CAVALLI, Gian Marco
Nato intorno al 1454 a Viadana (Mantova) da Andrea, detto Miseria, notaio vivente ancora nel 1495 e (Rossi, 1888, p. 439), fu orafo, scultore e incisore di coni. Da un documento nell'Arch. comunale di Viadana (Rossi, 1888, p. 439 n. 2; 1892, p. 482 n. 3) risulta che fu eletto nel 1479 a far parte del Consiglio degli ottanta. Nel 1475 era stato nominato curatore dei beni di un suo parente "mentecatto" (Rossi, 1888, pp. 442-44).
Il C. visse a Viadana quasi tutta la sua vita. Ècitato per la prima volta come orafo nel 1481 allorché (risulta da alcune lettere) fece "vasetti" per Federico Gonzaga (Bertolotti, 1888, pp. 267 s.). Il 12 febbr. 1483 stava negoziando con l'agente dello stesso marchese per l'esecuzione di alcune "ole vecchie e bocali" disegnati da A. Mantegna. È questo il primo documento sui contatti tra il C. e il Mantegna (Rossi, 1888, p. 441).
II Torelli (1925, pp. 317-19) pubblica documenti relativi alla base di un grande tabernacolo per la festa del Corpus Domini (commissione 1483; terminato 1485) e a un grande Crocifisso per il capitolo della cattedrale di Mantova (pagamenti nel 1490; a più riprese nel 1491): questi lavori, non più registrati nell'inventario del tesoro della cattedrale del 1722, risultano finora dispersi.
Come incisore di medaglie il C. è menzionato per la prima volta in una lettera del 12 marzo 1497 in cui Baldassarre Suardi, protonotario apostolico e podestà di Viadana, lo raccomanda al marchese Gian Francesco Gonzaga (Rossi, 1888, pp. 444 s.); ed è possibile che il C. abbia incominciato a lavorare per la zecca mantovana poco dopo questa data.
Nel 1499 il vescovo Ludovico Gonzaga gli ordinò una statuetta in bronzo dello Spinario per mandarla in dono a Marcantonio Morosini a Venezia e il 21 maggio 1499 chiedeva al C. dei tondi argentei con "li altri 4 pianeti o segni" (Rossi, 1888, pp. 447 s.),che forse facevano parte di una serie completa dei dodici segni zodiacali. Ancora nel 1501 il C. lavorava per Ludovico Gonzaga (Rossi, 1888, p. 450 n. 3), ed è probabilmente per questo che eseguì una testa menzionata in una lettera di Ludovico a Giorgio Raineri del 7 dicembre 1501 (U. Rossi, I medaglisti ... alla corte di Mantova, II, P. I. Alari Bonacolsi detto l'Antico, in Riv. ital. di numismatica, I [1888], p. 178 n. 2).
Lettere del maggio 1501 in cui il C. viene esortato a recarsi a Mantovacon "tutti li suoi instrumenti" per "incavare stampe da monete" (Rossi, 1888, pp. 448-50),indicano che l'artista era intorno a quegli anni attivamente occupato alla zecca. In una lettera a Isabella d'Este del 1503 sono menzionati "li tondi cum quelle littere" che il C. aveva eseguito per lei e per cui aveva forse ricevuto la concessione di coniare bagattini in rame per un valore di 150 ducati senza pagare tasse (Rossi, 1888, p. 451 n. 2).
Il 1º marzo 1504 il C. era a Mantova tra i testimoni del testamento di Andrea Mantegna, e l'11 agosto presenziava alla concessione di una cappella della chiesa di S. Andrea per la tomba del pittore e della sua famiglia (D'Arco, II, pp. 41, 54). Il 19 maggio del 1505 il C. scriveva, da Viadana, a Gian Francesco Gonzaga offrendosi d'incidere altri punzoni (Hill, 1930, p. 61).
Nell'anno 1506 il C. lavorava alla zecca di Hall in Tirolo per l'imperatore Massimiliano: vi è documentato il 7 marzo (Schneider, 1890, p. 111) e si ha notizia di pagamenti effettuati a lui come incisore di coni il 22 aprile, il 22 maggio e il 26 giugno (Schneider, 1893, p. 84). Lo stesso 26 giugno l'imperatore consegnava al C. una lettera di elogi da riportare a Mantova (Rossi, 1892, pp. 481 s.).
Non si conosce la data di morte del C.: l'artista è registrato per l'ultima volta nel Libro rosso degli statuti di Viadana nel 1508 (Parazzi, p. 239).
