Delerue, Georges
Compositore e direttore d'orchestra francese, nato a Roubaix (Nord) il 12 marzo 1925 e morto a Burbank (Los Angeles) il 20 marzo 1992. Formatosi nel vivo della tradizione musicale francese e avviato alla composizione per il cinema nei primi anni Cinquanta da Roger Désormière, D. firmò nell'arco di quarant'anni oltre trecentocinquanta colonne sonore, segnando con la propria personalità un'intera epoca della musica per film. Con le sue musiche, ricche di inventiva melodica, contrassegnate spesso da un intenso lirismo con venature malinconiche e mai limitate alla mera illustrazione, contribuì allo sviluppo della cinematografia francese, legandosi soprattutto agli autori della Nouvelle vague, come François Truffaut e Jean-Luc Godard, ma prestando la sua opera anche ad autori inglesi, statunitensi e italiani (in particolare Bernardo Bertolucci con Il conformista, 1970). Alla fine degli anni Settanta ottenne i maggiori riconoscimenti ufficiali della sua carriera con l'Oscar per la colonna sonora di A little romance (1979; Una piccola storia d'amore) diretto da George Roy Hill, una partitura di ispirazione jazzistica, e tre premi César rispettivamente per Préparez vos mouchoirs (1978; Preparate i fazzoletti) di Bertrand Blier, L'amour en fuite (1979; L'amore fugge) e Le dernier métro (1980; L'ultimo metrò), entrambi di Truffaut.
Dopo la prima formazione musicale al conservatorio di Roubaix, dal 1945 studiò composizione al conservatorio di Parigi con S. Plé-Caussade, P.H. Busser, J. Rivier e infine con D. Milhaud. Per mantenersi agli studi, suonava il piano nei locali notturni, e si accostò in quel periodo anche al repertorio jazz. Nel 1949 si diplomò e vinse il Prix de Rome. Alla fine degli anni Quaranta iniziò la carriera come direttore d'orchestra e come compositore per la radio e per il teatro, collaborando tra gli altri con il Théâtre national populaire di Jean Vilar, con la Comédie française e con la compagnia di Jean-Louis Barrault. Fu inoltre direttore musicale del Festival di Avignone (1948-1950). Sebbene la sua fama sia legata alla musica per il cinema, D. compose anche per la sala da concerto e per il teatro musicale, soprattutto nei primi anni Cinquanta e con regolarità a partire dagli anni Settanta. Oltre a musica da camera e a diversi lavori per orchestra, occorre ricordare ‒ anche per la contiguità con l'impegno drammaturgico nelle musiche per film ‒ il balletto Les trois mousquetaires (1954) e le due opere Ariane (1954) e Le chevalier de la neige (1956).
Grazie a una formazione professionale completa, nei primi anni Cinquanta D. si affacciò alla musica per il cinema con un notevole bagaglio tecnico, padroneggiando una grande varietà di procedimenti compositivi, e al tempo stesso con una matura sensibilità drammaturgica. Compose dapprima nuove partiture per classici del muto, come i due film di René Clair Un chapeau de paille d'Italie (1927; Un cappello di paglia di Firenze) e Les deux timides (1928; I due timidi), quindi, dopo un piccolo ma prezioso valzer per Hiroshima, mon amour (1959) di Alain Resnais e i primi successi in Tirez sur le pianiste (1960; Tirate sul pianista) e Jules et Jim (1962; Jules e Jim) per la regia di Truffaut, una più decisa affermazione arrivò con Le mépris (1963; Il disprezzo) di Godard. In questi film la musica svolge un ruolo centrale nella narrazione, e infatti al compositore, coinvolto fin dalle prime fasi, veniva richiesto di accompagnare le molte sfumature emotive, di contribuire a descrivere l'evolversi di relazioni interpersonali spesso complesse e contraddittorie. A tale compito D. seppe rispondere in modo esemplare mettendo in campo una ricca strumentazione, per la quale fece ricorso anche al dulcimero o alla fisarmonica, e impiegando tecniche compositive e repertori assai vari, dagli stili barocchi, rinascimentali o medievali (specie in film a soggetto storico), al jazz, ai procedimenti atonali ecc. Firmò le colonne sonore di molte commedie di Philippe de Broca, tra le quali vanno segnalate L'amant de cinq jours (1961; L'amante di cinque giorni), Cartouche (1962), Le roi de cœur (1966; Tutti pazzi meno io) e L'incorrigible (1975; L'incorreggibile). Di particolare importanza si confermò la collaborazione con Truffaut, per il quale D. compose una dozzina di colonne sonore: le musiche per La peau douce (1964; La calda amante), La nuit américaine (1973; Effetto notte) e successivamente La femme d'à côté (1981; La signora della porta accanto) e Vivement dimanche! (1983; Finalmente domenica!). Oltre a comporre per altri francesi, come Louis Malle (Viva Maria, 1965) e Henri Verneuil (La vingt-cinquième heure, 1967, La venticinquesima ora), D. avviò collaborazioni con registi di diversa nazionalità, raccogliendo consensi in particolare con A man for all seasons (1966; Un uomo per tutte le stagioni) di Fred Zinnemann, con Anne of the thousand days (1969; Anna dei mille giorni) di Charles Jarrott, la cui colonna sonora ottenne la nomination all'Oscar, con il primo film di Ken Russell Women in love (1969; Donne in amore) e con Il conformista di Bertolucci. Ulteriori nominations giunsero per The day of the dolphin (1973; Il giorno del delfino) di Mike Nichols, Julia (1977; Giulia) di Zinnemann e Agnes of God (1985; Agnese di Dio) di Norman Jewison.
Dagli anni Ottanta, anche a causa delle difficoltà finanziarie e organizzative dell'industria cinematografica francese, D. cercò soprattutto contratti all'estero, soggiornando sempre più di frequente negli Stati Uniti. Giunsero così successi anche sul piano commerciale: Silkwood (1983) di Nichols e i due film di Oliver Stone Platoon (1986) e Salvador (1986). Attivo fino alla fine, D. firmò ancora le colonne sonore di Diên Biên Phu (1991; Dien Bien Phu) di Pierre Schoendoerffer e di Rich in love (1993; Cambiar vita) di Bruce Beresford.
C. Chamfray, Georges Delerue, in "Le courrier musical de France", 1969, 28.
L. Boer, La nuit américaine de Truffaut/Delerue, in "Vibrations" 1987, 4, nr. monografico: La musique des films, pp. 179-202.
M. Werba, Georges Delerue, in Film music around the world, ed. R. D. Larson, San Bernardino (CA) 1988.
F. Gimello-Mesplombs, Georges Delerue, une vie, Paris 1998.