FONTANA, Giacomo (Jacomo)
Non si conoscono i dati biografici di questo architetto militare e cartografo che, figlio di un anconetano, come egli stesso scrisse (Mariano, 1990, p. 56), fu attivo ad Ancona ed in Italia centrale nella seconda metà del XVI secolo. La prima notizia che lo riguarda risale al 1549 ed è relativa al suo impiego come bombardiere sulla nave "S. Maria" diretta a Costantinopoli sotto il comando di Nicolosino Chiesula Sciotto.
Questa e le successive notizie sono tratte dal profilo professionale inserito dal F. nel suo scritto, intitolato Ristaurazione del porto de Ancona Capo di Marca nel mare Adriatico per Iacomo Fontana (1590 circa, ms. Vat. lat. 13325, pubblicato da Mariano, 1990, pp. 72-106, al quale si rimanda, ove non diversamente indicato).
Sempre a proposito dei suoi incarichi militari il F. scrive che fu spesso impiegato come bombardiere sulle navi: sulla "S. Chiara" diretta ad Alessandria sotto il comando di Paolo Bottaro (1551); sulla "Peregrina" sotto il comando di Gian Andrea Doria (1554); sulla "S. Anna" diretta a Negroponte e alla Canea (1556) sotto il comando di Stefano Armato Menoperotto.
Le prime notizie riguardanti la sua attività di topografo e architetto militare risalgono al settimo decennio. Il F. ricorda che nel 1562 preparo una mappa di Ancona e del suo territorio per Federico Altemps. Nel 1564 eseguì alcune fortificazioni in Ancona ed anche tre anni dopo aiutò a progettare il baluardo del Lazzaretto, il baluardo dì Sant'Agostino e la "Tenaglia" di fronte alla rocca. Sempre nel 1567 il F. scrive di aver eseguito una pianta di Ancona; un'altra la incise due anni dopo, dedicandola al duca di Urbino. Questa pianta del 1569 (Pavia - Sori, 1990, fig. 9) si rivelò utile nel fissare la veduta tipo di Ancona da Est e influenzò la rappresentazione dell'Anconitanus ager (1580-81) affrescata da Egnazio Danti nella Galleria delle carte geografiche in Vaticano (Almagià, 1952; Bonasera, 1985).
Nel 1566 il F. venne nominato capo bombardiere in Ancona con un salario di 5 scudi al mese e nel 1571 capo bombardiere delle galere papali che, sotto il comando di Marcantonio Colonna, presero parte alla battaglia di Lepanto (Guglielmotti, 1862). Il F. scrive inoltre che al ritorno si fermò a Cattaro e che, durante questo periodo, fu invitato a lavorare per altri comandanti, incluso Giulio Savorgnan. Rifiutò tuttavia queste offerte per restare ad Ancona. Nel 1572 mostrò una pianta di Ancona a Francesco Paciotto e diede il suo parere sulle nuove fortificazioni; il F. ricorda che in tale occasione erano presenti Personalità quali il duca di Urbino, il duca di Parma, Marcantonio Colonna, l'architetto Filippo Terzi. Sempre nel 1572 preparò una pianta delle foreste dei monte Conero che venivano tagliate in quel periodo.
Alcuni pagamenti testimoniano della sua attività nell'ottavo decennio: il primo nov. 1573, "per sua mercede dela pianta" (Archivio di Stato di Roma, Tesoreria della Marca, b. 32, reg. 55, f. 40v); il 31 dic. 1574, "per fattura de gabbioni e levar piante per mandato" (ibid., b. 32, reg. 158, f. II); il 14 dic. 1575, per alcuni disegni, probabilmente fortificazioni (ibid., b. 32, reg. 159, f. 5); il 17 ott. 1576 per "più piante della Nuova fortificatione del monte Conero" (ibid., b. 32, reg. 162, f. 2v); il 31 dic. 1577, "per sua mercede di haver levato più piante" (ibid., b. 33, reg. 166, f. 3); il 1° dic. 1579 "per disegni cavati per mandare a Roma per conto della nave cavata" (ibid., b. 33, reg. 169, f. 15v).