Alcune monete e medaglie costituiscono le opere più sicuramente attribuite al C.: tra le prime ad essere identificate, un testone eseguito a Hall con i ritratti accollati di Massimiliano I e Bianca Maria Sforza sul dritto e la Vergine che allatta il Bambino circondata da sette cherubini sul verso. Schneider identificò questo pezzo (1890, tav. II, 1) collegandone il disegno del verso con quello di due monete eseguite a Mantova durante il regno di Gian Francesco II Gonzaga (ibid., tav. II,4, 5). Con questo testone Schneider confrontava anche il disegno nella Accademia di Belle Arti di Venezia (inv. 260), allora attribuito ad Ambrogio de Predis, con gli stessi ritratti e Gesù bambino benedicente (ibid., p. 102). Secondo il Magnaguti (1965, p. 21) la raffigurazione dei cherubini intorno alla Vergine della moneta è indicativa dei contatti del C. col Mantegna che usava spesso lo stesso motivo. I medesimi elementi del testone eseguito a Hall erano stati incisi in formato più grande (esempi ne sono conservati a Vienna e a Berlino): secondo Shneider (1890, tav. II, 2, p. 108) si tratta dell'incisione di una medaglia, mentre secondo Hill (1930,n. 245 e p. 61) si tratta di un modello per il testone.
Sulla base di confronti stilistici con il testone di Hall, Hill (1930) ha aggiunto al catalogo del C. altre otto medaglie: quattro per Gian Francesco Gonzaga (nn. 241-244) e quattro per Federico III e Massimiliano I (nn. 246-249). Il tipo di ritratto delle medaglie per Gian Francesco II è abbastanza simile ai ritratti su due monete dello stesso marchese che hanno sul verso il simbolo del crogiuolo, assunto dopo la battaglia di Fornovo del 1495, ciò che conferma l'attribuzione al C. anche di queste monete. Secondo A. Armand (Les médailleurs...,II, Paris 1883, nn. 98, 1; 99, 6), allo stesso artista appartengono le monete con il reliquiario del preziosissimo sangue e lo stemma di Gian Francesco sul verso (Corpus Numm. Italic.,IV, p. 239,37,tav. XXI,3; p. 235,1, tav. XX,15). Un poema di G. B. Spagnoli (Hill, 1930, p. 61) attribuisce al C. un ritratto in oro di Gian Francesco; e probabilmente si riferisce a queste monete e medaglie.
Non è stato ancora definito chiaramente lo stile del C. scultore. Dai documenti risulta che egli eseguì numerose opere su disegno di altri artisti, ma nessuna di esse è stata identificata. Secondo il Rossi (288, p. 447), il suo Spinario dell'anno 1499 era una copia della statuetta eseguita dall'Antico dopo la sua visita a Roma nel 1497,conosciuta in due versioni, nella collezione Wrightsman e in quella Trivulzio di Milano (F. Watson, The Wrightsman Coll., V, New York 1970, pp. 98-104). Altre opere del C. potrebbero essere identificate tra le statuette eseguite su disegni dell'Antico. Il nome del C. è stato fatto ancora a proposito di un piccolo Nudo femminile in bronzo, nella collezione Frick di New York (Pope-Hennessy, 1970, p. 102).
II fatto che il C. fosse testimonio al testamento del Mantegna ha indotto ad attribuirgli il busto in bronzo del Mantegna nella sua cappella in S. Andrea a Mantova; e così pure il fatto che il monaco carmelitano Battista Spagnoli gli abbia dedicato dei versi ha portato alla attribuzione al C. sia della medaglia sia del busto in bronzo dello stesso Spagnoli (Berlino: Bode, 1889). Giustamente Hill (1930, n. 253) ha attribuito invece la medaglia al medaglista "MEA"; mentre i due busti, simili per la forma e per l'esecuzione, potrebbero essere stati fusi dal Cavalli. La Perina (p. 519) trova il busto del Mantegna di qualità superiore all'altro e suggerisce che possa essere stato fuso dal C. su un modello del Mantegna stesso.
