CORTONA, Giovanni Antonio
Nacque presumibilmente a Udine sul finire del sec. XV da mastro Pietro de la Cortona e da una non meglio identificata Elisabetta. Ebbe due mogli: Valentina, di casato sconosciuto e Giovanna Dragone. Abitò ad Udine in borgo Gemona. Fu pittore, decoratore, geometra pratico e cartografo. Nulla si sa della sua formazione artistica, mentre sono numerosi i documenti (Joppi; Bampo, 1961) dal 13 ott. 1515 (Joppi, 1894), data in cui è già maestro, che riguardano la sua attività di artista: spesso disegnatore di gonfaloni e stimatore di opere altrui, attività quest'ultima che lo mise in contatto con i maggiori artisti friulani dell'epoca (Giovanni Martini, Pellegrino da San Daniele, Marco Bello, Gaspare Negro, Sebastiano Florigerio, Bernardino Blaceo, ecc.). Nel 1517 dipinse per la ragguardevole somma di 100 ducati un'ancona con otto figure per la fraternita di S. Gerolamo del duomo di Udine (ibid.).
Ma di tutti i suoi lavori nulla è rimasto: il gonfalone della chiesa parrocchiale di Vergnacco (al quale si riferisce il documento del 1515), ancora esistente se pur ritagliato a strisce nelle sue parti figurate e ricomposto, a mo' di doppia croce, su una pianeta, deve ritenersi come materialmente eseguito dal ricamatore Nicolò de Paramentis. Dall'esame stilistico delle figure si deduce che il C., il quale ne diede il disegno, era legato ancora al mondo artistico friulano del Quattrocento, nel quale staticità e linearismo sono elementi dominanti. Non appare, tuttavia, illogico vedervi, anche tenuto conto che certamente la "traduzione" di Nicolò accentuò tali difetti, un richiamo al fare di Pellegrino da San Daniele o di G. Martini, soprattutto nella figura di S. Antonio abate, e reminiscenze vivarinesche o giambellinesche nei personaggi dell'Annunciazione.
Godette di una certa notorietà tanto che nel 1522 fu creato cavaliere (ibid.) con tutti i vantaggi che ne derivavano a lui e ai suoi discendenti. Nel 1537 prometteva in sposa sua figlia Laura a Francesco del fu Nicolò de Paramentis (G. Perusini, Aggiunte... ai Contributi di V. Joppi, in Sot la nape, XIV[1962], 3, p. 47).
Più facilmente apprezzabile risulta la opera del C. come cartografo e geometra.
Nell'ottobre 1535 realizzò il "disegno del luogo di Saciletto" per il nobile Antonio Antonini; nello stesso mese fu chiamato a stimare una mappa catastale in Carnia, disegnata dal pittore Gaspare Negro. Il C. è autore di una pianta (cm 65 x 48) di Marano Lagunare, conservata all'Archivio di Stato di Venezia, erroneamente attribuita a Pietro da Cortona da G. Marinelli (1881). Probanti sono le caratteristiche della stessa, certamente del sec. XVI, e la firma "Cortona da Udene facea" che non lascia alcun dubbio sull'origine dell'autore.
È disegnata a penna e pennello, in proiezione prospettica ed a grande scala; la fortezza è colorata in rosso e la laguna in azzurro. In un cartiglio, in alto a sinistra, compare la scritta: "La pianta de Marano cavata per li soi venti et diligentemente con le sue distantie come qui dimostra". Vi è rappresentata la cittadella di Marano col territorio circostante; la difesa vi appare assicurata da poderose mura con quattro bastioni; l'ingresso alla fortezza e consentito dalla "porta del mar" e dalla "porta del oro". All'interno, tra le innumerevoli case, si notano chiaramente il duomo col tipico torrione, il "pozzo novo", e il "palazzo dei proveditori".
Ma la fama del C. si deve alla carta del Friuli, dipinta verso il 1540 - e in ogni caso prima del 1554 - attualmente conservata a Jenkintown in Pennsylvania nella collezione G. H. Beans. Misura cm 43 x 27 (cm 41 x 28 secondo alcune fonti americane), è disegnata a penna e dipinta a pennello. In basso a destra, in un cartiglio, è scritto: "Iovani Antonio Cortona da Udene facea".
