Gardingo (Guardingo)
Il toponimo all'origine, che probabilmente è germanica, stava a indicare le torri di vedetta innalzate presso le mura delle città o anche in aperta campagna; generalizzato, fu usato con i significati di rocca e di fortezza. Rimase, pur dopo la distruzione delle torri, con valore toponomastico.
Il G. citato da D. in If XXIII 108 si trovava presso il luogo ove poi sorse Palazzo Vecchio, e ove sorgevano le case degli Uberti distrutte nel 1266, quando il comune di Firenze era retto dai due frati gaudenti bolognesi, Catalano e Loderingo, i quali, anziché rappresentare un elemento conciliativo nel governo della città, si comportarono in effetti come strumenti di Clemente IV; dopo la rotta ghibellina del 26 febbraio 1266 essi furono tali, / ch'ancor si pare intorno dal Gardingo: nell'intervallo di tempo intercorso tra la distruzione delle case degli Uberti e l'edificazione di Palazzo Vecchio, infatti, si potevano ancora vedere le rovine che testimoniavano l'avvenuta distruzione.
Secondo il Davidsohn (Storia III 92), ripreso dal Toynbee (Dictionary; ma cfr. anche la recens. di M. Barbi, in " Bull. " VI [1899] 211), il G. era, in origine, una torre di guardia eretta dai Longobardi sopra le rovine di un antichissimo teatro; il nome restò poi a indicare la località circostante (Documenti dell'antica costituzione del Comune di Firenze, a c. di P. Santini [Firenze 1895, 518]: " donant quartam partem de turre positam in civitate Florentiae in loco Guardingo infra cappellam sancti Florentii... "). Nel Villani - che usa " Guardingo " come nel documento succitato (in qualche codice tardo si legge anche grandinio: cfr. Petrocchi, ad l.) - leggiamo: " Questo Campidoglio fu ov'è oggi la piazza che si chiama Mercato vecchio di sopra alla chiesa che si chiama Santa Maria in Campidoglio: e questo pare più certo. Alcuni dicono che fu ove oggi si chiama il Guardingo di costa alla piazza ch'è oggi del popolo dal palazzo de' Priori, la quale era un'altra fortezza. Guardingo fu poi nomato l'anticaglia de' muri e volte che rimasono disfatte dopo la distruzione di Totile, e stavanvi poi le meretrici " (I 38). Per le Chiose Anonime Selmi il G. era " uno giardino ove dimoravano gli Uberti "; per Benvenuto " una contrata, ubi fuerunt domus Ubertorum, quae principaliter fuerunt destructa a fundamentis, iuxta sanctum Petrum Scaradium, iuxta Palatium Priorum, ubi stant hodie Leones Florentiae "; anche per Guido da Pisa il G. era " iuxta Ecclesiam Sancti Petri Scaradij ". Per gli altri commentatori antichi il G. era una contrada o una strada, comunque un " locus in Florentia " (Serravalle).
Bibl. - G. Carbone, Della costituzione topografica di Firenze nel secolo di D., in D. e il suo secolo, Firenze 1865, 499.