GHICA
. La famiglia Ghica, che dal sec. XVII ha avuto un'importanza eccezionale nella storia romena è, senza alcun dubbio, di origine albanese, trasferitasi, non si sa in quale epoca, nell'Asia Minore. Il primo personaggio di questa famiglia che s'incontri nella storia è Giorgio, amico di Vasile Lupu, principe di Moldavia dal 1634 al 1653, e del suo successore Gheorghe Ştefan, e da questi due principi inviato come capuchehaia (una specie di agente diplomatico) a Costantinopoli. Quando nel 1658 Gheorghe Ştefan fu deposto, fu offerto a Giorgio il principato di Moldavia. Giorgio vinse a Strunga, presso Târgul-Frumos Gheorghe Ştefan, che aveva raccolto un esercito in Transilvania; subito dopo dovette prender parte con Mihnea, principe di Valacchia, a una spedizione contro gli Ungheresi in Transilvania. Poco dopo, avendo Mihnea tradito i Turchi ed essendo stato deposto, Giorgio occupò anche il trono di Valacchia, dapprima a titolo provvisorio, poi stabilmente essendosi nominato un altro domn in Moldavia; ma il suo dominio non durò a lungo, giacché nel settembre 1660 fu deposto. Gli succedette il figlio Gregorio (conosciuto piuttosto sotto il diminutivo di Grigoraşcu, per distinguerlo dal posteriore Gregorio) che tenne il trono dal 1660 al 1664 e una seconda volta dal 1672 al 1674. Dopo questi due personaggi la serie dei principi Ghica subisce un'interruzione di alcuni anni, fino a che il nipote di Grigorascu (figlio di un Matteo che non fu principe), Gregorio (detto II), venne eletto, nel 1727, principe di Moldavia; egli era stato educato a Costantinopoli ove era dragomanno, ma non sapeva il romeno, cosicché affidò le più alte cariche a Greci. Fu un principe buono e generoso; vinse i Tartari che si erano rivoltati contro i Turchi. Nel 1733 fu trasferito in Valacchia, ma nel 1735 tornò in Moldavia; subito dopo venne però l'occupazione russa e Gregorio dovette ritirarsi a Costantinopoli dove, nel 1741, per alcuni intrighi, fu deposto; solo nel 1747 riusci a tornare signore di Moldavia e nel 1748 di Valacchia; morì nel 1752 ancora in carica. Dei suoi due figli il cadetto, Matteo, fu domn di Moldavia dal 1753 al 1756, dopo essere stato, come immediato successore di suo padre, signore di Valacchia dal 1752 al 1753. Fu deposto tanto dal trono di Valacchia, dopo nove mesi, quanto da quello di Moldavia, dopo tre anni, per la sua severità contro i boiari prima, per le sue ingiustizie verso il popolo più tardi. Il primogenito, Scarlat, fu principe di Moldavia dal 1757 al 1758 e di Valacchia dal 1758 al 1761 una prima volta; dal 1765 al 1766, anno della sua morte, una seconda volta. Il suo dominio fu celebre per la quantità di tasse e di balzelli imposti al popolo per poter pagare tutti i debiti fatti per acquistare il trono. Il figlio di Scarlat, Alessandro, fu principe di Valacchia solo per pochissimo tempo (1766-1768). Più importante fu Gregorio (III) Alessandro, che come suo padre Alessandro (dragomanno a Costantinopoli, ucciso nel 1741) era stato per qualche tempo dragomanno; con grandi somme di denaro, Gregorio riuscì a ottenere il trono di Moldavia nel 1764; ma invece di cercar di ottenere subito il denaro versato imponendo tasse ai cittadmi, regolò nel modo migliore le finanze interne, cercò di attivare il commercio, fece fare opere pubbliche ingenti (quali l'acquedotto di Iaşi). Nel 1767, scorsi tre anni di dominio, fu lasciato libero come era stato stabilito prima; ma dopo un anno fu nominato principe di Valacchia (1768-69); qui lo sorprese la venuta dei Russi che lo catturarono e lo portarono a Pietroburgo. Dopo la pace di Cuciuc-Cainargi, ricevette di nuovo il trono di Moldavia (1774). Da allora combatté per evitare che le mire dell'Austria che cercava di annettersi la Bucovina, come infatti fece nel 1775, avessero effetto, e, a fatto compiuto, per protestare contro la mutilazione del suolo moldavo. In queste trattative di politica estera, dovendosi barcamenare fra la Turchia, la Russia e l'Austria, non si accorse di essere tradito dalla Russia e di diventare inviso alla Turchia. Fu infatti ucciso da un inviato segreto della Porta, a Iaşi nel 1777. La sua condotta politica gli ha assicurato la riconoscenza dei Romeni, specialmente in Bucovina. Un nipote di Gregorio III, Gregorio (detto IV), nato nel 1765, ha considerevole importanza nella storia romena, perché fu il primo principe nominato (il 21 giugno 1822) in seguito alla rivoluzione del 1821, fra gli stessi boiari romeni, dopo l'epoca fanariota. Fu costretto a fuggire il 12 luglio 1828, quando i Russi, che avevano dichiarato la guerra alla Turchia, invasero i Principati. Morì nel 1834. Un nipote di Gregorio IV, Alessandro nato nel 1795, fu principe di Valacchia dall'aprile 1834 all'ottobre 1842 e caimacam dal 4 luglio 1856 all'ottobre del 1868. Egli fu il primo principe (domnitor) eletto per il cosiddetto regulamentul organic. Diede incremento all'istruzione, cominciò la liberazione degli Zingari dallo stato di schiavitù in cui si trovavano, e represse il principio di rivoluzione del 1840. Era amico dei Russi, ma la repressione di un complotto bulgaro a Brăila, organizzato non senza la conoscenza dei Russi, rese contrario al principe il governo dello zar, che lo fece destituire dalla Turchia nel 1842. Visse da allora ritirato a Vienna fino al 1856 quando fu nominato caimacam in Muntenia e presiedette alla formazione dell'adunanza indetta dal Congresso di Parigi (divanuri ad hoc), mostrandosi favorevole all'unione dei Principati. Morì nel 1862.