Che il C. avesse redatto una carta geografica di "tutta la Patria del Friuli" emerge da una lettera, purtroppo priva di data, scritta al C. dal notaio A. Belloni, vissuto a Udine nella prima metà del sec. XVI e morto nel 1554. Ma di questa carta, nei secoli successivi, s'era persa ogni traccia sino a quando nel 1937 ricomparve registrata in un catalogo dei manoscritti delle biblioteche americane e canadesi, come acquistata in Germania nel 1931 per la coll. G. H. Beans. Si è potuto dimostrare che questa carta è quella originale disegnata dal C. confrontando le scritte nella carta con altra scrittura di "Zanantonio Chortona dipentor" su documenti del 1520 della Confraternita di S. Girolamo degli Schiavoni. Una copia fotografica della suddetta carta si trova nella Biblioteca comunale di Udine.
Questa del C. è la più antica carta del Friuli a noi pervenuta e si basa probabilmente su un più antico rilievo del Veneto a noi sconosciuto. La carta non ha alcun titolo, è squadrata con una linea a fascia nera; rappresenta la regione del Friuli, parte della provincia di Gorizia e l'Istria di NO col golfo di Trieste; è orientata col NNE in alto; il mare è dipinto in azzurro. È prospettica e vi mancano la graduazione e la scala.
I maggiori insediamenti sono raffigurati con le vedute prospettiche degli edifici più significativi; gli altri con castelli e torricelle, anche quando il castello non esisteva più o era diroccato. Le località notevoli sono collegate con segmenti di retta al cui fianco compare un numero che forse sta ad indicare le distanza in miglia italiane di allora (I miglio = circa 1.480 m) e che, invero, non si discostano molto dalla realtà. I toponimi sono spesso in friulano, con l'iniziale minuscola, scritti nel caratteristico corsivo della prima metà del 1500. L'idrografia, riprodotta con fiumi a doppia linea, ed i centri abitati sono ben indicati; difettano, invece, le indicazioni orografiche. Il rilievo è disegnato così come appare alla vista: quello calcareo-dolomitico, grandioso con insiemi di coni con cime a più punte e le colline eoceniche delle Prealpi Giulie con leggeri disegni dalle movenze ondulate.
Il C. morì a Udine nel 1560.
Fonti e Bibl.: Udine, Bibl. comunale, Mss. 1477:A.Belloni, Lettera a Zuantoni di Cortona dipentor da Udin, in Nicolai Fonteboni Notarii Utensis ex notis Antonii Belloni Notarij Utinensis [1542]; V. Joppi, Testi friulani, in Archivio glottologico italiano, VI (1878), pp. 220 s.; F. di Maniago, Storia delle belle arti friulane, Udine 1823, pp. 54, 357;G. Marinelli, Saggio di cartografia della regione veneta, Venezia 1881, p. 26; V. Joppi, Nuovo contributo alla storia dell'arte nel Friuli, Venezia 1887, pp. 15, 45, 53, 54; Id., Contributo secondo..., Venezia 1890, p. 23;Id., Contributo quarto ed ultimo..., Venezia 1894, p. 26;L. Planiscig, Lessico d. artisti friulani..., in Forum Iulii, III (1912), p. 159; S. De Ricci-W. J. Wilson, Census of medieval and Renaissance manuscripts in the United States and Canada, II, New York 1937, p. 2005; A. Lorenzi, La carta geografica del Friuli di G. A. C. udinese, in Atti del R. Istituto veneto di scienze, lettere ed arti, C(1941-42), pp. 391-413;G. H. Beans, A manuscript map of Udine by G. A. di C. circa 1540, Jenkintown 1944; A.Marussi, Saggio stor. di cartogr. giuliana dai primordi al sec. XVIII, Trieste 1946, p. 16; G. Bampo, Contributo quinto alla storia dell'arte in Friuli, Udine 1961, p. 78; A.Cucagna, II Friuli e la Venezia Giulia nelle principali carte geogr. regionali dei secc. XVI, XVII e XVIII, in Atti del XVIII congr. geoer. ital., III, Trieste 1964, pp. 76 ss.; G. Bergamini, Notizie su G. A. C., in Quaderni della F. A. C. E., 1971 n 38, pp. 4-14; U. Thieme-E Becker, Künstlerlexikon, VII. p. 486;The British Museum, Catal. of printed maps charts and plans, IV, p. 595.