È stato attribuito al C. un busto in terracotta di Gian Francesco II Gonzaga (Mantova, palazzo ducale). A differenza dei ritratti del Mantegna e dello Spagnoli limitati alla testa, questo include la parte superiore del torso coperto da un'armatura elaborata secondo il formato dei ritratti romani classici. Ma proprio questo formato classico e il modellato estremamente sensibile ed espressivo sono addotti a sostegno dell'attribuzione tradizionale a Gian Cristoforo Romano. Tuttavia il crogiuolo sulla corazza ha la stessa forma di quelli raffigurati sul retro delle monete attribuite al C., che è ben diversa da quella dei due disegni eseguiti per le imprese da Gian Cristoforo (Brown, 1973). È quindi difficile sostenere l'una o l'altra attribuzione.
Altre opere sono state attribuite al C. non molto convincentemente. Tra esse un busto a mezza figura in terracotta di B. Spagnoli nella Biblioteca di Mantova (Bode, 1890), un rilievo in terracotta con la Deposizione nella chiesa di S. Maria del Castello di Viadana (Fabriczy, 1905, p. 185), un busto del Petrarca nella collezione Morgan a New York (Bode, 1910, n. 112) e il Busto di ignoto nella Galleria Estense di Modena (Meesters van het brons der Italiaanse Renaissance, catal., Amsterdam 1961-62, n. 35).
È stato considerato figlio del C. l'incisore di coni Gian Battista; ma non c'è traccia documentaria nemmeno per la sua data di nascita. Esistono solo due lettere a testimomare della sua vita. Nella prima, del 12 luglio 1523 (Rossi, 1892, p. 484), di Federico II Gonzaga, egli è indicato come autore dei coni di una medaglia con Davide che suona la cetra, coronato dalla vittoria e con il piede sulla testa di Golia, sul verso (Hill, 1930, nn. 267-268): nella stessa lettera Gian Battista è menzionato insieme con Gianfrancesco Ruberti, orafo e incisore di medaglie nella zecca mantovana, e si dice che egli eseguiva coni per la zecca di Parma. Nella seconda lettera, del 1º genn. 1541 (Rossi, 1892, p. 485) lo stesso Gian Battista scrive che sta mandando alla zecca di Reggio i coni per uno scudo d'oro con Cristo da una parte e lo stemma della città dall'altro.
Figlio di Gian Battista potrebbe essere Andrea, fonditore in bronzo e incisore di coni al servizio di Vespasiano Gonzaga a Sabbioneta tra il 1555 e il 1599. Andrea nel 1584 firmava lo zoccolo e il capitello corinzio della colonna nella piazza d'armi di Sabbioneta. Intorno al 1577 era attivo nella zecca, e il Magnaguti (1965) gli attribuisce alcuni dei coni migliori per gli scudi d'oro e il testone di Vespasiano.
Di Alberto, pittore e stuccatore a Sabbioneta verso la metà del XVI sec., non si conoscono i rapporti di parentela con i Cavalli precedenti, né si sa di dove fosse originario. È ricordato solo in un documento di pagamento del 1584 per lavori a Sabbioneta (Marani-Perina, 1965, p. 406). Gli vengono attribuite (Puerari, 1955) le decorazioni in stucco più importanti e le pitture dei soffitti del palazzo del giardino di Sabbioneta: le sale di Marte, degli Specchi e di Enea oltre che i rilievi, i paesaggi e i ritratti dei Gonzaga nella sala degli Antenati (i ritratti, pesanti e grossolani, sono ora nel palazzo ducale di Mantova). Modello dei soffitti sono le opere di Giulio Romano, ma sono stati proposti confronti (Marani-Perina, p. 406) anche con le opere di Bernardino Campi.
