AMORETTI, Giovan Battista
Figlio di Giacomo, mercante di Oneglia, entrò nello stato ecclesiastico. Venuto a Torino in epoca non precisabile, ma probabilmente, prima dei 1642, ottenne il favore del conte Filippo d'Agliè, che nel 1646 gli costituì una rendita di 100 ducatoni. Introdotto a corte da questo, svolse presso Cristina di Savoia non solo le funzioni religiose di elemosiniere (dal 1650), ma anche quelle politiche di consigliere e di agente diplomatico.
Tra il 1650 ed il 1660 fu incaricato di numerose missioni in Francia, nel corso delle quali giunse a conquistare la fiducia del Mazzarino: se non è provato che egli servisse anche da agente segreto. al cardinale, è certo che fu l'intermediario più fidato tra questo e Cristina di Savoia - ed indirettamente Carlo Emanuele II. A partire dal 1655 dovette sollecitare a più riprese l'appoggio francese contro l'insurrezione dei Valdesi, aiutati dalle stesse autorità francesi del Delfinato, ottenendo dal Mazzarino e dal Le Tellier soltanto una offerta di mediazione francese, che egli si affrettò a respingere, e consigli di moderazione per Carlo Emanuele II, dei quali l'A. parve poi farsi a corte convinto portavoce. Maggior successo ebbe nel 1656-57, quando trattò con il Mazzarino la restituzione da parte dei Francesi al duca della cittadella di Torino. Il Mazzarino, ben disposto anche da un intervento precedente di Francesco d'Este e da un cospicuo regalo fatto dal duca di Savoia ad Olimpia Mancini, sua nipote, non sollevò difficoltà, e l'A. non dovette neppure ricorrere all'istruzione segreta affidatagli da Carlo Emanuele II, concernente la possibilità di una restituzione provvisoria e condizionata. Nel 1658 l'A. fu incaricato di condurre contemporaneamente le trattative per il progettato matrimonio tra Luigi XIV e Margherita di Savoia, e per quello tra Carlo Emanuele II ed una delle figlie di Gastone d'Orléans (la prima candidata era stata Anne-Marie d'Orléans, Mademoiselle de Montpensier, che però lo stesso A. volle scartare). Nonostante l'ottimismo dimostrato a più riprese dall'A., la candidatura di Margherita di Savoia fu scartata da Luigi XIV e dallo stesso Mazzarino non appena il re di Spagna avanzò quella della propria figlia (1659); le trattative tra CarIo Emanuele II e la, principessa d'Orléans; si protrassero invece fino al 1661 senza che l'A. partecipasse più alle fasi conclusive. Nel 1659-60 l'A. fu incaricato di presentare al Mazzarino le rimostranze del duca per le clausole concementi il ducato di Savoia nel trattato dei Pirenei. In seguito non si hanno più notizie dell'attività politica e diplomatica dell'A., forse relegato nell'ombra alla morte dei personaggi cui egli era più legato, il Mazzarino (1661) e Cristina di Savoia (1663)
L'A. morì il 28 genn. 1687.
Dalla sua carriera politica l'A. seppe trarre numerosi vantaggi economici e sociali non solo per sé ma anche per la sua famiglia. Già nel 1652 fu nominato coadiutore di B. Soldati, abate dell'Abbondanza nello Chablais, con diritto alla successione, che raccolse in effetti nel 1655. In seguito gli fu assegnata anche l'abbazia di Casanova. Nel 1663 cedette tutti i suoi beni al fratello Antonio Maria, e, con 25.000 scudi, costituì una commenda a Torino per il nipote Carlo Giacinto ed una a Moncalieri per il nipote Giambattista. Nel 1664 si trovava all'Abbondanza, dove stipulò con i foglianti che abitavano l'abbazia una convenzione secondo la quale egli si impegnava a nominare alla parrocchia annessa all'abbazia un fogliante, ad esclusione di ogni prete secolare, e questi a loro volta si impegnavano a cedergli un terzo del reddito della parrocchia (transazione autenticata a Chambéry il 17 ott. 1664).
Fonti e Bibl.: Oltre ai documenti conservati all'Arch. di Stato di Torino ed indicati da N. Bianchi, Le materie politiche relative all'estero degli Archivi di Stato Piemontesi, Bologna 1876, pp. 556 ss., vanno consultati i tomi relativi agli anni 1650-1660, della Correspondance Politique, Turin, conservata alle Archives des Affaires Etrangères di Parigi; Lettres du cardinal Mazarin, a cura di A. Chéruel, V-IX, Paris 1889-1906, ad indicem; Recueil des Instructions données aux ambassadeurs et ministres de France depuis les traités de Westphalie jusqu'à la Révolution francaise, XIV: Savoie, Sardaigne. Mantoue, a cura dei conte Horríc de Beaucaire, I, Paris 1898,pp. 7, 43; II,ibid. 1899, pp. 387-388;S. Guichenon, Histoire généalogique de la Royale Maison de Savoie, III, Lyon 1660.p. 136; G. Claretta, Storia della reggenza di Cristina di Francia duchessa di Savoia, II-III, Torino 1869, ad indicem; Id., Storia del regno e dei tempi di Carlo Emanuele II duca di Savoia, I, Genova 1877, ad indicem; D. Carutti, Storia della diplomazia della corte di Savoia, II, Roma-Torino-Firenze 1876, pp. 520-521; J. Valfrey, La diplomatie francaise au XVIIe siècle: Hugues de Lionne, ses ambassades en Espagne et en Allemagne, Paris 1881, p. 201; J. Mercier, L'Abbaye et la Vallée d'Abondance, in Mém. et documents Publiés Par l'Acad. Salésienne, VIII (1885), p. 236; A. Manno, Il patriziato subalpino, II, Firenze 1906,p. 51; L. Bittner- L. Gross, Repertorium der diplomatischen Vertreter aller Länder, I, Berlin 1936.p. 477; Dictionnaire de biographie francaise, II, col. 691.