L'ultimo membro della famiglia Ghica che ha occupato un principato romeno è Gregorio (V), 1iato nel 1807 e morto nel 1857; fu principe (domnitor) di Moldavia dal 1849, al 1856 nominato per sette anni, secondo la convenzion di Balta-Liman. Fu molto liberale; completò l'emancipazione degli Zingari, diffuse la cultura, abolì la censura sulla stampa, ecc. Fu favorevole all'unione dei Principati.
Fra i membri della famiglia G., che non occuparono uno dei troni di Valacchia o di Moldavia, ricorderemo Demetrio (1816-1897) figlio di Gregorio IV, già ufficiale nell'armata russa, e sindaco di Bucarest. Essendo deputato nei divanuri ad hoc, già ricordati, fu uno dei partigiani dell'Unione e appoggiò l'elezione di Cuza, che era già stato nominato principe di Moldavia. Sotto il principato di Cuza fu più volte ministro e nel 1861 anche presidente del consiglio; nel 1868-70 fu di nuovo presidente di un governo di concentrazione. Elena (1829-1888), più nota nel mondo letterario sotto lo pseudonimo di Dora d'Istria, visse lungo tempo in Italia, specialmente dopo la morte del marito (il principe Kol′cov-Masal′skij). Come scrittrice la sua attività fu grandissima; le sue opere, pubblicate specialmente nella Revue des deux mondes e nella Nuova Antologia, contribuirono in modo notevole a far conoscere in Europa la letteratura popolare, i costumi e la storia dell'Europa orientale. Esse si rivolgono a questioni letterarie, religiose, sociali, politiche e storiche. Non mancano neppure le descrizioni di viaggi e i romanzi. Giovanni (1816-1897), noto tanto nella storia della letteratura romena quanto in quella politica; studiò a Parigi, fu professore d'ingegneria all'Academia Mihăileană di Iaşi, dove fondò la celebre rivista Propăşireu (Il progresso) nel 1844. Fu uno degli organizzatori dei moti rivoluzionarî del 1848 e fu inviato a Costantinopoli per preparare il terreno favorevole al mutamento politico. Fallita la rivolta ed entrato in buone viste del governo turco, fu da questo mandato come bey nell'isola di Samo, dove rimase molti anni riuscendo a estirpare la pirateria. Questo episodio non fu ben visto in Romania, talché al suo ritorno, nel 1859, fu considerato suddito straniero. Dopo la venuta di Cuza fu presidente del consiglio dal 1859; nel 1870 formò un nuovo governo. Dal 1881 al 1888 fu ministro di Romania a Londra. I suoi scritti riguardano sia la divulgazione dell'ingegneria e dell'economia, sia questioni politiche. Dal punto di vista letterario restano fra le migliori pagine della prosa romena del secolo scorso le sue Lettere a V. Alecsandri (1887). Michele (1792-1850), fratello di Alessandro e padre di Elena, fu mare vornic in Valacchia dal 1835 al 1842, e membro del consiglio superiore della Pubblica istruzione; ha lasciato una raccolta di antichità che, acquistata dal governo romeno, ha formato la base del museo d'antichità di Bucarest.
Bibl.: Dora d'Istria, Gli Albanesi in Rumania. Storia dei principi Ghica nei secoli XVII, XVIII e XIX, trad. it., Firenze 1873; N. Iorga, Storia dei Romeni e della loro civiltà, Milano 1928, p. 249 segg.; I.I. Nistor, Grigore Vodă Ghica, in Codrul Cosminului, IV-V (1929), pp. 401-444. Intorno a Dora d'Istria, v. G. Cecchetti nell'introduzione alla citata traduz. degli Albanesi in Rumania; M. Ioan, Dora d'Istria, Bucarest 1931; N. Iorga, Lettres de Dora d'Istria, in Revue hist. du Sud-Est eur., IX (1932), pp. 134-209. Intorno a Giovanni Ghica, cfr. G. Adamescu, Despre I. Ghica, Bucarest 1897.