BIDAULT, Georges
Uomo politico francese, nato a Moulins (Allier) il 5 ottobre 1899. Professore di storia nei licei di Valenciennes, di Rennes e al Louis le Grand di Parigi, militante nell'Azione cattolica e nel partito democratico popolare, che lo aveva posto alla redazione dell'Aube di Francisque Gay. Militare allo scoppio della guerra, fu fatto prigioniero l'8 maggio 1940. Liberato nel luglio dell'anno successivo, prese servizio in un liceo di Lione e iniziò la sua attività nella Resistenza che doveva rivelare in lui notevolissime e insospettate capacità politiche. Entrato nell'organizzazione Combat, vi conquistò autorità tale da essere, dopo l'arresto di Jean Moulin, scelto come presidente del Consiglio Nazionale della Resistenza: tutte le fila della Resistenza, ormai, fanno capo al B., il cui sforzo massimo, tuttavia, è quello di smussare ogni urto con la resistenza extrametropolitana di De Gaulle. Stretto da tale preoccupazione e superato dal comando militare della resistenza parigina dominato dai comunisti, non ha avuto che un ruolo secondario nell'insurrezione di Parigi dell'agosto 1944. Abbandonò quindi il CNR, di cui conservò solo la presidenza onoraria, ed assunse (9 settembre 1944) il Ministero degli esteri. Dopo aver portato a buon fine il lavoro diplomatico già iniziato ad Algeri da R. Massigli per il riconoscimento del nuovo governo francese e per il posto direttivo della Francia nei consessi internazionali, si è fatto successivamente assertore della necessità di una politica societaria e, riguardo al problema tedesco, difensore delle tesi della destra francese, senza peraltro giungere a quella dello smembramento voluta da De Gaulle. Il referendum del 5 maggio 1946 e il rafforzamento elettorale del Movimento Repubblicano Popolare, al quale Bidault aderisce e che, anzi, ha contribuito a fondare, lo fecero eleggere il 19 giugno presidente del consiglio; una sua nuova candidatura, dopo le elezioni del novembre, fallì per l'urto violento che opposero MRP e partito comunista. Il B. restò tuttavia in tutti i successivi governi come ministro degli Esteri, (fino all'agosto 1948), evolvendo la propria politica in funzione della tensione sovietico-americana e imprimendo alla diplomazia francese una dichiarata tendenza verso la sfera occidentale divenuta esclusiva dopo l'accettazione del piano Marshall e la creazione del Comitato dei sedici, del quale B. è stato in buona parte il realizzatore. Entro tale linea è da inserire la politica di amicizia verso l'Italia, la cui più risonante manifestazione è stato l'incontro Bidault-Sforza a Torino, il 20 marzo 1948, con la firma di un protocollo di unione doganale e la dichiarazione del ministro francese per il ritorno di Trieste all'Italia.
Bibl.: A. Dansette, Histoire de la libération de Paris, Parigi 1946; L'année politique, 1946 e 1947.