel Collegio nazionale di Genova. Nel 1885 i suoi opuscoli apologetici, Antonio Stoppani e la Civiltà cattolica e Di una nuova accusa mossa da S. Em. Rev.ma il cardinale Zigliara al sistema filosofico di Antonio Rosmini, entrambipubblicati a Genova, furono posti nell'Indice dei libri proibiti con decreto del 7 sett. 1885; la condanna fu subito accettata dal B., al quale sommamente importava rimanere nella Chiesa ed esercitare il sacerdozio.
Il 1º aprile del 1886 il B. venne trasferito da Genova a Milano, sempre come direttore spirituale e professore di istruzione religiosa, nel convitto nazionale Longone, dove la sua sconfinata ammirazione per lo Stoppani divenne amicizia strettissima. Collaborò efficacemente al periodico voluto dallo scienziato lombardo in difesa del roveretano, Il Rosmini, e fu al suo fianco nei processi contro L'Osservatore cattolico e il suo direttore, Davide Albertario. La condanna ecclesiastica delle quaranta proposizioni tratte dalle opere di Rosmini, del 7 marzo 1888, lasciò praticamente isolato il B. a contrattaccare e ad essere esposto alle accuse, sovente ingiuste, degli antirosminiani. Costretto Il Rosmini a cessare le pubblicazioni, dopo esser stato condannato all'Indice, il29 maggio 1889, passò a collaborare, firmando con pseudonimi diversissimi, per evitare denunce, al nuovo periodico Il Nuovo Rosmini, esso pure poi posto all'Indice il6 febbr. 1890. La difesa di Antonio Stoppani oltraggiato nella bara dai giornali Osservatore cattolico di Milano,Ateneo cattolico di Torino e dal missionario apostolico Scatti di Lecco (Milano 1891) gli procurò la sospensione a divinis dall'arcivescovo di Milano, monsignor Luigi Nazari di Calabiana, subito revocata per la pronta sottomissione del Bulgarini.
Sofferente di asma, acuita dalle tante contraddizioni sopportate, i postumi di una bronchite portarono il B. alla tomba in Piancastagnaio il 23 apr. 1893.
Gli scritti del B. sono un'ottantina, numero incerto per glipseudonimi sotto i quali doveva celarsi l'autore, edhanno quasi tutti la forma di articoli o direcensioni, pubblicati sudiversi periodici, quali Il Costituzionale,Il Paese e Il governo della famiglia e della scuola di Siena, il Giornale del centenario di Dante Alighieri, l'Esaminatore e la Gazzetta di Firenze diretta da G.Arrivabene, il Corriere cremonese, la Filosofia delle scuole italiane,Il Rosmini e Il Nuovo Rosmini,La Sapienza di Torino. Notevoli in campo letterario sono gliarticoli danteschiDi unpasso del II canto dell'Inferno nel Giornale del centenario di Dante del 1864; Le Arpie di Dante nel Corriere cremonese del 15 maggio 1870; Chi fece per viltade il gran rifiuto, nella Gazzetta di Firenze del 16 sett.1874, poi raccolti nell'opuscolo Alcuni luoghi di Dante spiegati, Siena1878, ela difesa della validitàdell'ispirazione degli Inni sacri manzoniani negata dal criticoA. De Gubernatis (Alessandro Manzoni giudicato da A. De Gubernatis, Piacenza 1882). Tra gli scrittifilosofici e scientifici si ricordano: La teoria della percezione e il metodo fisiologico, in La Sapienza, Vol. IV, 1881, pp. 384-390; Del composto ontologico e oggettività delle idee - Tre dialoghi, in Il Rosmini, I (1887), pp. 145-150; Antonio Rosmini e il darwinismo,ibid., pp. 506-509; Origine e immortalità dell'anima umana, Milano1887; Giordano Bruno e Antonio Rosmini, in Il Nuovo Rosmini, I (1889), pp. 1-17; Antonio Rosmini giudicato da Ausonio Franchi,ibid., pp. 423-435; III (1893), pp. 54-70; La bellezza di un'idea, in La Perseveranza, 24 genn. 1893, control'evoluzionismo del Fogazzaro.
Fonti e Bibl.: Necrologi, in La Perseveranza, 26-28 apr.1893;A. Rosmini, Scritti autobiogr. inediti, Roma 1934, p. 185;C.Bergamaschi, Bibl. rosminiana, II, Milano 1967, p. 949;L. M. Billia, G. B. B., in Il nuovo Risorg., III (1892-93), pp. 382-389;S. D. Edward [E. Pistelli], La quistione rosminiana e G. B. B., in La Rass. nazionale, 16 ott. 1893, pp. 701-709, 1º nov. 1893, pp. 3-20;G. Gentile, Le origini della filos. contempor. in Italia, I, Firenze 1917, p. 211;G. Montini, G. B. B., Chianciano 1939;G. Fatini, Un polemista rosminiano precursore della conciliazione,G. B. B., Chiusi 1942;G. B. Pagani, La vita di A. Rosmini..., II, Rovereto 1958, pp. 709, 715; Diz. del Risorg. nazionale, II, p. 445.