BENAZZI, Giacomo
Nacque da una nobile famiglia bolognese prima del 1471. Questa data può esser dedotta approssimativamente dalla circostanza che nel 1501 (come poi di nuovo nel 1505) il B. fece parte della magistratura bimestrale degli Anziani della città di Bologna, che poteva esser ricoperta solo dopo i trenta anni e che già numerose volte (dal 1478 fino al 1511) era stata attribuita a un Lorenzo Benazzi che potrebbe esser stato il padre (come afferma il Mazzetti) o almeno un congiunto di Giacomo .
Nel 1500 il B. si laureò e fu ascritto al Collegio dei dottori di arti e medicina, assumendo la lettura di astronomia che mantenne dal 1501 al 1505. Se a questa data gli fu prima affiancato e poi sostituito il celeberrimo Luca Gaurico, il B. doveva però essersi conquistato in questa disciplina una notevole fama, attestata ben presto dal Filoteo e ancora nel 1550 da Leandro Alberti: in questi anni (e forse anche in quelli successivi allorché fu professore di medicina pratica in tertiis) pubblicò una serie di pronostici, che, "secondo l'antichissimo articolo degli Statuti dello Studio bolognese", offrivano ai medici prescrizioni terapeutiche concordate con le osservazioni agtronomiche. Il B. morì a Bologna il 14 sett. 1548.
Due dei suoi pronostici per gli anni 1502 e 1503 conservati in una miscellanea del British Museum, (c. 27, h. 23) contengono previsioni circa l'annona, le malattie, le guerre, i governi di Bologna, di Venezia e di Firenze, e i vari protagonisti soggetti all'influsso dei singoli pianeti. Dedicati a Giovanni Bentivoglio e datati entrambi dallo Studio bolognese, sono interessanti per alcuni spunti polemici a difesa della disciplina recentemente attaccata da Giovanni Pico nelle Disputationes adversus Astrologos. "Molti avanzano dubbi se questa nostra astronomia sia una scienza e possa prevedere gli accadimenti umani; ne è criticata principalmente la parte che i moderni chiamano giudiziaria. A questi accusatori si risponderà che l'astronomia è una disciplina unitaria, con un soggetto unico, che però può esser distinto in due parti".
Se in questo pronostico del 1503 il B. si limitava a ripetere la tradizionale distinzione (risalente almeno allo Speculum Astronomiae) fra astrologia giudiziaria e misurazione descrittiva dei moti celesti, nel precedente aveva fondato sull'autorità degli antichi una più complessa teoria che distingueva tre tipi di pronostici, fra i quali includeva le "rivelazioni dovute all'afflato divino" (con le quali veniva a salvare la possibilità della profezia, che tanto aveva preoccupato Pico e Savonarola), le previsioni mediche circa i sintomi e i giorni critici, ed infine "i lunghi studi, le lucubrazioni, le innumerevoli osservazioni ed i frequenti pronostici con cui gli astronomi si sforzano di ridurre all'unità la loro disciplina". La origine di quest'ultima non dipende, come vorrebbero alcuni, dai demoni, ma dalla tradizione dei Caldei, degli Egiziani, degli Arabi, degli Indiani, dei Persiani e dei Greci: in Europa questa tradizione era a suo parere decaduta nelle mani di praticanti ignari, finché di recente era stata restaurata e resa illustre dal Regiomontano. Altre più antiche autorità sono citate dal B. nel corso di ulteriori interessanti distinzioni (che, riducono per esempio un quarto tipo di previsione, per virtù occulta della malinconia, ad un caso particolare del primo tipo): si tratta di varie opere aristoteliche, di Haly, di Abu Ma'shar e di Masha'-allah.
Fonti e Bibl.: G. F. Achillini, Viridario, Bologna 1513, c. CLXXXVIIr; L. Alberti, Descrittione di tutta l'Italia, Venezia 1581, c. 335r; G. N. Pasquali Alidosi, I dottori bolognesi di teologia, filosofia, medicina e d'arti liberali, Bologna 1623, p. 98; Id., I Signori Anziani... della Città di Bologna, Bologna 1670, pp. XXVIII, 46, 50; I. A. Burnaldi, Minervalia bononiensia civium Anademata seu Bibliotheca Bononiensis, Bologna 1641, p. 98; P. Orlandi, Notizie degli scrittori bolognesi, Bologna 1714, p. 130; G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, II, 2, Brescia 1760, p. 770; G. Fantuzzi, Notizie degli scrittori bolognesi, II, Bologna 1782, p. 62; S. Mazzetti, Repertorio di tutti i professori bolognesi, Bologna 1848, p. 47; U. Dallari, I Rotuli dei lettori legisti e artisti dello Studio bolognese, I, Bologna, 1889, pp. 175, 178, 181, 185, 188, 191, 194, 198, 201, 205, 208, 211, 215; 11, ibid. 1899, pp. 51 8, II, 14, 18, 21, 24, 28, 31, 35, 38, 42, 45, 48; L. Thorndike, A History of magic and experimental Science, V, New York 1941, pp. 237, 244.