FIOCCO, Gio Batta (Giovanni Battista)
Nato a Giacciano con Baruchella (Rovigo) il 1° nov. 1867 da Luigi e da Marietta Carpani, si laureò in medicina e chirurgia presso l'università di Padova. Allievo interno dell'istituto di anatomia umana e istologia nei due ultimi anni di corso, si formò alla scuola dermosifilopatica di A. Breda, del quale fu il primo collaboratore clinico. Nominato assistente nell'anno accademico 1892-93, quindi aiuto nel 1895, fu indirizzato all'indagine sperimentale e al metodo anatomopatologico.
Il F. frequentò quindi i corsi pratici speciali di igiene pubblica per aspiranti a carriere sanitarie che si tenevano allora annualmente a Padova e si perfezionò presso i più qualificati centri di dermatopatologia dell'epoca: quello dell'Hôpital St.-Louis di Parigi, diretto da J.A. Fournier, e le cliniche dermatologiche di Amburgo e di Breslavia. dirette rispettivamente da P.G. Unna e A. Neisser.
Libero docente nel 1900, insegnò dermosifilopatia e clinica dermosifilopatica a Padova; ternato nel concorso alla cattedra di clinica dermosifilopatica dell'università di Cagliari nel 1902, preferì il posto di primario dermosifilografo dell'ospedale civile di Venezia. Qui rimase anche quando, nel 1919, vinse il concorso per la cattedra di clinica dermosifilopatica dell'università di Pisa.
L'ospedale civile di Venezia era allora sede della scuola pratica di medicina e chirurgia fondata da A. Minich allo scopo di potenziare l'insegnamento medico in modo nuovo e autonomo rispetto a quello accademico: il F. vi fondò una bene attrezzata divisione specialistica dermosifilopatica, istituì un dispensario celtico ad altissima frequenza giornaliera, laboratori per ricerche istologiche batteriologiche e sierologiche, un servizio di fisioterapia per il trattamento delle dermatosi, una ricca e aggiornata biblioteca specialistica.
Il F. svolse anche una intensa attività di ricercatore. Iniziò con un interessante studio sui papillomi (Sull'eziologia dei papillomi. Osservazioni cliniche e batteriologiche, in Gazz. degli ospitali, XIII [1892], pp. 1055-1057, in coll. con D. Fabris). Si dedicò agli allora scottanti temi della venereologia, in particolare alle ulceri veneree (Ulcera serpiginosa venerea, in Giorn. ital. delle mal. veneree e della pelle, XXX [1895], pp. 511-530) e alle ulcerazioni croniche ed elefantiasi vulvari sostenute da linfogranuloma venereo (Dell'estiomene. Ucus cronicum vulvae, in Atti d. Soc. ital. di ostetricia e ginecol., V [1898], pp. 601-604); in relazione alla patologia genitale femminile eseguì anche osservazioni, in collaborazione con la clinica ostetrica e ginecologica di Padova, sulle lesioni semplici, non veneree né tubercolari (Dell'ulcera cronica, non specifica, della vulva, in Giorn. ital. delle mal. veneree e della pelle, XXXIV [1899], pp. 649-674, in coll. con S. Levi).
Condusse interessanti ricerche sulle modalità d'azione dei preparati mercuriali nella terapia della sifilide e fu il primo a studiame sperimentalmente, a Padova, i possibili effetti tossici (Dell'azione del bicloruro di mercurio sul sangue. Ricerche sperimentali, ibid., pp. 142-165; Un caso di mercurialismo acuto trattato col lavaggio del sangue, in La Riforma medica, XV [1899], I, pp. 74 s., 446-449). L'interesse e l'attualità di questi studi si comprendono facilmente ove si consideri che la terapia mercuriale, pur gravata da indubbia potenzialità tossica, era allora largamente diffusa contro la sifilide.
Nel grande campo delle malattie della pelle il F. fu autore di interessanti contributi di ordine sperimentale (La suscettibilità degli animali in digiuno alle infezioni cutanee da piogeni, in Riv. veneta di scienze mediche, XVII [1900], pp. 145-165) e anatomo-clinico (Ricerche cliniche, anatomo-patologiche e sperimentali intorno alla micosi fungoide [granuloma fungoide], Padova 1902): in questa monografia si occupò dettagliatamente di quella che era allora definita una "dermatosi complessa e strana" per la sua sconosciuta etiologia e per i suoi multiformi aspetti clinici; in base a originali raffronti con le sindromi leucemiche, fu indotto a ipotizzare l'esistenza di diverse espressioni leucemiche e pseudoleucemiche della malattia secondo uno schema correlante linfodermia a tipo Kaposi, micosi fungoide a tipo midollare o a tipo leucemia linfatica o a tipo pseudoleucemico, eritrodermia e leucemidi. Alla luce delle successive acquisizioni, le conclusioni del F. si dovevano rivelare sorprendenti intuizioni sulla vera natura della malattia che è oggi interpretata come un linfoma a cellule T a partenza cutanea.
