ANTONELLI, Giovanni Battista
Nato nel primo decennio del sec. XVI, probabilmente ad Ascoli, da Girolamo, architetto, e da Lucrezia Scuire, continuò l'attività patema, distinguendosi come uno dei più valenti architetti e ingegneri militari al servizio della Spagna. Non si hanno notizie sugli inizi della sua carriera; probabilmente fece le sue prime prove in Italia con Girolamo, quindi si recò nelle Indie Occidentali: qui nel 1529 progettò l'apertura, nel Nicaragua, di un canale che permettesse alle navi spagnole dirette al Perù il passaggio dal Mar delle Antille al Pacifico. Nel 1542 era nel Guatemala, dove diresse i lavori per la ricostruzione della città di Santiago dei Cavalieri (ora Nuova Guatemala), distrutta da un terremoto l'anno precedente. In seguito, nell'Honduras, completò la costruzione dei castello di Umoa e di altre opere di fortificazione.
Tornato in Europa nel 1557, si recò nelle Fiandre al seguito di Emanuele Filiberto di Savoia e partecipò all'assedio di San Quintino. Tra il 1559 e il 1562 l'A. compì, per incarico del governo di Madrid, un'ispezione alle fortificazioni della Nuova Castiglia, della Murcia e della regione di Valencia: risultato di essa fu una importante relazione presentata alle autorità, con la proposta della costruzione di una serie di opere sul litorale mediterraneo e nella Nuova Castiglia, per difendere la capitale da un'eventuale invasione dei Mori d'Africa. Appare, successivamente tra i principali esecutori del programma di rafforzamento dei presidi spagnoli dell'Africa settentrionale voluto da Filippo II: uno dei maggiori progetti che egli realizzò fu la fortificazione, nel 1565, dell'importante scalo di Mazalquivir (Mers-el-Kebir) presso Orano.
Tornato in Spagna, dopo aver costruito al Prado una grande vasca per i giochi navali, provvide al completamento delle opere difensive di Cartagena e costruì a levante e a ponente di quella rada i forti Batijas e Navidad. Quindi ispezionò tutta la provincia di Valencia e compilò, in collaborazione col maestro razionale Vespasiano Gonzaga Colonna, un importante Memorial y aperecibimiento para el reino de Valencia..., presentato a Filippo II, che incaricò l'A. di dare inizio ai lavori proposti, interrotti quando l'A. dovette partecipare ai preparativi per l'invasione del Portogallo. Compì allora un'ispezione alle fortezze del confine fra Baiona e Ayamonte e, all'inizio delle operazioni militari, fu preposto all'esecuzione delle opere necessarie ai trasferimenti dell'esercito di don Giovanni d'Austria. Per il cattivo stato delle strade fece ampio ricorso al trasporto fluviale delle artiglierie nel tratto del Tago tra Alcantara e Lisbona. Il successo dell'esperimento lo indusse a proporre a Filippo II il progetto di un grandioso sistema che permettesse la nazione interna della penisola iberica.
Nella Relacidn verdadera de la navegación de los rios de España, sottoposta al re nel 1582 ed integrata in seguito con una appendice di Pensieri generali sui fiumi della penisola, l'A. esaminò i vari aspetti tecnici del problema, che era già stato studiato senza pratici effetti durante il regno di Carlo V, e illustrò le positive conseguenze che l'iniziativa avrebbe determinato sia nell'impiego delle truppe, sia nel trasporto delle merci, sicché l'opera è non soltanto un validissimo trattato di idraulica, cui fecero sempre ricorso quanti si occuparono in seguito della navigazione fluviale del regno, ma anche un importante saggio di economia politica. Il progetto dell'A. sottoposto all'esame degli architetti Giannello Turriano e Giovanni de Herrera, autore quest'ultimo dell'Escorial, e dei ministri Giovanni Delgado e Antonio Eraso, fu approvato nel giugno del 1583 e l'A. poté continuare i lavori iniziati sul Tago e dare inizio alla sistemazione del Duero, dell'Ebro e del Guadalquivir. Lo stesso Filippo II volle festeggiare i primi risultati del gigantesco programma effettuando con la corte un viaggio da Vaciamadrid ad Aranjúez per la nuova strada fluviale realizzata dall'A. attraverso il Manzanares, il Jarama, l'Henares ed il Tago.
Il re manifestò il suo compiacimento attribuendo all'A. varie cariche ed onori. L'A. aveva quasi ultimati i lavori sul Tago quando morì a Toledo il 27 marzo 1588.
Due nipoti dell'A., Francesco e Cristoforo, figli della sorella Caterina, collaborarono assiduamente con lo zio e ne assunsero anche il cognome, abbandonando quello paterno di Carabelli o Scaravelli. Cristoforo fu con l'A. in Barberia tra il 1563 e il 1567, lavorando alle opere di Mazalquivir, Resalcazar e Puerto de Aveso. Nel 1578 era ancora alle dipendenze dell'A. a Gíbilterra e in Catalogna dove ne realizzava i progetti per la fortificazione del porto di Alfaquez alle foci dell'Ebro e per la costruzione della torre di San Juan, mentre non poté eseguire, per la mancanza di un adeguato finanziamento governativo, il più importante lavoro affidatogli dall'A., la chiusura del porto di Albufera di Valencia. Cristoforo partecipò poi ai lavori di sistemazione del Tago e, dopo la morte dello zio, fu alle dipendenze dell'ingegnere Cristobal de Rojas a Gibilterra.
Morì nel 1607.
Anche Francesco collaborò con lo zio in Africa, a Cartagena,nella spedizione in Portogallo e ai lavori sul Tago. Dopo la morte di lui fu inviato nelle Indie Occidentali, alle dipendenze di un altro suo zio, Battista Antonelli, fratello di Giovanni Battista,che da parecchi anni eseguiva lavori di ingegneria militare in quelle colonie. Francesco prese parte alla costruzione di fortificazioni all'Avana ed a San Giovanni di Portorico e rimase nelle Antille anche dopo il definitivo ritorno di Battista in Europa. Si ignora l'anno in cui avvenne la sua morte.
Si ha notizia di un Giovanni Battista Antonelli il Giovane, del quale non e possibile precisare il grado di parentela con l'Antonelli. Dopo aver lavorato in Spagna, fu tra il 1580 ed il 1587 a Panama, dove studiò anche la possibilità di tagliare l'istmo.
Bibl.: I. A. Wright, Historia documentada de San Cristóbal de la Habana en el siglo XVI, Habana 1927, passim; L'opera del genio ital. all'estero,L. A. Maggiorotti, Architetti e architetture militari, III, Gli architetti militari italiani nella Spagna, nel Portogallo e nelle loro colonie, Roma 1939, passim; F.Braudel, La Méditerranée et le monde méditerranéen à l'époque de Philippe II, Paris 1949, p. 683.