Generale e uomo politico italiano (Mondovì 1807 - Roma 1894). Di idee liberali, fu esiliato nel 1831 per aver preso parte in Piemonte a una cospirazione. Da allora visse in Svizzera, in Belgio, in Portogallo, in Spagna, in Francia, qui rivelandosi vigoroso pubblicista di idee moderate e federaliste, ma antiguelfo, nella sua opera più significativa Della nazionalità italiana (1846). Tornò poi in Piemonte e nella guerra del 1848-49 fu al comando di un corpo di volontarî. Appoggiò il Cavour per l'intervento in Crimea e dal 1856 al 1861 fu ministro a Costantinopoli, dove fu intelligente interprete della politica danubiano-balcanica di Cavour, specie in rapporto alle questioni romena e bulgara; ministro degli Esteri nel 1862, frenò la rischiosa politica personale del re, tendente a porre sul trono di Grecia un principe della sua casa. Dal 1884 al 1887 fu presidente del senato.