Giovanna
Sposa, si presume, di Bonconte da Montefeltro, il quale, lamentando nel V del Purgatorio l'abisso che la morte ha scavato tra lui e congiunti e parenti suoi incuranti di suffragi che gli accelerino la salita, nomina prima tra essi colei che dové essergli più vicina e più cara, Giovanna; sugli altri sorvola, velandoli nell'anonimo: Giovanna o altri non ha di me cura (v. 89).
Degli altri presumibili superstiti si sa che la figlia Manentessa, o Manolessa, andò sposa a uno dei conti Guidi (il Sacchetti ne cita un pungentissimo motto nella novella CLXXIX); il fratello Federigo nel 1300 era podestà di Arezzo; il conte Galasso lo era stato nel 1290 e nel 1297; di Giovanna non rimane notizia alcuna. I chiosatori antichi si limitano a parafrasare il testo dantesco e convengono, si può dire, unanimi nell'indicarla come sposa di Bonconte (solo il Vellutello scrive: " secondo alcuni fu sua sposa, e secondo altri de' suoi congiunti "). E i moderni non stentano a seguirli, raccostandola a Beatrice d'Este (Pg VIII 73 ss.), in chiara antitesi con la Nella di Forese (cfr. Pg XXIII 85-90).
Bibl. - Annales aretini, in Rer. Ital. Script. XXIV 1, Città di Castello 1909, 10-11; C. Ricci, Il canto V del Purgatorio, in Ore ed ombre dantesche, Firenze 1921; H.A. Hatzfeld, in Lett. dant. 767 ss.; U. Bosco, D. vicino, Caltanissetta-Roma 1966, 87, 140.