BELTRAMI, Giacomo Costantino
Nacque a Bergamo nel 1779 da Giovanni Battista, doganiere generale della Repubblica veneta in quella città, e da Margherita Carozzi. Avviato agli studi legali e umanistici, nel 1797 fuggì di casa per arruolarsi nella milizia della Repubblica cisalpina. Entrato negli impieghi civili, fu cancelliere nell'amministrazione di giustizia del dipartimento del Taro (a Parma), poi di quello del Tagliamento (a Udine), quindi giudice a Macerata, dopo l'annessione della Marca al Regno d'Italia. Distintosi in questa carica, fu insignito della medaglia d'oro istituita da Napoleone. Nel 1812 si recò a Firenze per un periodo di riposo per motivi di salute: qui frequentò il salotto letterario della contessa Luisa d'Albany, della quale godette la cordiale amicizia, stringendo relazioni con diversi letterati italiani e francesi.
Rientrato a Macerata, indignato per la corruzione di alcuni colleghi, diede nel 1814 le dimissioni dalla magistratura e si ritirò in un suo podere a Filottrano. Pochi mesi dopo il regime napoleonico crollava e le Marche tornavano, secondo le decisioni del congresso di Vienna, al dominio pontificio. Irrequieto per natura, il B. iniziò allora una serie di viaggi in Italia, visitando dal 1816 all'estate 1817 la Campania nell'intento di recarsi sino in Sicilia. Costretto a tornare a Filottrano a causa di una caduta da cavallo, venne presto fatto oggetto da parte dell'autorità pontificia di continue angherie sia per le sue idee liberali e simpatie carbonare, sia per il suo passato di devoto servitore del regime napoleonico. Sospettato in occasione della scoperta della cospirazione carbonara di Macerata nel 1817, fu esiliato in attesa del processo. Rifugiatosi a Firenze, riprese a frequentare il salotto della contessa d'Albany, ove riallacciò importanti amicizie, preziose per lui in vista del processo, iniziatosi a Roma ai primi dei 1818. Accusato di non avere religione e di appartenere alla massoneria, il B., appoggiato dalla d'Albany presso il Kaunitz e il card. Consalvi, fu prosciolto (tra le sue carte si conserva però un diploma massonico) e ottenne la concessione del libero ritorno nelle Marche. Egli rimase tuttavia a Firenze fino al 1820, prendendo parte, sotto il nome di Alcandro Grineo, all'Accademia dell'Arcadia con una poesia di ispirazione younghiana in onore della contessa Giulia de' Medici-Spada, morta in quell'anno.
Insoddisfatto della situazione politica italiana, il B. decise di recarsi a visitare le nazioni ove le libertà politiche avevano trionfato, al fine di raccogliere dalla loro esperienza utili ammaestramenti.
Partito da Filottrano il 1° ott. 1821, peregrinò a lungo in Francia (Tolone, Tolosa, Bordeaux, Rochefort, Orléans, Parigi, Chálons, Strasburgo), visitò quindi il granducato di Baden, le città di Coblenza, Colonia, Liegi e Waterloo e infine, nel luglio 1822, passava in Inghilterra. Fermatosi a Londra per qualche mese, s'imbarcò il 3 novembre dello stesso anno per l'America, giungendo il 21 genn. 1823 a Filadelfia. In questa città si trattenne soltanto il tempo necessario per rimettersi in salute e per pubblicare la relazione del viaggio in Europa presso l'editore Ashmead, sotto forma di 4 lettere dirette alla contessa Girolama Compagnoni, con il titolo: Deux mots sur des promenades de Paris à Liverpool à Philadelphia. Subito dopo la pubblicazione riprese il suo vagabondare: visitò Chester, Baltimora, Washington e da Pittsburgh, procedendo sullo Ohio, giunse al Mississippi alla fine di marzo del 1823.
La recente acquisizione da parte degli Stati Uniti dei territori bagnati dal grande fiume aveva spinto missioni militari ed esploratori a completare la conoscenza, sino allora assai imprecisa e sommaria, dei territori e della idrografia di quelle regioni. La ricerca delle sorgenti del Mississippi attrasse immediatamente il B., che a questo fine si unì ad una spedizione militare imbarcata sul vascello "Virginia", guidata dal gen. Clark e comprendente il maggiore italiano Tagliaferro, incaricata di ispezionare i forti lungo il corso superiore dei fiume. In realtà esistevano già due precisi orientamenti circa l'esatta ubicazione delle sorgenti del Mississippi: secondo la relazione della spedizione dei capitani M. G. Lewis e M. Clark (1803-1805), pubblicata nel 1815, il Turtle Lake era indicato come la sorgente del fiume; secondo le più recenti indagini di H. R. Schoolcraft, che nel 1820 aveva seguito la spedizione dell'allora governatore del Michigan Lewis Cass, le sorgenti erano da identificarsi nel lago La Biche (oggi Itasca), dallo Schoolcraft tuttavia non ancora raggiunto. Il B. sembra fosse a conoscenza soltanto dei risultati di Lewis e Clark; egli comunque si attenne al principio da questi seguito di ricercare le sorgenti del Mississippi lungo l'asse principale di esso, ossia il più a nord possibile.
