GUIDO, Giovanni Antonio
Nacque a Genova intorno al 1675. Dei genitori si conosce solo il nome del padre, Antonio.
Dal dicembre 1683 studiò violino a Napoli nel conservatorio della Pietà de' Turchini, sotto la guida di N. Vinciprova, maestro di strumenti ad arco fino al 1694 e violinista della Cappella Reale.
Al termine degli studi il G. rimase in qualità di copista presso il conservatorio; nell'Archivio dell'Oratorio dei Gerolamini di Napoli si conserva un manoscritto contenente l'indicazione di una copia fatta dal G. nel 1691 al conservatorio della Pietà.
Negli anni successivi il G. entrò a far parte dei musicisti della Cappella Reale. Dal settembre 1698 a tutto il 1701 il suo nome compare nelle liste di pagamento dei musici di palazzo con la paga di sei ducati mensili. Il 6 genn. 1702, troviamo la notizia della sua sostituzione con G. Avitrano: possiamo quindi far risalire a questa data il suo trasferimento a Parigi, dove fece parte dell'orchestra del duca Filippo d'Orléans, giungendo alla posizione di "maître de musique".
In un resoconto del Mercure galant dell'esecuzione di un concerto eseguito a Fontainebleau davanti alla regina Anna d'Inghilterra nel novembre 1703, il G. viene indicato come un eccellente violinista al servizio del duca d'Orléans, sostenitore della musica italiana.
Nella dimora di Sceaux della duchessa du Maine (Anne-Bénédicte-Louise de Bourbon-Condé), meta preferita da Luigi XIV, il G. ebbe modo di farsi apprezzare dal re e nel 1707 gli fu concesso un privilège général con il quale poteva svolgere la sua attività compositiva e pubblicare le sue opere. Proprio in quell'anno fu stampata a Parigi, presso Foucault, la sua raccolta di 6 Motetti a una e più voci con sinfonia, op. 1, dedicata al duca d'Orléans; pochi anni più tardi pubblicò due sonate in Suonate… di G. Ravenscroft (per due violini e basso continuo, Amsterdam 1710 circa).
Dal 1714 al 1724 prese parte ai concerti organizzati nella casa del finanziere P. Crozat, definito l'uomo più ricco di Parigi.
A queste serate partecipavano letterati, artisti, musicisti e gran parte dell'alta società della capitale, tra cui il duca d'Orléans. A. Watteau trovò in Crozat un mecenate e un ammiratore. Il pittore dipinse i protagonisti delle riunioni in casa del finanziere: al Museo del Louvre si trova il ritratto del G. eseguito da Watteau, probabilmente in occasione del concerto che Crozat organizzò il 30 sett. 1720 (l'identificazione è stata possibile grazie a un'iscrizione manoscritta di Pierre-Jean Mariette, posta al di sotto del disegno).
Il concert italien voluto da madame de Prie (Jeanne-Agnèse Berthelot de Pléneuf) al Louvre e quindi al palais des Tuileries, naturale sviluppo dei concerti privati di Crozat, e soprattutto il concert spirituel (istituito da A. Danican Philidor nel 1725), vedranno la partecipazione del G. come stimato esecutore, nella contrapposizione tra le due grandi scuole musicali europee, l'italiana e la francese. La diversità tra i due stili riguardava soprattutto l'aspetto esecutivo, evidenziando la centralità dell'esecutore nel determinare il carattere della composizione. I passaggi virtuosistici in cui eccellevano gli italiani, e la nuova impugnatura dell'arco, detta appunto all'italiana, che permetteva un'esecuzione più sciolta, miravano a stupire e coinvolgere gli ascoltatori.
Il 30 ag. 1726 il G. ottenne il rinnovo del privilège per altri dieci anni; quindi nello stesso anno diede alle stampe a Parigi le sei Sonates à violon seul avec basse e clavicin e successivamente gli Scherzi armonici sopra le quattro stagioni dell'anno per flauti, oboi, tre violini, violoncello e clavicembalo, op. III (Versailles s.d.). Nel 1728, il 23 marzo, un suo Concerto de trompettes, cor de chasse, hautbois et timbales avec le choeurs de toute la symphonie (perduto), in programma al concert spirituel diretto da Danican Philidor, ebbe successo nonostante i tratti originali della composizione.
Dopo il 1728 si perdono le tracce del musicista: si trova ancora nel 1759 un riferimento a un non meglio identificato "Antonio", successore a un posto tra i ventiquattro violinisti del re.
Ignoti rimangono il luogo e la data della morte.
Il G. ebbe maggior fama come violinista che come compositore; seppe ben intrecciare lo stile italiano con quello francese. J.-L. Le Cerf de la Viéville, nella Comparaison de la musique italienne et de la musique française (Paris 1705, passim) lo incluse nella lista dei famosi violinisti italiani; Titon du Tillet, ne Le Parnasse françois, (Paris 1732, p. 756) cita il G. tra i più abili musicisti italiani. Ancora a diversi anni di distanza J. Hawkins (A general history of the science and practice of music, 2a ed., London 1853, p. 808) lo inserì in un elenco che comprende alcuni dei più noti musicisti dell'epoca.
Fonti e Bibl.: [P.-F. Vente], État actuel de la musique de la Chambre du roi et des trois spectacles de Paris, Paris 1759, p. 58; M. Brenet, Les concerts en France sous l'ancien régime, Paris 1900, pp. 135, 160; E. Pilon, Watteau et son école, Bruxelles-Paris 1912, p. 68; L. de La Laurencie, L'école française de violon de Lully à Viotti, I, Paris 1922, pp. 160, 355, 360; M. Benoit, Versailles et les musiciens du roi, 1661-1733, I, Paris 1971, pp. 37, 272; G. Olivieri, Si suona a Napoli! Rapporti fra Napoli e Parigi e i primordi della sonata in Francia, in Studi musicali, XXV (1996), pp. 409-427; Id., Aggiunte a La scuola musicale di Napoli di F. Florimo…, in F. Florimo e l'Ottocento musicale, II, a cura di R. Cafiero - M. Marino, Reggio Calabria 1999, p. 731; Diz. encicl. univ. della musica e dei musicisti, Le biografie, III, p. 361; The New Grove Dictionary of music and musicians (ed. 2001), X, pp. 521 s.