Tra i numerosi lavori del F. meritano ancora di essere segnalati quelli sul bouba, o framboesia del Brasile, rara e grave malattia studiata dal suo maestro Breda, consistenti in ricerche sperimentali e batteriologiche: azione degli innesti diretti del granuloma umano a livello cutaneo e a carico degli organi interni nell'animale e nell'uomo, e caratteristiche biologiche e colturali dell'agente etiologico (Eziologia della Bouba-Bacteri ed inoculazioni, in Atti del R. Ist. veneto di scienze lettere e arti, LXII [1902-03], 2, pp. 1241-1244, in coll. con A. Breda; Il bacillo del Boubas brasiliano. Ricerche batteriologiche, Venezia 1904; Nuove ricerche intorno al Boubas del Brasile, in Giorn. ital. delle mal veneree e della pelle, XLV [1910], pp.153-162). E inoltre: gli studi sulle micosi iniziati precocemente e proseguiti poi fino a tardi (Ricerche sperimentali intorno ad una dermato-micosi delle galline [Oospora gallinae], Padova 1900; Dermatomicosi vegetante ed ulcerativa da Accre, monium Potronii, in Atti del R. Ist. veneto di scienze lettere e arti, XCV [1935-36], 2, pp. 513-521; Onicomicosi da Sterigmatocistis, ibid., XCIX [1939-40], 2, pp. 60 ss.); l'accurata descrizione istologica di un caso di cosiddetto siringoma, le cui caratteristiche lo indussero a escluderne la natura adenomatosa (Un caso di nevo-sudurale in un vecchio [Sitingoma], in Giorn. ital. delle mal. veneree e della pelle, XXXIX [1904], pp. 331-356); l'interesse per la vasta gamma delle dermatopatie (Considerazioni sul terziarismo, in XXX anno d'insegnamento del prof. A. Breda, Venezia 1908, pp. 77-97; Scleroderma, ibid., pp. 129-157).
Particolarmente interessanti, soprattutto in riferimento alla loro applicazione pratica, furono gli studi del F. nel campo delle tricofizie: l'identificazione dei principali agenti etiologici implicati, segnatamente microsporum felinum, responsabile del maggior numero dei casi osservati a Venezia (Le tricofitie a Venezia, in Giorn. ital. delle mal. veneree e della pelle, XLV [1910], pp. 153-162; Sporotricosi a Venezia e nell'estuario veneto; microsporiasi del capillizio da microsporum lanosum, in Giorn. ital. di dermatologia e sifilologia, I-IX [1924], pp. 1565 s.); la strategia terapeutica, che prevedeva la depilazione delle zone colpite, per la cui realizzazione, onde evitare il rischioso trattamento col radium (L'azione fisiologica e terapeutica del radium, in Boll. delle mal. veneree, sifilitiche, unnarie e della pelle, V [1904], pp. 104-121), propose l'introduzione dell'acetato di tallio (Nuove ricerche intorno all'azione depilatoria del tallio e suo uso pratico nella cura delle tigne, in Giorn. ital. di dermatol. e sifilologia, LX [1925], pp. 369-385).
Molto sensibile agli aspetti umani e sociali della medicina, si occupò del problema della pellagra, soprattutto dei complessi quesiti di diagnostica differenziale prospettati dall'interessamento cutaneo della malattia (Eritemi pseudopellagrosi, in Atti del V Congr. dei pellagrologi italiani, Udine 1912, Udine 1912, pp. 101-105; Istopatologia dei pellagrodermi, in Atti del VI Congr. dei pellagrologi italiani, Venezia 1922, Venezia 1922, pp. 305-311).
Membro di numerose società scientifiche, il F. fu presidente della sezione triveneta della Società italiana di dermatologia e sifilografia, fondatore e presidente della Società medico-chirurgica veneziana, presidente dell'Associazione professionale dei dermosifilografi italiani e ospedalieri, presidente dell'Ordine dei medici della provincia di Venezia.
Morì a Sommacampagna (Verona) il 13 ott. 1946.
Fonti e Bibl.: Necr. in Il Gazzettino, 16 ott. 1946; Giorn. ital di dermatologia e sifilologia, LXXXI (1946), pp. 426 ss.; Giorn. delle scienze mediche, I (1946), II, pp. 8-12; Atti della Soc. ital. di dermatologia e sifilografia, Firenze 1946, pp. 20 s.; Annuario della r. università degli studi di Padova, a. a. 1892-93 e 1902-03; Il prof G. B. F., in Riv. di terapia moderna e di medicina pratica, XXI (1928), 6, pp. 35 s.; A. Bellini, Storia della dermatologia e venereosifilologia in Italia, Milano 1934, p. 58; A Ferrannini, Medicina italica. (Priorità di fatti e di direttive), Milano 1935, p. 195; A. Vanni, G. F., in Ateneo veneto, CXL (1949), I, pp. 54 s.; L. Premuda, Un secolo di ricerche padovane sulla sifilide, in Acta medicae historiae patavina, XI (1964-65), pp. 162 s.