Giunto a Fort St. Anthony (oggi forte Snelling), il B. attese di unirsi alla spedizione del magg. Long, che il 7 luglio si mosse verso il nord. A Pembina però il Long si fermò, essendo il territorio più a settentrione praticamente ignoto; il B. proseguì (3 agosto) con l'assistenza di due indiani, che più tardi lo lasciarono solo.
Raggiunto il Red Lake, l'esploratore ne visitò i dintorni, ritenendo la zona del tutto sconosciuta all'uomo bianco (in realtà nel 1797 il lago era stato visitato dall'astronomo inglese D. Thompson); seguì il fiume che il lago riceve da mezzogiorno, lo chiamò Rivière Sanglante (gli Indiani Sioux invece lo chiamavano Meniscia Watpà) e incontrò numerosi laghi. Ne attraversò alcuni, giunse ad un'altura denominata Height of Land, che costituisce un importante spartiacque tra il bacino del Red River e quello del Mississippi, ossia tra le acque che si dirigono alla baia di Hudson e quelle che scendono al golfo del Messico. Su di essa il B. scoprì un lago, che chiamò Giulia in onore della Medici-Spada, le acque del quale, filtrando dalla riva settentrionale, formano le sorgenti del Red River e verso il sud le sorgenti settentrionali del Mississippi. Non pago della scoperta, discese lungo il fiume e raggiunse a sud il Turtle Lake. Lungo l'emissario incontrò via via altri laghetti che denominò Geronima (in onore della contessa Compagnoni), Monteleone (in onore del duca Diego Pignatelli di Monteleone, già ambasciatore di Murat alla corte napoleonica e da lui conosciuto a Firenze), Torrigiani (in onore del marchese Pietro Torrigiani di Firenze), Antonelli (in onore di un altro amico fiorentino). Ritornato a Fort St. Anthony, il 13 dic. 1823 raggiunse New Orleans, ove preparò e pubblicò (1824) la relazione del suo viaggio, sempre sotto forma di lettere alla Compagnoni, col titolo: La découverte des sources du Mississippi et de la Rivière Sanglante.
La relazione doveva suscitare, specialmente in America, vivaci polemiche soprattutto dopo che nel 1832 una spedizione ufficiale americana, guidata dallo Schoolcraft, rifacendo il percorso della spedizione Cass, raggiungeva il lago La Biche, dal quale esce il ramo occidentale del Mississippi, più lungo di quello settentrionale, e, ribattezzando il lago col nome di Itasca, fissava in esso le sorgenti del fiume. La relazione dello Schoolcraft, confermata dalla carta disegnata nel 1843 da J. N. Nicollet, definiva ufficialmente la questione. In realtà al B. restava il merito di aver visitato fra i primi la zona bagnata dal ramo settentrionale del Mississippi e di averne dato una carta e una dettagliata descrizione nella sua Découverte; anch'egli inoltre, come lo Schoolcraft nel 1820, aveva avuto dagli Indiani notizia del lago La Biche, che tuttavia non visitò, ritenendo inutile l'esplorazione dopo aver individuato le sorgenti Giulie. Nella polemica coeva non era facile al B. difendere la propria scoperta per i diversi criteri ai quali ci si ispirava per definire le sorgenti di un fiume (assi, lunghezza, portata d'acqua, ecc.) e per le caratteristiche difficilissime dell'idrografia del Minnesota.
Lasciata New Orleans, il B., mosso sempre dal desiderio di conoscere nuovi paesi, sbarcò nel Messico il 1° giugno 1824: per quasi un anno visitò minuziosamente il paese, studiandone l'ambiente geografico e le popolazioni; il risultato delle sue osservazioni venne più tardi da lui raccolto nei due volumi pubblicati nel 1830 a Parigi col titolo Le Mexique. Nel gennaio del 1825 a Città del Messico aveva incontrato il principe Pignatelli Cerchiara, parente del defunto duca di Monteleone; aveva anche fatto amicizia con i maggiori patrioti messicani, fra i quali don Mariano Herrera. Anche in Messico aveva dedicato la sua attenzione al corso dei fiumi, visitando le cascate del Río Grande e scoprendo le sorgenti del Río Pánuco. Fra l'abbondante materiale da lui raccolto colà è da ricordare un evangeliario in lingua azteca, scritto su foglie di agave nel 1532 dal francescano Bernardino da Sahagun.