Nel 1577 il F. fu assoldato da Latino Orsini come istruttore dei cannonieri, incarico che mantenne sino al 1584. Uanno seguente, in concomitanza con l'elezione di Sisto V, si trasferì a Roma, probabilmente su invito dì Giacomo Malatesta. Dal maggio di quell'anno compare nel registro dei mandati come capo bombardiere a Castel Sant'Angelo (Archivio di Stato di Roma, Camerale I, 931, f. 230v) e, con 10 scudi, fu iscritto nel ruolo (8 marzo 1586) come capo bombardiere della "scola de bombardieri" (Ibid., Soldatesche e Galere, 19, Libro di Galeoto Butio, f. 2v). Si conservano inoltre mandati di pagamento del suo salario, di 10 scudi, dal luglio al dicembre 1585 (Ibid., Camerale I, 931, ff. 233, 235, 238, 240v, 243, 245v, 249v); abbiamo notizie documentate dal febbraio al dicembre 1586 (ibid., 931, f. 260; 935, ff. 4, 7, 11, 13), per tutto il 1587 (ibid., 935, ff. 15v, 17, 19, 21, 23, 25, 27, 30v, 33v, 35, 37, 38v) e per l'intero 1588 (ibid., 935, ff. 40v, 43, 44, 45v, 47, 48, 50, 51v, 53, 54v, 56, 58v). I pagamenti continuano fino al 24 marzo 1589 (ibid., 935, ff. 60, 63, 65), quando venne licenziato senza motivo, come egli stesso dichiara.
È possibile inoltre che il F. vada identificato con quel "Jacomo Milanese" che nel maggio 1589 prese in affitto a Roma una casa dalle carmelitane di S. Maria in Traspontina, la chiesa dei bombardieri vicino a Castel Sant'Angelo (Arch. di Stato di Roma, S. Maria in Traspontina, 54, f. 215).
È probabile che il F. abbia lavorato al manoscritto Ristauratione del porto de Ancona tra l'aprile del 1589 e l'agosto del 1590, anno della morte di Sisto V. Dopo questa data non si hanno più sue notizie.
Il manoscritto, illustrato da disegni ad acquarello probabilmente di mano del F., mostra come egli fosse a conoscenza di un'ampia varietà di argomenti: dalla storia architettonica alla topografia della città di Ancona, dalla costruzione di bastioni in acqua a quella di armi da fuoco ed altro ancora.
La parte principale del codice riguarda la proposta per il restauro della città portuale di Ancona. A questo proposito il F. realizzò tre piante. Mentre la prima mostra la città com'era alla fine del XVI secolo, la seconda documenta la proposta di un radicale cambiamento urbano. Il porto è circondato da mura di protezione; una nuova strada, che corrisponde più o meno all'attuale corso Garibaldi costruito nel XIX secolo, taglia la città da Nord a Sud; viene aggiunto un arsenale che si presenta come un'ampia distesa d'acqua, quadrata e chiusa, dominata da quella che sembrerebbe essere una chiesa a pianta centrale. La terza pianta mostra un nuovo quartiere residenziale sotto le scogliere, molto simile all'attuale stato della baia. Al centro c'è una chiesa a pianta longitudinale. L'importanza di queste piante sta nel fatto che il F. riorganizza la città secondo i criteri appresi dalle opere di Domenico Fontana a Roma.
Fonti e Bibl.: G. Saracini, Notitie historiche della città di Ancona, Roma 1675, pp. 367-370; A. Guglielmotti, Marcantonio Colonna alla battaglia di Lepanto, Firenze 1862, pp. 18 s.; R.V. Tooley, Maps in italian atlases of the sixteenth century, in Imago mundi, III (1939), pp. 12-47; R. Almagià, Le pitture murali dellaGalleria delle carte geografiche, Città del Vaticano 1952, p. 36; M. Natalucci, Ancona attraverso i secoli, II, Città di Castello 1960, pp. 60 s., 111; G. Lerza, Una proposta per il porto di Ancona: il memoriale di G. F. (1589), in Storia architettura, V (1982), 1, pp. 25-38; F. Bonasera, La cartografia storica territoriale delle Marche, Roma 1985, p. 62; F. Mariano, Architettura militare del Cinquecento in Ancona: documenti e notizie dal Sangallo al F., Urbino 1990, pp. 53-71 (con bibl.); R. Pavia - E. Sori, Ancona, Roma-Bari 1990, ad Indicem; N. Adams, The curriculum vitae of J. Fontana..., in Architectural Studies in memory of R. Krautheimer, a cura di C.L. Striker, Mainz a. Rhein 1996, pp. 7-11.