EMANUELI, Giovanni Antonio
Nacque a Brescia il 9 marzo 1817 da Dionigi e Lucia Berenzi; come risulta da documenti conservati nell'Archivio comunale di Brescia, frequentò dal 1831 la scuola di figura presso l'accademia di belle arti di Milano sotto la guida di Antonio Durelli; a partire dal 1833 seguì i corsi tenuti da Abbondio Sangiorgio (di cui praticò anche lo studio nelle ore lasciate libere dalle lezioni) grazie ad un sussidio del Comune di Brescia, che richiedeva al giovane artista di presentare annualmente i propri lavori, a testimonianza dei progressi fatti, alle esposizioni organizzate dall'ateneo cittadino. Lo troviamo infatti presente alla mostra del 1831 con la statua in creta di Sacerdote egizio, a quella dell'anno successivo con il Ritratto di Vincenzo Monti in gesso (copia dal monumento eretto al Monti dal Sangiorgio a Brera) mentre nel 1833 espose il Ritratto di Giuseppe Bossi, sempre in gesso, e nel 1834 La Poesia piangente, ancora una volta copia dal già citato monumento opera del Sangiorgio.
Sempre del 1833 è il Monumento funebre alla famiglia Rovetta nel cimitero Vantiniano di Brescia, firmato e datato sul basamento della statua della Vergine, posta al centro dell'ancona marmorea, in cui è evidente il recupero di forme neoquattrocentesche, mentre è riferibile al 1836 la statua della fontana nel cortile della casa Benasaglio in via Musei.
A queste date l'E. mostra di essere debitore degli schemi compositivi e dell'equilibrio formale di impostazione classicheggiante mutuati da R. Vantini e dal Sangiorgio, come risulta dalle commissioni per Brescia, quali il busto marmoreo di Giovan Battista Bossini, realizzato nel 1837 e donato alla commissione per il Camposanto dal nobile Francesco Carini e, a partire dall'anno successivo, le statue della Fede, Speranza, Carità e dei Ss. Pietro e Paolo, collocate solo nel 1846 sulla facciata della parrocchiale di S. Vincenzo a Calcinato proprio dal Vantini.
Dal dicembre del 1842, intanto, l'E. si stabilì a Milano, pur continuando un'intensa attività destinata alla città natale: del 1845 è il busto di Don Giuseppe Antonio Febbrari, parroco di Bedizzole, e nello stesso anno modellò due sculture esposte all'ateneo di Brescia, raffiguranti Un fanciullo che contempla l'amore materno in un nido di passeri che ricevono l'imbeccata e un modello di Immacolata, "che per la grandiosità del progetto ne fa desiderare l'esecuzione in marmo a maggiori dimensioni" (Commentari dell'Ateneo, 1845-46, p. 405).
Intorno al 1846 realizzò le statue per la parrocchiale di Palazzolo sull'Oglio, raffiguranti i profeti Isaia e Geremia, nelle nicchie ai lati del portale, i santi Giovanni Evangelista e Paolo, e sulla sommità l'Assunta con ai lati S. Fedele e S. Maria Maddalena; sopra il portale si trova un bassorilievo con la Disputa tra i dottori.
Nel 1855 l'E. firmò e datò le opere che costituiscono il Monumento funebre del vescovo Carlo Domenico Ferrari nel duomo nuovo di Brescia: la statua della Teologia e il medaglione in bassorilievo con il vescovo, mentre è precedente (Odorici, 1853, p. 31) la statua della Speranza per l'altare del Ss. Sacramento, disegnato da R. Vantini nella stessa chiesa.
L'E. prese parte al completamento della decorazione plastica del duomo di Milano, per il quale eseguì nel 1857 un Angelo custode per l'esterno del tiburio, un S. Mirocleto nel fianco meridionale (1863) e un S. Babila (1869) per l'abside meridionale; nel 1865, invece, per l'altare centrale della chiesa milanese di S. Carlo al Corso eseguì un Crocefisso tra gloria di angeli.
La produzione dell'E. dovette continuare ad essere copiosa, ma non è possibile rintracciarne testimonianze certe tra il 1870 e il 1880, anno in cui l'artista partecipò alla IV Esposizione nazionale di belle arti di Torino con tre opere: un Pifferaio (in gesso; n. cat. 142), Sorriso di compiacenza (in gesso; n. cat. 143), Napoleone primo console (in marmo; n. cat. 144); nel 1882 partecipò alla mostra dell'ateneo di Brescia con un busto in marmo di Napoleone I.
Morì a Milano il 30 nov. 1894.
Fonti e Bibl.: Arch. d. Stato di Brescia, Registri popolazione, ad annos; Brescia, Arch. comunale, Rubr. XV, b. 16/1; Commentari dell'Ateneo di Brescia, 1831, p. 173; 1832, p. 181 s.; 1833, p. 182; 1834, p. 212; 1845-46, p. 405; 1882, p. 206; F. Odorici, Guida di Brescia, Brescia 1853, p. 31; C. Cocchetti, Brescia e la sua provincia, Milano 1858, p. 129; G. Mongeri, L'arte in Milano, Milano 1872, p. 309; Quarta Esposizione nazionale di belle arti, Torino 1880, p. 36; F. Filippi, Le belle arti a Torino, Milano 1880, p. 190; Sale e pepe. Guida lirica all'Esposizione nazionale di belle arti 1880, Torino 1880, p. 230; Illustrazione italiana, 9 dic. 1894, p. 379; U. Nebbia, La scultura nel duomo di Milano, Milano 1907, pp. 276, 279, 292; L. Callari, Storia dell'arte contemporanea ital., Roma 1909, p. 30; Id., in U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon…, X, Leipzig 1914, p. 495; P. Guerrini, Elenco delle opere d'arte della diocesi e della provincia di Brescia, in Brixia Sacra, XII (1921), p. 17; L. Fè d'Ostiani, Storia, tradizione ed arte nelle vie di Brescia, Brescia 1927, pp. 315 s.; A. Morassi, Catalogo delle cose d'arte e di antichità di Brescia, Roma 1939, pp. 145 s.; L. Costanza Fattori, R. Vantini: architetto, 1792-1856, Lonato 1963, pp. 142, 148, 177; B. Spataro, La scultura dei secc. XIX e XX, in Storia di Brescia, Brescia 1964, pp. 912 s.; G. Panazza, Le manifestazioni artistiche della sponda bresciana del Garda, Salò 1969, p. 255; 1782-1982. I duecento anni di vita della parrocchiale, Palazzolo sull'Oglio 1982, p. 36; R. Lonati, Diz. degli scultori bresciani, Brescia 1986, pp. 105 s.; Id., Le opere d'arte del Vantiniano, Brescia 1988, pp. IV, 24, 35; V. Terraroli, Marmi e bronzi di affetto e di memoria, in AB [Atlante Bresciano], 1987, n. 10, p. 45; Id., Il Vantiniano. La scultura monumentale a Brescia tra Otto e Novecento, Brescia 1990, pp. 15, 29; 1791-1991. Secondo centenario della fabbrica della parrocchiale di S. Vincenzo, Calcinato 1991, pp. 3, 9 s.