Tornato a Filadelfia nel maggio 1825, nell'estate dell'anno seguente si recò ad Haiti, resasi indipendente dalla Francia: fermatosi circa un anno (a San Domingo si ammalò di febbre gialla), tornò negli Stati Uniti nel settembre 1827, portando con sé interessanti documenti sulle vicende dell'isola; aveva anzi intenzione di scrivere un libro su Haiti col titolo La Repubblica nera, ma vi rinunciò (il materiale documentario relativo è nella raccolta della Civica Biblioteca di Bergamo).
Lasciata l'America nel 1828, ritornò a Londra, dove curò l'edizione di due volumi intitolati Pilgrimage in Europe and America, traduzione di La découverte e ampliamento del Deux mots. Nonostante le polemiche inglesi sul valore delle esplorazioni del B., egli venne nel 1829 accolto quale membro della Medico-Botanical Society di Londra. Passato nello stesso anno a Parigi, trovò nella capitale francese ottime accoglienze e riconoscimenti ufficiali: membro della Società di geografia, della Società geologica, della Società universale di incivilimento, fu poi eletto membro dell'Institut de France, che nel 1834 rappresentò a Stoccarda nel congresso dei naturalisti e medici tedeschi. Sotto la monarchia di luglio strinse amicizia con i liberali moderati più in vista ed ebbe anche contatti col gruppo sansimoniano di Enfantin. Oltre a Le Mexique, a Parigi pubblicò un opuscolo politico L'Italie et l'Europe (Paris 1834), tradotto e stampato nello stesso anno a Lugano dall'editore Ruggia col titolo L'Italia ossia scoperte fatte dagli italiani nelle scienze e nelle arti. Le idee politiche dei B. tuttavia non erano molto chiare: dalle sue opere si apprende in sostanza che non credeva possibile una completa unità d'Italia, che riteneva esistesse una marcata divisione nella penisola fra nord e sud, segnata dagli Appennini, e che infine non reputava il regime repubblicano adatto all'Italia.
Dal 1834 al 1837 cercò riposo in una villa da lui acquistata nella valle del Neckar presso Heidelberg; nel 1837 la nostalgia della patria lo indusse a tornare a Filottrano, dove visse in ritiro sino alla morte, avvenuta il 6 genn. 1855. La sua fama ebbe un postumo riconoscimento ufficiale in America, allorché il 28 febbr. 1866 lo stato del Minnesota, notata la priorità delle scoperte del B., decise di dare il suo nome a una delle maggiori contee dello stato (Beltrami County), nella quale sono appunto incluse le sorgenti settentrionali del fiume Mississippi.
Fonti e Bibl.: La Civica Biblioteca di Bergamo conserva una raccolta di documenti e materiali del B., denominata appunto Raccolta G. C. Beltrami, un elenco ragionato della quale è in W. Braghieri Giacomini, G. C. B. "pellegrino" alle sorgenti del Mississippi, Bergamo 1955, alle pp. 77-91; G. Rosa, Della vita e degli scritti di C. B. da Bergamo, Bergamo 1861; C. B. da Bergamo (notizie e lettere pubbl. percur ad el Municipio di Bergamo e dedic. alla Società storica di Minnesota), Bergamo 1865; G. Pennesi, C. B. alla ricerca delle sorgenti del Mississippi, in Bollett. d. Soc. geogr. ital., s. 2, XI, 6 (1886), pp. 444-480; E. Masi, G. C. B. e le sue esplorazioni, Firenze 1902; A. Ghisleri, La passione dell'esule nei viaggi di C. B., in Bergomum, XXII (1928), pp. 326 ss.; C. Bertacchi, Geografi ed esplor. ital. contemporanei, Milano 1929, pp. 31-34; A. Lami, G. C. B. e la scoperta delle sorgenti del Mississippi, Torino 1931; F. Bonasera, G. C. B. (1779-1855), un esploratore delle sorgenti del Mississippi, in Universo, XXXVII (1957), pp. 101-110; F. Della Peruta, Note e documenti per una storia delle idee sociali in Italia (1830-1849), in Annali dell'Istituto G. G. Feltrinelli, III (1960), pp. 544 ss.