Fonti e Bibl.: G. Campori, Gli artisti… negli Stati estensi, Modena 1855, p. 147 (per Andrea); C. D'Arco, Delle arti e degli artefici di Mantova, Mantova 1857, II, pp. 41, 54; A. Bertolotti, Le arti minori alla corte di Mantova, in Arch. stor. lomb., XV (1888), pp. 267 s., 302; U. Rossi, I medaglisti del Rinasc. alla corte di Mantova, III, G. M. C.,in Riv. ital. di numismatica, I (1888), pp. 439-454; W. von Bode, Die Bronzebüste des Battista Spagnoli im Königl. Museum zu Berlin...,in Jahrbuch der königlich preuss. Kunstsammlungen, X (1889), pp. 211-16 (vedi anche ibid., XI [1890], pp. 56-59); R. von Schneider, Di un medaglista anonimo mantovano dell'anno 1506, in Riv. ital. di numismatica, III(1890), pp. 101-118; U. Rossi, G. M. e Gian Battista Cavalli, ibid., V (1892), pp. 481-486; R. von Schneider, G. M. C. alla zecca di Hall..., ibid.,VI(1893), pp. 83 s.; Id., G. M. C. im Dienste Maximilians des Ersten, in Jahrbuch der Kunsthist. Samml. des allerh. Kaiserhauses, XIV (1893), pp. 187-195; F. Malaguzzi Valeri, La zecca di Reggio Emilia, in Riv. italiana di numismatica, VII(1894), pp. 198 s. (per Gian Battista); A. Parazzi, Origini e vicende di Viadana, III, Viadana-Mantova 1894-95, pp. 239, 250-52 (per Andrea); K. Domanig, Porträmedaillen des Erzhauses Österreich, Wien 1896, nn. 8, 9, 11; A. Luzio-R. Renier, Il lussodi Isabella d'Este, in Nuova Antologia, 16 sett. 1896, p. 263; G. Gruyer, L'art ferrarais à l'époque des princes d'Este, Paris 1897, I, pp. 626 s.; C. Fabriczy, Una scultura del Rinascimento a Viadana, in Rass. d'arte, V (1905), pp. 185 s.; Id., Medaillen der italien. Renaissance, Leipzig 1907, pp. 28 s.; Katalog der Münzen - und MedaillenStempel-Sammlung des K. K. Hauptmünzamtes in Wien, Wien 1906, IV, nn. 1216-1218; W. von Bode, Collection of J. Pierpont Morgan. Bronzes of the Renaiss. and Subsequent Periods, Paris 1910,p. XXVI n. 112, tav. LXXVII; H. J. Hermann, Pier Jacopo Alari-Bonacolsi, genannt Antico, in Jahrbuch der kunsthistorischen Sammlungen des allerh. Kaiserhauses, XXVII (1910), pp. 209 s., 212, 259 s.; G. F. Hill, Notes on Italian Medals, XII, in The Burlington Magazine, XX (1912), pp. 202-207; G. Fogolari, Idisegni delle R. Gallerie dell'Accademia, Milano 1913, n. 26; F. Goldschmidt, Beschreibung der Bildewerke der Christlichen Epochen, II, Die italien. Bronzen der Renaissance und des Barock, Berlin 1914, p. 2 n. 4; A. Magnaguti, Le medaglie mantovane, Mantova 1921, pp. 35 s. (anche per Gian Battista); G. Habich, Die Medaillen der italien. Renaissance, Stuttgart-Berlin 1924, p. 98; G. F. Hill, L'école des médailleurs de Mantoue au début du XVIe siècle, in Aréthuse, I (1924), 1, pp. 61-66; P. Torelli, Gli argenti della cattedrale e G. M. C.,in Atti e mem. dell'Accad. Virgiliana di Mantova, XVII-XVIII (1925), pp. 310-327; G. F. Hill, A Corpus of Italian Medals of the Renaissance, London 1930, I, pp. 61-63, (pp. 67 s. per Gian Battista); L. Planiscig, Piccoli bronzi ital. del Rinascimento, Milano 1930, pp. 22 s.; A. Puerari, Sabbioneta, Milano 1955, nn. 31 (per Andrea); 79, 40-43, 48-50 (per Alberto); E. Marani-C. Perina, Mantova. Le Arti, II, Mantova 1961, ad Indicem (anche per Gian Battista); III, ibid. 1965, ad Indicem (per Andrea e Alberto); A. Magnaguti, Ex Nummis Historia, IX, Le medaglie dei Gonzaga, Roma 1965, pp. 20-24 (per tutti); G. Guidetti, La zecca di Sabbioneta, Mantova 1966, pp. 16 s. (per Andrea); G. F. Hill-G. Pollard, Renaissance Medals from the Samuel H. Kress Collect. at the Nat. Gall. of Art, London 1967, nn. 84 s.; J. Pope-Hennessy-A. F. Radcliffe, The Frick Collection, III, Sculpture, Italian, New York 1970, pp. 98-104; C. Brown, Gleanings from the Gonzaga Documents in Mantua. G. C. Romano and A. Mantegna, in Mitteilungen des kunsthistor. Instituts in Florenz, XVII (1973), pp. 153-157; L. Forrer, Biograph. Dict. of Medallists, I, London 1904, pp. 365 s.; VII, ibid. 1923, pp. 167 s. (anche per Gian Battista); U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, VI, pp. 220 s. (per tutti).